Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#242
che genere di casalinga sono?
io cerco di applicare questo aforisma

Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa insegnare, dirige. Chi non sa dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.

e siccome ora come ora fare il politico è rischioso, rimango allo stadio precedente....
"Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce" B. Pascal
http://iod.forumfree.it

Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#244
sunset ha scritto:Bè amluci, il fornet è famoso!
sì ? vabbè ma io ve l'ho detto che sono alle prime armi e costretta per necessità gravidica, non per volontà :oops: io odio qualsiasi faccenda domestica diversa dal cucinare :evil:


però in effetti puzza assai. l'ho appena messo su una griglia del forno. magari dopo averla sciacquato la lascio fuori a prender aria!
________________________________________________________________
...se c'è una cosa che è immorale, è la banalità. (Afterhours)

Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#246
Papera ha scritto:
bubu ha scritto:mi vedo costretta a fare outing...... :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:

Zozzona!!!!!!!!!!!!
E tutte quelle tortine buone le cuoci dentro un forno mai pulito?????????
Fila dietro alla lavagna (da cucina :mrgreen: )!!!



Light.................togliele il titolo!!!
Mai pulito un forno in vita mia!!! :oops: :oops: :oops: :lol:
L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
(Coco Chanel)

Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#249
minusina ha scritto:Anche io poteri aggiungersi anche se, in questi 3 mesi di "casalinghitudine", ho capito che non è il ruolo adatto a me :lol: ero molto più produttiva prima. Ora, con la scusa di avere più tempo, rimando sempre e non combino un tubo :?

P.S. Pulisci forno bocciato!io uso l'aceto :wink:
??? :mrgreen:
che faccio?

le altre sono in lista! :wink:


difra quindi tu non insegni ma dirigi??? :mrgreen:
Immagine
"Lo stesso sguardo,gli stessi occhi...lo stesso Amore!"

Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#252
La moglie imperfetta (dal “Diario di una casalinga per caso” di Vera Bianchini)

Ieri sei venuto a casa scioccato: eri entrato nella dimora di una moglie perfetta.
“Le bottiglie tutte ordinate sugli scaffali, il magazzino che pareva un salotto. Nel magazzino - ti rendi conto?- tutte le bottiglie in fila da una parte!” e sei uscito continuando a parlare di quelle bottiglie e ti sei dileguato lasciandomi a meditare sulle bottiglie.
Conosco le mie bottiglie. Non sono mai in fila e tanto meno quelle nel magazzino.
Spesso sono in attesa di essere lavate in un angolo del lavello, un po’ alla rinfusa. Ma io non ho giurisdizione sulle bottiglie, perché esse sono prerogativa di tua madre che vuole lavarle lei con non so quanto detersivo corrosivo. Nel magazzino entro solo quando sono costretta. Non riesco a tenere in ordine neanche i miei cassetti, figurati se mi metto a carezzare il magazzino. Eppure ogni tanto lo pulisco, ma ultimamente non ho trovato più il tempo per farlo.
Sì, lo so, le bottiglie sono solo un pretesto per parlare delle mirabilia di certe mogli e delle pecche di certe altre. Beh, non posso darti torto. Conosco quella signora. E’ dolcissima, non è per niente barbuta e scorbutica e tiene la casa come un gioiello, senza un’ombra fuori posto e senza un granello di polvere. Ma suo marito si ferma fuori della porta a fregare le scarpe sullo zerbino per dieci minuti prima di entrare. Tu, invece, entri precipitoso con gli stivali infangati. Anch’io un giorno sono entrata nel magazzino di quella signora e sono rimasta sconvolta. C’era lo stesso ordine che sta dentro la mia mente. E’ un ordine così perfetto che mi fa paura e ogni volta che inizio ad attuarlo lascio il lavoro a metà, perché è troppo snervante perseguirlo, e, se per caso trovassi la costanza per giungere alla meta, rimarrei smarrita sotto quella cupola di perfezione, triste senza le mie care intemperanze.
E così il mio ordine vive nel mondo dell’Iperuranio , i miei cassetti rimangono stracolmi e i miei scaffali non hanno bottiglie allineate.
La moglie perfetta lucida la casa tutte le mattine e poi cucina e fa il bucato stando attenta che i calzini non vadano scompagnati. Dove sono io quando i tuoi calzini finiscono nel cesto della biancheria? Forse a leggere un racconto o a scrivere una poesia.
Sì, lo so, le mie opere letterarie non t’interessano. Le ignori proprio. Le consideri uno sfogo di una moglie capricciosa che ogni tanto ne inventa una per perdere tempo. Da certi sbuffi e da come passi rapido dietro le mie spalle quando sono seduta al computer arguisco che mi sopporti perché pensi che in fondo ognuno ha i suoi difetti, ed io ho questo, e la sorte mi ha dato a te, e che comunque ci sono mogli peggiori, che in fin dei conti non sono malvagia. Altri sono stati più sfortunati di te.
La moglie perfetta è quella che non fa mancare mai le camicie stirate.
La moglie perfetta è quella che ha tutti i pregi che io non ho.
Ma la moglie perfetta è anche quella che una volta costringeva il marito a mettere le pianelle di feltro all’inizio del corridoio.
Tutto sommato è meglio sopportare una moglie imperfetta, non credi?

