Re: PROVOCAZIONE!

#46
mitti ha scritto:Premesso che fino ad ora tutti gli armadi di cui ho chiesto un preventivo mi sono stati mostrati solo su catalogo (grande delusione) e che ritengo giusto che coloro che vendono particolari oggetti (tipo lampade, tavoli, poltrone...) che si possono apprezzare solo dal vivo siano messi in grado di 'gareggiare' ad armi pari con coloro che vendono on-line e che non investono in marketing.

non potrebbe il marchio vendere a prezzi più bassi ai negozi tradizionali che hanno il pezzo nello show room o hai negozi virtuali che spendono in marketing, oppure partecipare a determinati costi di 'esposizione', mentre vendere a condizioni peggiori a quei negozi tradizionali e non che non offrono alcun servizio, ma sfruttano la bontà e fama del marchio procacciata dagli altri?

In questo modo possono essere premiate tutte le tipologie di canale basandosi su meriti reali.
Il ragionamento per il marchio dovrebbe essere 'forse questo canale non mi porta direttamente alto fatturato, ma fà si che molti consumatori apprezzino il marchio'


Forse sono troppo idealista?
Brava, hai centrato il problema. Il fatto è che i produttori da questo orecchio ci sentono molto male. Tu campioni una sedia e prendi tutto il catalogo. Poi la differenza tra i due negozi al massimo è un misero 3 o 5 per cento, magari dovuto anche solo alle condizioni di pagamento. Sbagliato. Come è sbagliato fornire merce in contrassegno ai noti cattivi pagatori. La differenza tra chi ha merce a terra e chi non la ha deve essere sostanziosa
la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.

Re: PROVOCAZIONE!

#47
Ciao Paul, grazie per la spiegazione.

E' una cosa su cui sto riflettendo in questo periodo perchè mi era saltato in mente (un sogno praticamente) un piccolo show room di marchi che non hanno esposizione fisica in italia, fanno prodotti che mi piacciono molto come design e rapporto qualità prezzo.

Però hanno il sito....

Io sono partita come consumatore pensando aaah come sarebbe bello poter vedere dal vivo prima di acquistare anche per scegliere la giusta tonalità e saggiare i materiali, parlo di pezzi che vanno dai 300 al 5000 euro con una grande varietà di finiture, modelli, colori etc.. Allora chissà se aprissi un piccolo show room, magari ci sono persone a cui piacerebbe saggiare come me....E poi naturalmente ho pensato, ma magari uno viene nello show room sceglie e poi lo acquista on line.....Insomma anche per questo mi interessava capire le possibilità...

Che sia chiaro io apprezzo moltissimo l'on line, stavo solo considerando che molte persone non avrebbero comprato un determinato oggetto se non lo avessero provato dal vivo.
ristrutturazione in progress http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 26&t=99763" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: PROVOCAZIONE!

#48
Peppezi ha scritto:Guarda, ribadisco e poi non ci ritorno più. Se qualcuno afferma che i ricarichi di abbigliamento e mobili sono simili, dice una fesseria colossale.
Il resto del mio pensiero l'ho già espresso.
Giusto per chiudere e poi non ci torno più nemmeno io: mi sa che conosco meglio di te i due mondi mentre credo che tu ne conosca solo uno ... comunque il fatto che tu sia arrogante non ti da il permesso di scrivere che dico fesserie, puoi non essere daccordo con me ma abbassa il tono, grazie.
paul ha scritto:Abbigliamento= mio figlio prima si è provato un montgomery Tommy Hilfiger in negozio ma poiché quando è tornato il giorno dopo a prenderlo non avevano più la taglia l'ha ordinato direttamente sul sito Hilfiger ALLO STESSO PREZZO DEL NEGOZIO. Prezzo imposto, o lo compri online o lo compri instrada è la stessa cosa, scegli solo cosa ti è più comodo.
Non so ... in realtà internet è zeppo di siti di abbigliamento, scarpe e accessori che hanno costi inferiori rispetto allo stesso prodotto acquistato in negozio. Comunque un paio di scarpe per esempio devo provarle prima di acquistarle online (ovviamente le dovrò provare in un negozio, no?).


