Re: La crisi nel settore cucine

#181
Ciao Fabietty.

Io,nonostante tutto, ho voluto rispondere a questa domanda di Lietta
Lietta ha scritto:
La crisi c'è, ed è appurato.

TU, cla56, come intendi venirne fuori? Cosa hai da proporre ai tuoi clienti per invogliarli a servirsi da te?
Cerco esperienze!Anche come questa tua...come quella di Mitti e altre che mi auguro giungano prima o poi.
Insomma io non sono affatto convinto di quello che ho sentito dire soprattutto da Lietta tipo:
"lavorare il doppio per guadagnare la metà"....ma perchè?
Io propongo un prodotto il cui costo mi viene dato con un listino dal fornitore,per legge devo applicare un ricarico altrimenti non sono "congruo" e quindi passibile di accertamento fiscale,lavoro in trasparenza,ho ridotto al minimo i miei costi fissi,chi si rivolge a me chiede un servizio "adeguato" al prodotto che propongo (ma lo si chiede anche su fascie di proddotto più basso) e poi mi devo mettere in concorrenza con l'IKEA o con Mondo Convenienza :shock:
Ma di che parliamo? :roll: :?
E' chiaro che mi auspico prodotti più accessibili da poter proporre.Ma la soluzione per me non può essere quella di andare all'ikea con il progetto fatto dall'arredatore,compilare la lista con la matitina (o averla già stampata in casa) poi andare lì riempire il carrello,noleggiare il furgone,nel frattempo aver ordinato top in inox fatti dalla ditta pinco pallo,gli elettrodomestici comprati in rete o alla svendita del magazzino che stà fallendo,cercare un montatore capace che assembli il tutto e poi fargli un bel servizio fotografico.
Ma questo, se vuoi lo puoi fare per casa tua,(se sei capace),per far vedere "quello che sai fare", ma non può essere un "sistema di vendita" in un negozio tradizionale altrimenti il costo salirebbe e di molto!!!
Comunque Fabietty mi ripeto,scusami,io ho aperto questo thread più che altro per capire ed é per questo che ho fatto delle domande.
cla56

.....P.S. pausa caffè! :)
Per informazioni su Valcucine,Arredo3...vedi http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... =8&t=73040
https://www.facebook.com/casavivaroma/

Re: La crisi nel settore cucine

#182
Per me, con domanda rigida e latitante come in questi periodi (ma non solo in questi periodi), calare le braghe è doloroso nel breve e pericolosissimo nel lungo periodo.
You can tell the ideals of a nation by its advertisements

Re: La crisi nel settore cucine

#183
Su un prezzo netto e finito di circa 23000 ( negozio con prezzo più alto). Lo sconto era anche sugli elettrodomestici che ho preso tutti da lui ad eccezione del frigo.Il prezzo di listino non lo ricordo.
Aspetta aspetta la differenza era meno circa 2500 euro ma c'erano gli incentivi statali che il primo non intendeva applicare anzi diceva che erano scaduti.Cosa non vera. Quindi in totale la differena era di 3500 euro
paul ha scritto:Vorrei sapere da Solaria i 3500 in meno su che importo? E su che prezzo di listino? hai confrontato che i preventivi fossero uguali, stesse caratteristiche, stessi eldom? Perchè io a queste differenze non ci credo mai... Uno dei due ha fatto il furbo... E sapendo i dati reali posso dirti chi dei due...Dati reali, non chiacchiere...
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#184
elise ha scritto:Per me, con domanda rigida e latitante come in questi periodi (ma non solo in questi periodi), calare le braghe è doloroso nel breve e pericolosissimo nel lungo periodo.

infatti... c@zzo mi tocca sempre annuire alle tue considerazioni...forse perchè anche se da settori un po' diversi guardiamo dalla stessa parte...