Il marito bravo

Aiuto, sono disperata, ho sposato un marito bravo! E allora non potrò più scrivere. Di che posso scrivere, infatti, se non ho da lamentarmi di niente, se la mia vita è rosata, calma e tranquilla, dall’alba al tramonto, tutti i giorni, illuminata da una giusta luce, rischiarata da un placido sorriso, dentro una comoda casa, all’ombra del cedro e del leccio?
Niente, non posso scrivere di niente, non poesie strazianti a tinte fosche, cupamente ermetiche, evanescenti, che suscitino inquietudini profonde, di cui, d’altra parte mi cibo quotidianamente sul sito di scrittura. Non racconti drammatici di amori finiti per colpa dell’uomo scellerato, di mogli che, rimaste miracolosamente illese in un rapporto deludente, uccidono mariti per vendetta, o viceversa, o racconti erotici che denunciano, forse, una certa astinenza in chi scrive.
E allora, di che scrivere? Il marito bravo mi ha rovinato la carriera.
I racconti allegri sono considerati sciocchi, anche se poi tutti li leggono; i racconti di fantasia…oh, non è facile: la vita quotidiana di una casalinga costringe la mente ad una disciplina durissima nella quale non trova spazio la fantasia.

Spolverare bene il mobile qui in questo intaglio la polvere si annida ferocemente Erika in quella gita al mare con Riccardo no devo usare un altro strofinaccio no adesso smetto e vado a scrivere se no mi sfugge l’idea che cretina che sono che mi frega della polvere Erika dice no a Riccardo adesso ce l’ ho quasi fatta anche senza cambiare strumento ma poi perché dire no c’è il mare Erika dice sì.

Che mi frega dell’intaglio polveroso?

Il marito si aggira nell’orto e traffica con badili e zappe e strumenti vari, poi corre a scuola e quando ritorna va a fare la legna nel bosco. Gli piace lavorare manualmente altrimenti non si spiega come mai oltre ai lavori obbligatori vada a cercare anche quelli opzionali come il fare la legna.
Ma perché è un marito bravo.
Corre e si affanna, si affanna e corre tanto da farmi sentire tremendamente in colpa quando torna a casa e mi trova al computer. Perché non mi affanno e corro anch’io come fanno le vere massaie?