Arredamento= Finché parliamo di oggetti e complementi forse può anche funzionare ma voi comprereste che so una lampada senza averla vista, senza averne valutato la luminosità, il volume, la presenza scenica? Magari il negozio ve la fa anche provare in casa...
Per i complementi d'arredo io non avrei problemi ad acquistarli online se li trovassi a prezzi inferiori e mi fidassi del sito. Ad esempio le ultime lampade che ho acquistato (Flos, Artemide e Danese) le ordinate online, ovviamente il sito era rivenditore ufficiale di tali ditte, il prezzo era inferiore di un bel po' rispetto ai negozi. Certo una cucina o un soggiorno non li acquisterei in internet ma i complementi si e continuo a non vedere le differenze rispetto alla vendita di altri prodotti online.


E quando il mercato evolverà i negozi tradizionali o spariranno o si adatteranno al virtuale, con un bel megaschermo dietro la scrivania e una serie di belle immagini dei prodotti, e diranno ai loro fornitori che non vogliono più fare campionature milionarie. Ai clienti diranno che, per poter avere prezzi più contenuti, non possono più far vedere e toccare i prodotti "però, cara signora Maria, la facciamo risparmiare!"
In ogni caso sono convinta che continueranno ad esistere sia i negozi tradizionali che quelli online, secondo me uno non esclude l'altro! Per alcuni acquisti si può pensare ad internet per altri no, non sempre è il prezzo inferiore quello che si cerca. Certo che se so già cosa voglio e non mi servono consigli, assistenza servizi vari ecc. e se trovo il prodotto in vendita online a un prezzo inferiore perchè non dovrei comprarlo lì?


Non è nient'altro che quello che facevano 20/30 anni fa quei "falsi negozi" negli appartamenti di periferia, pieni di cataloghi, gestiti da rappresentanti scorretti in combutta con il locale rivenditore di bomboniere, cui con un sistema simile al tam tam venivano procurati tanti clienti a cui vendere qualunque prodotto richiesto (e visto in un negozio reale) a minor prezzo. Cambiano i tempi, cambiano gli strumenti, ma i ragionamenti sono gli stessi. Magari si aspetterà che i produttori invece di far pagare le campionature le diano in conto deposito/vendita o quello che vi pare.
La pratica di cui hai scritto è illegale e scorretta e certo non è paragonabile al lavoro di un rivenditore online serio e con un corretto accordo commerciale con i produttori degli arredi di cui è rivenditore ufficiale tanto quanto il negozio tradizionale.
paul ha scritto:Tu campioni una sedia e prendi tutto il catalogo. Poi la differenza tra i due negozi al massimo è un misero 3 o 5 per cento, magari dovuto anche solo alle condizioni di pagamento. Sbagliato. Come è sbagliato fornire merce in contrassegno ai noti cattivi pagatori. La differenza tra chi ha merce a terra e chi non la ha deve essere sostanziosa
Su questo ti do pienamente ragione!

Re: PROVOCAZIONE!

#49
Ci sono diversi spunti interessanti espressi da varie persone a questa provocazione. Considerato che la nostra azienda dispone di un punto vendita fisico e siamo leader nel nostro settore, vorrei contribuire a questo scambio di esperienze.

Premesso che da diversi anni in Italia la porzione più grande di vendita on-line è coperta dal ticketing (cioè biglietteria e viaggi) vedi qui http://www.consorzionetcomm.it/Area_Dat ... CartaSi.kl dei dati aggiornati e autorevoli, la differenza con gli altri paesi è puramente culturale: in Italia le vendite per corrispondenza (fatte alcune eccezioni come l'Olio Carli) non hanno mai funzionato. In altre parole il consumatore medio non si fidava di acquistare da catalogo. La responsabilità di questo comportamento dei consumatori, a mio parere, è da ricercarsi nella difficoltà generale di far valere i propri diritti di consumatore.