io vedo che già precrisi c'erano diversi cucinieri in seria difficoltà e con loro anche una fetta di rivenditori... questi per n motivi i margini già non li avevano, per loro non ha senso parlare di "ridurre i margini". Può aver senso ridurre "certi costi forse non utili", può aver senso proporre un prodotto se vogliamo più economico e rapido che garantisca maggiori volumi, comunque paga sempre anche la ricerca della qualità quindi prezzo si ma fino ad un certo punto... ma in qualche modo il guadagno va un minimo preservato... se c'era.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#185
A legger sto forum ho imparato un sacco di cose e probabilmente certe considerazioni che ho fatto sei mesi fa non le farei più. Il mio percorso è stato tormentato, ho letteralmente fatto una fatica boia a comprare la cucina ma se prima ero (chiaramente, giustificatamente) concentrato sulle mie difficoltà di acquirente, ora mi son chiare anche quelle del venditore. Poi a conti fatti vedi costi di campionatura di cucine che magari ti restano sul groppo per anni, affitto di superfici per forza di cose abnormi, difficoltà a incassare, contestazioni irrazionali a piè sospinto, ci sta (non giustifico, anzi, lo trovo idiota, ma lo capisco) che un mobiliere faccia lo "censured". E va accettato, da acquirente, che la filiera questa è: devi contribuire non solo a r&d ma anche a tutto il resto, e così è se vuoi mettere il mobiliere nelle condizioni di contribuire al mantenimento di tutto il sistema (scusate se la faccio semplice e superficiale).
Abbassare i costi, il livello del prodotto... Boh, forse è una manovra suicida. La cucina se non è un bene immobile poco ci manca.. Ricordo un mobiliere che con (a posteriori) notevole onestà intellettuale, di fronte alla mia riflessione a voce alta che ipotizzava l'acquisto di una cucina di marca x (fascia medio bassa) per poi comperare una y (marca altina) dopo due tre anni mi ha detto: se devi prenderti la cucina figa prendila subito che stai sicuro che anche la x ti dura vent'anni e non la
cambi più.
Ergo, commercialmente parlando, insistere col e/o rivolgersi al e/o cedere al medio basso può essere estremamente dannoso, nel medio periodo.