Me lo avevano detto tutte le donne del Buco che era un ragazzo bravo. Dovevo insospettirmi. Me lo avevano esaltato fino a farmi sentire come una che stava per essere baciata da una fortuna sfacciata nello sposarlo. Nel suo paese era corale la celebrazione della sue qualità. Bravo in tutto: a scuola, a giocare a pallone, nell’abnegazione verso gli altri; insomma me lo meritavo?
All’Istituto Magistrale giunse prima la sua fama e poi lui.
“Un altr’anno verranno i ragazzi, cinque ragazzi fra voi, settantacinque fanciulle. Regolatevi, comportatevi seriamente” disse la Madre Preside per prepararci al grande evento causa di grosse preoccupazioni per lei, direttrice di un istituto fino ad allora soltanto femminile. “ E poi ce n’è uno soprattutto; è un ottimo elemento, ha una preparazione eccezionale, veramente fuori del comune”.
E so che dentro di sé pensava, da brava maschilista qual era, “non come la vostra, care le mie ochette”.
Quando sopraggiunse il fatidico giorno, noi “setttantacinque fanciulle” eravamo tutte con le teste fuori della porta delle aule per assistere al solenne ingresso, perché loro, i maschi, arrivavano compatti, tutti insieme, asserragliati in drappello, e le suore li facevano entrare quando noi ragazze eravamo già nelle aule.
Uno alto, uno grasso, tre normali e lui, piccolino, magrolino, coi calzoni corti e la cartella in mano.
Forse quell’inserimento selvaggio in un tessuto prettamente femminile guastò irrimediabilmente i suoi rapporti verbali con le donne, perché poi, una volta sposati, negli alterchi, ha sempre evitato di rispondermi e mi ha fatto cuocere nella mia acqua. Che rabbia. Io mi dibattevo e gridavo le mie ragioni e lui muto, muto, muto.
Mi ricordo che usciva ed io rimanevo a sbollentarmi nel mio brodo.
Musi lunghi a non finire, poi mi passava.
Sono state proprio “quell’ altre” ottime qualità a tenermi legata a lui.
Come dicevano le donne del Buco, “ era troppo bravo”.
Idealista: per lui la scuola è stata sempre una missione; e poi viene il sociale: promuove iniziative culturali e ludiche e fa lavori anche di facchinaggio per la loro riuscita, coinvolgendo la moglie riluttante e bestemmiante. So io quante volte ho dovuto accendere il forno a legna, in piena estate, quando il caldo imperversava, per cuocere i tozzetti per la sagra del paese. “I tozzetti fatti a mano, non quelli industriali: questa è cultura!”
“ Quant’è bravo, quant’è bravo” continuano a ripetermi le donne del Buco.Io taccio e invece penso al lato spartano e rude che ha sempre manifestato nell’ambito familiare. Però, col passar del tempo, in mezzo al prato della sua natura orsenga, ho imparato a distinguere e a raccogliere le pagliuzze brillanti delle sue qualità ed allora ho cominciato a vedere anche i miei difetti e ad apprezzare una sua dote che prima non avevo mai preso in considerazione:la pazienza. Sì, perché lui non diventa mai feroce quando trova il cassetto vuoto di camicie mentre io sto tranquillamente a rimuginare tra le mie carte.
“La scrittrice!- dice lanciandomi un’occhiata ironica mentre si reca al lavoro,- Ci sarebbero le erbacce da strappare…guarda che sono all’ultima camicia…qui fuori mi pare Palermo…”.

Queste frasi, che ripete spesso, mi mandano in bestia, perché rovistano dentro la piaga, però, siccome non sta in letargo dalla mattina alla sera, mi tocca perdonarlo.

La mia amica Annamaria, che ha qualche anno più di me, dice che il marito deve essere accudito e mi lancia occhiate severe quando non sono presta a preparargli il caffè appena pranzato o se non mi preoccupo di farmi trovare in casa al suo rientro dal lavoro.
“Oh , mamma mia, tuo marito sta per ritornare a casa e noi siamo ancora qui a girare per i negozi!”
Io taccio vergognosa perché questo tipo di pensiero non mi ha mai minimamente sfiorato. Ho sempre pensato che il marito sia una persona adulta e vaccinata e che riesca a sfamarsi anche in assenza della moglie. Ma lei no, dice che sono una moglie snaturata. Non riesco neanche a capire perché sia obbligo della moglie preparare il caffè mentre il marito sta comodamente seduto a vedere la televisione e non sparecchia neanche.
“Ma perché il marito è stanco e poi, scusa, la moglie deve essere gentile!”
La moglie deve essere gentile e accorrere, e mia suocera gongola a sentire queste parole, perché riflettono esattamente il suo pensiero e, anche se tace, so quanto mi disapprova e quanto tacitamente mi rimprovera perché non pulisco mai le scarpe di suo figlio.
- Dammi le sue scarpe che le pulisco io-
- No, le scarpe no,ognuno pulisca le sue!-
Ultima modifica di Lightblue il 17/10/12 14:57, modificato 2 volte in totale.
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Re: CASALINGHE IMPERFETTE IT in OT-stordite disperse nel web

