L’appello del Capo dello Stato, rivolto a maggioranza e opposizione, a concentrarsi sulla manovra economica per riuscire a concluderne l’esame in Parlamento prima della pausa estiva non è affatto formale, né mirato esclusivamente ad ottenere un rinvio delle intercettazioni alla ripresa. Dopo aver preso attenta visione del documento trasmessogli dal governo, e dopo essere stato avvertito che gli emendamenti presentati da tutte le parti politiche
sono già oltre duemila, Napolitano con i suoi collaboratori s’è detto molto preoccupato per la piega che l’iter delle misure anticrisi potrebbe prendere di qui a poco.
Non è solo un problema di clima politico, vieppiù deteriorato. E’ ormai evidente che in Parlamento, anche nei gruppi della maggioranza, regna un clima di incertezza e di stanchezza che moltiplica le assenze e sfocia spesso in episodi di anarchia.
Come appunto quello che ieri ha convinto tre peones del Pdl (Tancredi, Latronico e Picchetto Frattin), a cercare di introdurre con emendamenti nientemeno che un nuovo condono edilizio e un altro condono fiscale tombale sulle tasse evase fino al 2008.
La libera uscita dei tre, subito motivo di attacchi dell’opposizione al governo, è stata subito stoppata dal portavoce di Palazzo Chigi Bonaiuti. Ma è ugualmente apparsa come un sintomo di ulteriore scollamento interno dei gruppi parlamentari del centrodestra e come un segno di difficoltà dei capigruppo - che dovrebbero avere potere di autorizzazione sugli emendamenti - di controllarli. Il rinvio del voto sulle intercettazioni dovrebbe essere deciso oggi. La corsia preferenziale chiesta dal Quirinale, e quasi certamente condivisa dal governo, per la manovra, oltre ad essere una proposta ragionevole, riuscirebbe a separare almeno di due mesi l’attuale discussione e il voto sul decreto anticrisi dalla sessione di bilancio che si riaprirà a settembre.
Sul governo preso ormai da un’emergenza dopo l’altra, preme inoltre l’aggravamento della situazione dei terremotati dell'’quila: il pronto soccorso ch’era stato un fiore all’occhiello del governo l’anno scorso mostra ormai la corda rispetto al ritardo della ricostruzione e alle preoccupazioni delle autorità locali per la paralisi di tutte le attività economiche della città.
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