Sia chiaro che i miei son spunti, non affermazioni eh

Re: La crisi nel settore cucine

#186
Il rilancio dell'artigianalità del made in Italy trasferita sul prodotto industriale potrebbe essere una carta vincente. E' vero che c'è la crisi ma talvolta la gente è disposta a spendere di più per un qualcosa che ne vale la pena, per un prodotto duraturo,inteso come bene affettivo e non come prodotto di massa fatto con materiali poveri e di durata limitata . Nella cover del sito c'è un interessante articolo pubblicitario.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#187
Salve a tutti,
mi intrometto per portare la mia personalissima esperienza di compratrice. Ho iniziato la ricerca della cucina per la mia nuova casa con largo anticipo, decisa a farmi fare molti preventivi.
Ho girato molto, ho visto davvero di tutto (se ho fatto bene i conti, ho "collezionato" almeno 8 preventivi), e ho tirato le mie conclusioni che qui vi espongo.
La grande distribuzione non mi ha convinta. I prezzi erano concorrenziali e consapevolmente avrei rinunciato ad un po' di qualità, ma quello che mi ha fermata è stato il terrore di non avere un effettivo riferimento in caso di problemi col prodotto. Mi spiego: avevo la sensazione di non essere ben seguita in tutti gli aspetti progettuali, di rifiniture, di ricerca di soluzioni, e soprattutto avevo la netta sensazione che una volta che i montatori fossero usciti di casa, "chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato", mentre spesso i problemi si riscontrano con l'uso e nel tempo magari è necessario essere seguiti per un ulteriore intervento sul luogo.
Altre realtà più o meno grandi mi hanno lasciata sconcertata per la rapidità con cui volevano chiudere l'affare. Ricordo precisamente il mobiliere che mi disse: "ok, dunque più o meno abbiamo visto cosa vi piace, facciamo un contratto aperto e poi avete un anno di tempo per decidere qualunque cambiamento" e quando noi gli abbiam risposto "guarda, ci piace la tua proposta ma siamo solo all'inizio e vogliamo vedere anche altri posti" è rimasto schifato. Ci ha pure messo in guardia che "di là" (parlando, ci era sfuggito il luogo del nostro successivo appuntamento) erano stra aggressivi, che ci avrebbero fatto firmare subito...MA ERA QUELLO CHE STAVA FACENDO LUI!!! Quindi, la lezione che ho imparato è: l'aggressività non paga.
Quello che ha pagato (ovvero dove abbiamo fatto l'ordine) è stata la grande competenza in quanto a materiali e soluzioni e l'essere stati seguiti e rispettati di fronte ad ogni indecisione o perplessità; per farvi un esempio, ci eravamo innamorati di un tipo di piano (motlo costoso) e l'arredatrice ci ha fatto notare che nella nostra cucina quel tipo di finitura avrebbe evidenziato un problema, non insormontabile, ma comunque ce lo ha fatto notare. Alla fine abbiamo optato per un altro materiale, meno costoso, eppure ho letto la soddisfazione nei suoi occhi perché sapeva che pur facendoci spendere meno (e dunque guadagnandoci lei stessa meno) aveva trovato la soluzioni giusta per noi. Ce lo ha proprio detto: "ragazzi, parlo contro il mio interesse, ma non voglio che quel giorno che montiamo o dopo, con l'uso, vi rendiate conto che avete speso tanto per una cosa che non ha la giusta resa, preferisco dirvelo e farvi scegliere consapevolmente". E così è stato, e ovviamente stiamo facendo un'ottima pubblicità di quel negozio! Inoltre lei stessa ci ha fatto vedere dei fotografici delle cucine che ha arredato, e ci ha chiesto di venire a fotografare la nostra, proprio per poter avere un "catalogo personale" che prescinda da quelli ufficiali, spesso troppo patinati e "perfettini".
Concludo col dire che la scelta è ricaduta non sulla cucina più economica che abbiamo visto, ma sulla cucina che abbiamo sentito veramente "nostra", perché studiata nei minimi dettagli e adattata a tutti i nostri desideri e richieste.

Re: La crisi nel settore cucine

#188
Solaria ha scritto:talvolta la gente è disposta a spendere di più per un qualcosa che ne vale la pena, per un prodotto duraturo,inteso come bene affettivo e non come prodotto di massa fatto con materiali poveri e di durata limitata
Credo che di prodotti per cui valga la pena spendere di più nel panorama italiano ce ne siano a iosa, per durata, qualità, design e altro.
Credo invece che gli italiani si stiano involvendo sul gusto (relativamente all'arredamento) e stiano privilegiando immagini che provengono da una pubblicità martellante che fa credere che quello sia il gusto, che quella sia la qualità e soprattutto che fa il lavaggio del cervello come con i telefonini: devi possedere questa cosa, a basso prezzo e poi cambiarla senza protestare. Chiaro che con questi presupposti sono sempre meno quelli disposti a spendere qualcosa in più: non è solo la crisi economica a generare la crisi dei vari settori, ma una crisi culturale per la quale prodotti osceni vengono ritenuti "giusti"solo perchè abbordabili. E di questi questo forum ne è davvero troppo pieno... :wink:
Ma come si fa a chiedere se è giusto il rapporto qualità/prezzo di certe oscenità? certo che è giusto: a 500 euro che divano pretendo che mi diano? Se poi è quello ciò che posso permettermi, allora devo chiedere se è giusto il rapporto soldimiei/qualità
la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.