#253
Lightblue ha scritto:La moglie imperfetta (dal “Diario di una casalinga per caso” di Vera Bianchini)

Ieri sei venuto a casa scioccato: eri entrato nella dimora di una moglie perfetta.
“Le bottiglie tutte ordinate sugli scaffali, il magazzino che pareva un salotto. Nel magazzino - ti rendi conto?- tutte le bottiglie in fila da una parte!” e sei uscito continuando a parlare di quelle bottiglie e ti sei dileguato lasciandomi a meditare sulle bottiglie.
Conosco le mie bottiglie. Non sono mai in fila e tanto meno quelle nel magazzino.
Spesso sono in attesa di essere lavate in un angolo del lavello, un po’ alla rinfusa. Ma io non ho giurisdizione sulle bottiglie, perché esse sono prerogativa di tua madre che vuole lavarle lei con non so quanto detersivo corrosivo. Nel magazzino entro solo quando sono costretta. Non riesco a tenere in ordine neanche i miei cassetti, figurati se mi metto a carezzare il magazzino. Eppure ogni tanto lo pulisco, ma ultimamente non ho trovato più il tempo per farlo.
Sì, lo so, le bottiglie sono solo un pretesto per parlare delle mirabilia di certe mogli e delle pecche di certe altre. Beh, non posso darti torto. Conosco quella signora. E’ dolcissima, non è per niente barbuta e scorbutica e tiene la casa come un gioiello, senza un’ombra fuori posto e senza un granello di polvere. Ma suo marito si ferma fuori della porta a fregare le scarpe sullo zerbino per dieci minuti prima di entrare. Tu, invece, entri precipitoso con gli stivali infangati. Anch’io un giorno sono entrata nel magazzino di quella signora e sono rimasta sconvolta. C’era lo stesso ordine che sta dentro la mia mente. E’ un ordine così perfetto che mi fa paura e ogni volta che inizio ad attuarlo lascio il lavoro a metà, perché è troppo snervante perseguirlo, e, se per caso trovassi la costanza per giungere alla meta, rimarrei smarrita sotto quella cupola di perfezione, triste senza le mie care intemperanze.
E così il mio ordine vive nel mondo dell’Iperuranio , i miei cassetti rimangono stracolmi e i miei scaffali non hanno bottiglie allineate.
La moglie perfetta lucida la casa tutte le mattine e poi cucina e fa il bucato stando attenta che i calzini non vadano scompagnati. Dove sono io quando i tuoi calzini finiscono nel cesto della biancheria? Forse a leggere un racconto o a scrivere una poesia.
Sì, lo so, le mie opere letterarie non t’interessano. Le ignori proprio. Le consideri uno sfogo di una moglie capricciosa che ogni tanto ne inventa una per perdere tempo. Da certi sbuffi e da come passi rapido dietro le mie spalle quando sono seduta al computer arguisco che mi sopporti perché pensi che in fondo ognuno ha i suoi difetti, ed io ho questo, e la sorte mi ha dato a te, e che comunque ci sono mogli peggiori, che in fin dei conti non sono malvagia. Altri sono stati più sfortunati di te.
La moglie perfetta è quella che non fa mancare mai le camicie stirate.
La moglie perfetta è quella che ha tutti i pregi che io non ho.
Ma la moglie perfetta è anche quella che una volta costringeva il marito a mettere le pianelle di feltro all’inizio del corridoio.Tutto sommato è meglio sopportare una moglie imperfetta, non credi?
allora la moglie perfetta e' mia nonna :shock: :shock:
--Chi chiagne, fotte a chi ride.--