Quanti di noi hanno acquistato un prodotto (scarpe, telefono, auto...) e dopo pochi giorni si è rivolto al venditore per reclamare un difetto o un problema ed è stato rapidamente liquidato? Non è un problema di negozio fisico oppure on-line, semplicemente non esiste la cultura dell'assistenza post vendita del venditore!!

Quindi non mi sorprende che il consumatore medio preferisca vedere e toccare il prodotto in un negozio fisico perchè si aspetta di non ricevere nessun aiuto dopo l'acquisto.

Per quanto riguarda la politica dei prezzi e la tutela dei brand, c'è molta confusione sia in Italia che negli altri paesi europei. Senza entrare nei dettagli, quando abbiamo iniziato il sito a metà degli anni '90, i nostri amici e colleghi ci prendevano per pazzi.....vendere on-line sembrava fantascienza! La grande contraddizione vissuta dai produttori consiste nel mantenere lo stile di vendita del passato con i modelli di business della vendita on-line. In pratica i produttori e distributori hanno la necessità di mantenere i listini e le condizioni di vendita praticate da sempre ai rivenditori tradizionali (poichè costituiscono la fetta sostanziale del fatturato aziendale) ma devono accontentare i venditori on-line perchè in futuro rappresenteranno una quota importante del fatturato. Abbiamo assistito alla svolta di accettazione del ruolo della Reta quando le aziende hanno compreso la funzione di marketing (e quindi di ricaduta in termini di vendite sui canali di vendita tradizionali) delle nostre iniziative. Poi è arrivato il social marketing...

Per tornare alla domanda originale: è giusto che il fornitore ci imponga prezzi al pubblico? Non esiste una risposta unica e valida in assoluto in termini commerciali. Naturalmente il fornitore indica i prezzi di vendita consigliati al pubblico... e poi dipende dal volume di acquisto della tua azienda e quindi dal tuo potere contrattuale.

Se permetti, Marco, ti faccio i miei complimenti per aver iniziato un'attività on-line alla tua età e poi ti rivolgo una domanda. Sostieni che i costi di gestione del negozio on-line siano inferiori a quelli del negozio fisico (lo accetto se si tratta di un'attività a livello hobbistico dedicandoci magari un'oretta al giorno), ma qual è il tuo budget di marketing? Mediamente quanti visitatori al giorno? e il tasso di conversione? Investi in data mining? qual è il tuo budget annuale per visiti a fiere e manifestazioni nazionali e internazionali del tuo settore? A quanto riviste di arredamento sei abbonato per conoscere le varie tendenza degli opinion maker? E il budget per l'assistenza post-vendita? Da quanti anni hai iniziato il business on-line per valutare l'utile post-tasse e il rendimento dell'investimento iniziale?

Ovviamente non mi aspetto una risposta, ti invito a riflettere sul funzionamento di un'attività imprenditoriale basata sui processi, e non su vendite occasionali, che faranno vivere e prosperare la tua azienda anche quando sarai in pensione.

Capisco il tuo punto di vista e le tue valutazioni, condivido la logica "meno spese negozio online=prezzo minore ai consumatori" ma l'esposizione semplicistica fa apparire l'e-commerce un gioco da principianti oppure una banda di speculatori.

Nella mia esperienza del commercio, occorre raggiungere volumi di vendita rilevanti per poter far leva sul marketing mix, a quel punto il prezzo di vendita consigliato e i rapporti con i fornitori non saranno un problema: a quel punto i fornitori diventeranno i partner della tua impresa.

Il vero problema è far aumentare la quota delle spesa on-line dedicata alla voce "Beni per la casa" da un mero 1,9% (vedi link precedente). Qualche suggerimento?

Andrea