Re: La crisi nel settore cucine

#189
ElisaC ha scritto:Salve a tutti,
Altre realtà più o meno grandi mi hanno lasciata sconcertata per la rapidità con cui volevano chiudere l'affare. Ricordo precisamente il mobiliere che mi disse: "ok, dunque più o meno abbiamo visto cosa vi piace, facciamo un contratto aperto e poi avete un anno di tempo per decidere qualunque cambiamento" e quando noi gli abbiam risposto "guarda, ci piace la tua proposta ma siamo solo all'inizio e vogliamo vedere anche altri posti" è rimasto schifato. Ci ha pure messo in guardia che "di là" (parlando, ci era sfuggito il luogo del nostro successivo appuntamento) erano stra aggressivi, che ci avrebbero fatto firmare subito...MA ERA QUELLO CHE STAVA FACENDO LUI!!! Quindi, la lezione che ho imparato è: l'aggressività non paga.
Ti assicuro che non paga neanche l'estrema disponibilità: posso portarti esempi di clienti che dopo 10/15 visite (!!!) sono spariti con scuse banali. Ho chiesto ora ai miei collaboratori di documentarmi le ore passate con il tal cliente proprio perchè è un fenomeno che si sta allargando e dopo la terza/quarta visita va fatto uno step e solo in base a qualcosa di più concreto si va avanti. Ecco perchè molti cercano di stringere i tempi con i contratti aperti.
ElisaC ha scritto:Quello che ha pagato (ovvero dove abbiamo fatto l'ordine) è stata la grande competenza in quanto a materiali e soluzioni e l'essere stati seguiti e rispettati di fronte ad ogni indecisione o perplessità; per farvi un esempio, ci eravamo innamorati di un tipo di piano (motlo costoso) e l'arredatrice ci ha fatto notare che nella nostra cucina quel tipo di finitura avrebbe evidenziato un problema, non insormontabile, ma comunque ce lo ha fatto notare. Alla fine abbiamo optato per un altro materiale, meno costoso, eppure ho letto la soddisfazione nei suoi occhi perché sapeva che pur facendoci spendere meno (e dunque guadagnandoci lei stessa meno) aveva trovato la soluzioni giusta per noi. Ce lo ha proprio detto: "ragazzi, parlo contro il mio interesse, ma non voglio che quel giorno che montiamo o dopo, con l'uso, vi rendiate conto che avete speso tanto per una cosa che non ha la giusta resa, preferisco dirvelo e farvi scegliere consapevolmente".
Per sfortuna non tutti sono come voi... I clienti a volte ci mettono di fronte a cose pazzesche " e se il letto del ragazzo è sotto l'infisso e questo dovesse staccarsi e cadere???" 23 (dico 23) visite con continue modifiche e contratto non chiuso. Se non trovava interessante prodotto e negozio alla terza visita poteva cambiare. E a me quanto è costato quel dipendente che ha tolto tempo magari a clienti più decisi?
Come al solito è facile parlare col c...o degli altri
la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.

Re: La crisi nel settore cucine

#190
ElisaC ha scritto:Salve a tutti,
mi intrometto per portare la mia personalissima esperienza di compratrice. Ho iniziato la ricerca della cucina per la mia nuova casa con largo anticipo, decisa a farmi fare molti preventivi.
Ho girato molto, ho visto davvero di tutto (se ho fatto bene i conti, ho "collezionato" almeno 8 preventivi), e ho tirato le mie conclusioni che qui vi espongo.
La grande distribuzione non mi ha convinta. I prezzi erano concorrenziali e consapevolmente avrei rinunciato ad un po' di qualità, ma quello che mi ha fermata è stato il terrore di non avere un effettivo riferimento in caso di problemi col prodotto. Mi spiego: avevo la sensazione di non essere ben seguita in tutti gli aspetti progettuali, di rifiniture, di ricerca di soluzioni, e soprattutto avevo la netta sensazione che una volta che i montatori fossero usciti di casa, "chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato", mentre spesso i problemi si riscontrano con l'uso e nel tempo magari è necessario essere seguiti per un ulteriore intervento sul luogo.
Altre realtà più o meno grandi mi hanno lasciata sconcertata per la rapidità con cui volevano chiudere l'affare. Ricordo precisamente il mobiliere che mi disse: "ok, dunque più o meno abbiamo visto cosa vi piace, facciamo un contratto aperto e poi avete un anno di tempo per decidere qualunque cambiamento" e quando noi gli abbiam risposto "guarda, ci piace la tua proposta ma siamo solo all'inizio e vogliamo vedere anche altri posti" è rimasto schifato. Ci ha pure messo in guardia che "di là" (parlando, ci era sfuggito il luogo del nostro successivo appuntamento) erano stra aggressivi, che ci avrebbero fatto firmare subito...MA ERA QUELLO CHE STAVA FACENDO LUI!!! Quindi, la lezione che ho imparato è: l'aggressività non paga.
Quello che ha pagato (ovvero dove abbiamo fatto l'ordine) è stata la grande competenza in quanto a materiali e soluzioni e l'essere stati seguiti e rispettati di fronte ad ogni indecisione o perplessità; per farvi un esempio, ci eravamo innamorati di un tipo di piano (motlo costoso) e l'arredatrice ci ha fatto notare che nella nostra cucina quel tipo di finitura avrebbe evidenziato un problema, non insormontabile, ma comunque ce lo ha fatto notare. Alla fine abbiamo optato per un altro materiale, meno costoso, eppure ho letto la soddisfazione nei suoi occhi perché sapeva che pur facendoci spendere meno (e dunque guadagnandoci lei stessa meno) aveva trovato la soluzioni giusta per noi. Ce lo ha proprio detto: "ragazzi, parlo contro il mio interesse, ma non voglio che quel giorno che montiamo o dopo, con l'uso, vi rendiate conto che avete speso tanto per una cosa che non ha la giusta resa, preferisco dirvelo e farvi scegliere consapevolmente". E così è stato, e ovviamente stiamo facendo un'ottima pubblicità di quel negozio! Inoltre lei stessa ci ha fatto vedere dei fotografici delle cucine che ha arredato, e ci ha chiesto di venire a fotografare la nostra, proprio per poter avere un "catalogo personale" che prescinda da quelli ufficiali, spesso troppo patinati e "perfettini".
Concludo col dire che la scelta è ricaduta non sulla cucina più economica che abbiamo visto, ma sulla cucina che abbiamo sentito veramente "nostra", perché studiata nei minimi dettagli e adattata a tutti i nostri desideri e richieste.
ciao,
è possibile vedere qualche foto della tua cucina? :D
"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"

Re: La crisi nel settore cucine

#191
Complimenti Elisa, ce ne fossero come te. Mi è persino sembrata la storia di una delle mie clienti, praticamente ha rappresentato una delle mie trattative-tipo.
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: La crisi nel settore cucine

#193
paul ha scritto:
ElisaC ha scritto:Salve a tutti,
Altre realtà più o meno grandi mi hanno lasciata sconcertata per la rapidità con cui volevano chiudere l'affare. Ricordo precisamente il mobiliere che mi disse: "ok, dunque più o meno abbiamo visto cosa vi piace, facciamo un contratto aperto e poi avete un anno di tempo per decidere qualunque cambiamento" e quando noi gli abbiam risposto "guarda, ci piace la tua proposta ma siamo solo all'inizio e vogliamo vedere anche altri posti" è rimasto schifato. Ci ha pure messo in guardia che "di là" (parlando, ci era sfuggito il luogo del nostro successivo appuntamento) erano stra aggressivi, che ci avrebbero fatto firmare subito...MA ERA QUELLO CHE STAVA FACENDO LUI!!! Quindi, la lezione che ho imparato è: l'aggressività non paga.
Ti assicuro che non paga neanche l'estrema disponibilità: posso portarti esempi di clienti che dopo 10/15 visite (!!!) sono spariti con scuse banali. Ho chiesto ora ai miei collaboratori di documentarmi le ore passate con il tal cliente proprio perchè è un fenomeno che si sta allargando e dopo la terza/quarta visita va fatto uno step e solo in base a qualcosa di più concreto si va avanti. Ecco perchè molti cercano di stringere i tempi con i contratti aperti.
ElisaC ha scritto:Quello che ha pagato (ovvero dove abbiamo fatto l'ordine) è stata la grande competenza in quanto a materiali e soluzioni e l'essere stati seguiti e rispettati di fronte ad ogni indecisione o perplessità; per farvi un esempio, ci eravamo innamorati di un tipo di piano (motlo costoso) e l'arredatrice ci ha fatto notare che nella nostra cucina quel tipo di finitura avrebbe evidenziato un problema, non insormontabile, ma comunque ce lo ha fatto notare. Alla fine abbiamo optato per un altro materiale, meno costoso, eppure ho letto la soddisfazione nei suoi occhi perché sapeva che pur facendoci spendere meno (e dunque guadagnandoci lei stessa meno) aveva trovato la soluzioni giusta per noi. Ce lo ha proprio detto: "ragazzi, parlo contro il mio interesse, ma non voglio che quel giorno che montiamo o dopo, con l'uso, vi rendiate conto che avete speso tanto per una cosa che non ha la giusta resa, preferisco dirvelo e farvi scegliere consapevolmente".
Per sfortuna non tutti sono come voi... I clienti a volte ci mettono di fronte a cose pazzesche " e se il letto del ragazzo è sotto l'infisso e questo dovesse staccarsi e cadere???" 23 (dico 23) visite con continue modifiche e contratto non chiuso. Se non trovava interessante prodotto e negozio alla terza visita poteva cambiare. E a me quanto è costato quel dipendente che ha tolto tempo magari a clienti più decisi?
Come al solito è facile parlare col c...o degli altri


Concordo con te sul fatto che il cliente si deve dare una regolata! E infatti io e il mio ragazzo abbiamo girato tanto (siamo partiti andando alla fiera del mobile a Padova e fissando lì i primi appuntamenti in mobilificio), però l'unico posto in cui siamo tornati una ventina di volte (ho perso il conto!) è quello in cui poi abbiam concluso, da tutti gli altri non siamo andati oltre il secondo appuntamento. Però c'è da dire che sia io che il mio ragazzo veniamo dal settore commerciale e sappiamo bene cosa vuol dire "perder tempo dietro al cliente-sola", quindi per principio non ne abbiamo voluto far perdere troppo agli altri e a noi stessi!

Re: La crisi nel settore cucine

#195
Concordo con il tuo pensiero.La pubblicità ti martella con cose talvolta brutte facendoti anche credere che con un prezzo molto basso puoi avere qualità. Cosa ovviamente impossibile.
paul ha scritto:
Solaria ha scritto:talvolta la gente è disposta a spendere di più per un qualcosa che ne vale la pena, per un prodotto duraturo,inteso come bene affettivo e non come prodotto di massa fatto con materiali poveri e di durata limitata
Credo che di prodotti per cui valga la pena spendere di più nel panorama italiano ce ne siano a iosa, per durata, qualità, design e altro.
Credo invece che gli italiani si stiano involvendo sul gusto (relativamente all'arredamento) e stiano privilegiando immagini che provengono da una pubblicità martellante che fa credere che quello sia il gusto, che quella sia la qualità e soprattutto che fa il lavaggio del cervello come con i telefonini: devi possedere questa cosa, a basso prezzo e poi cambiarla senza protestare. Chiaro che con questi presupposti sono sempre meno quelli disposti a spendere qualcosa in più: non è solo la crisi economica a generare la crisi dei vari settori, ma una crisi culturale per la quale prodotti osceni vengono ritenuti "giusti"solo perchè abbordabili. E di questi questo forum ne è davvero troppo pieno... :wink:
Ma come si fa a chiedere se è giusto il rapporto qualità/prezzo di certe oscenità? certo che è giusto: a 500 euro che divano pretendo che mi diano? Se poi è quello ciò che posso permettermi, allora devo chiedere se è giusto il rapporto soldimiei/qualità
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero