Re: La crisi nel settore cucine

#46
Lietta ha scritto:...
Solo una cosa mi sfugge, di tutto l'argomento in questione: il nesso tra crisi del settore cucina e la partecipazione ad un forum.
I forum sono luoghi di scambio di opinione, qualsiasi opinione, non negozi virtuali.
E' più probabile che una generale ridotta capacità di spesa spinga ad intavolare discorsi sul riparmio, anzichè sull'acquisto, se c'è un fenomeno che spinge a chiedere aiuto ed autoaiuto è proprio la difficoltà, soprattutto se generalizzata.
Sui forum si viene quindi in cerca di dritte per risparmiare, e ben vengano i consigli che indirizzano verso il risparmio.
Ma infatti Lietta.
Io sin dall'inizio ho cercato e chiesto opinioni soprattutto ai consumatori.
Questo é un mio post precedente...scusate



"C'è una situazione di crisi:a vostro avviso (mi riferisco ai "consumatori"),le aziende e con loro i punti vendita (escludo la grande distribuzione) stanno interpretando nel modo "corretto" con i loro prodotti e con i loro servizi la "nuova" situazione ?(é evidente che in ciò includo anche la trasparenza!).
I "nuovi prodotti" quelli a cui mi riferivo nel mio post precedente,riescono a soddisfare le vostre aspettative in termine di immagine e qualità?
I rivenditori a cui vi rivolgete vi "trasmettono' lo stesso impegno a prescindere dal vostro budget, oppure davanti ad una domanda diciamo "economicamente più contenuta" tendono a essere più "superficiali"?
Riescono a comunicarvi in modo chiaro e soddisfacente la produzione "nata" per essere più accessibile?
Può esserci ancora in questa situazione, una differenza tra il rivenditore "tradizionale" e la grande distribuzione oppure,come ha accennato Q in un suo post precende,l'imperativo del costo contenuto possa escludere per molti la possibilità di rivolgersi per i propri acquisti e per la cucina in particolare alla rete commerciale tradizionale?"""



Personalmente ho trovato interessantissime le considerazioni,le "critiche" e i consigli di Mitti.
E' evidente che c'é ancora da lavorare molto,soprattutto nei punti vendita....
Sugli aspetti sociali emersi ,li ritengo tutti giusti e interessanti ma ci porterebbero,a mio avviso molto lontani con rischio di OT (e non me lo posso permettere visto l'antefatto di questo thread). :) :wink:
Comunque.....mi fà piacere leggere e capire le vostre opinioni. :)
cla56

P.S. Come vedete ho ancora qualche problema "tecnico"...portate pazienza
Per informazioni su Valcucine,Arredo3...vedi http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... =8&t=73040
https://www.facebook.com/casavivaroma/

Re: La crisi nel settore cucine

#47
Lietta ha scritto: Solo una cosa mi sfugge, di tutto l'argomento in questione: il nesso tra crisi del settore cucina e la partecipazione ad un forum.
I forum sono luoghi di scambio di opinione, qualsiasi opinione, non negozi virtuali.
se io sono a dieta evito di parlare di dolci... anche se si tratta di un scambio di opinioni.
Lietta ha scritto: Altra riflessione: la logica del "chi più spende meno spende" applicata alle cucine decade istantaneamente se si rapporta il bene durevole e di qualità all'abitudine al conumismo che è sempre più diffusa, a nuovi modelli sociali che rendono le famiglie molto più instabili e le vite dei singoli molto più mutevoli.
Che senso ha ad esempio avere una cucina garantita 25 anni quando la durata media dei matrimoni in Italia è di 15?
Ha sempre più senso del matrimonio stesso... evidentemente si tratta in ambedue i casi di scelte poco razionali
You can tell the ideals of a nation by its advertisements

Re: La crisi nel settore cucine

#48
cla56 ha scritto: "C'è una situazione di crisi:a vostro avviso (mi riferisco ai "consumatori"),le aziende e con loro i punti vendita (escludo la grande distribuzione) stanno interpretando nel modo "corretto" con i loro prodotti e con i loro servizi la "nuova" situazione ?(é evidente che in ciò includo anche la trasparenza!).

io credo che la gente non lo sappia... non possa rispondere... l'approccio con il mobiliere è saltuario: 2 anni fa mi sono sposato sono andato dal mobiliere che non era ancora in crisi ora non so neanche cosa venda... questa la mia idea...
E direi così a naso che il mobiliere si comporta mediamente come il peggior agente di borsa: l'agente di borsa in teoria nei momenti di crisi più nera acquista superando le proprie paure per vendere quando poi le cose vanno bene... ed il mobiliere in teoria dovrebbe fare uguale invece fa un po' come fanno poi gran parte dei piccoli investitori: se la fanno sotto e basta e quando è crisi non comprano un bel nulla... anzi per essere chiari chi ha strutture grandi cerca di affittare, di mandare a casa venditori eccetera... non gli do torto: è un po' nella natura umana.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#51
Auguri Cla fai il compleanno ?
Vorrei aggiungere una cosa
Il cambio cucina è oneroso sia come spesa che come traffico ed è molto differente dalla sostituzione di un salotto o di un letto. Spesso se cambi progetto devi fare scassi nei muri o nel pavimento ,spotare linee elettriche, ripiastrellare e pitturare. Bisogna smontare la vecchia cucina. E' un piccolo terremoto in un luogo cruciale della casa. Oltre a spese non indifferenti che si aggiungono alla spesa della cucina. Ne deve valere la pena. Ed allora lo fai o perchè la tua cucina è veramente a pezzi o in occasione di un trasloco,o in occasione di una ristrutturazione o perchè hai trovato un prodotto di cui ti sei veramente innamorata. Ma quest'ultima cosa spesso non basta. E' più facile che lo fai per i primi tre motivi. Se il trasloco avviene quando la cucina è ancora nuova spesso viene portata ed adattata nella nuova casa. Ho amiche con cucine di qualità di 25-30 anni e non posso dire che stiano cadendo a pezzi.Si vedono che sono cucine usate ma fanno ancora la loro figura e soprattutto hanno ancora la loro funzione. Certamente gli elettrodomestici sono stati sostituiti come pure PC ,rubnetto e qualche volta il lavello. Quindi non sentono l'esigenza di cambiarla. In occasione di un trasloco o di una una ristrutturazione forse la cambierebbero. Ma anche questo in tempo di crisi si rimanda se non indispensabile.
Completamente diverso è il cambio del salotto, del letto o di altri mobili della casa( tranne le grandi armadiature e librerie) la loro sostituzione è decisamente più facile.
Ultima modifica di Solaria il 12/09/12 19:55, modificato 1 volta in totale.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#52
cla56 ha scritto:
difra64 ha scritto:irrompo solo per dire:
AUGURI CLA! :D

Ti ringrazio :) Sei molto gentile, anche se non sò come lo hai saputo..... :shock: :D :D
cla56
sono una maga...
è scritto sul fondo della home page :lol:
"Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce" B. Pascal
http://iod.forumfree.it

Re: La crisi nel settore cucine

#53
Finiti i bagordi ritorniamo a parlare....
Cercando di "scansare" le note polemiche,sempre presenti negli interventi di Lietta,apprezzo e condivido invece l'essenza del suo intervento.
Il recupero di elementi di arredo mi é sempre piaciuto e quanto ho potuto,oltre che farlo per me stesso l'ho anche consigliato.
C'é da dire che per l'ambiente cucina risulta un pò difficile a meno chè si parli di complementi (tavolo, sedie o oggettistica),magari una madia,una vecchia credenza...insomma elementi che certamente possono caratterizzare l'ambiente stesso con quel "tocco" di calore e di familiarità che trasmettono.
Tale intervento rimane più ostico per il mobile cucina nel senso stretto,dove un "restauro",recupero,può essere oggettivamente difficle e antieconomico:gli elettrodomestici vanno sostituiti,la reperibilità di meccanismi (cerniere,guide..)diventa già difficile dopo alcuni anni,figuriamoci dopo 20-30 anni.
Lo stesso costo della mano d'opera per fare alcuni interventi di ripristino potrebbe far desistere dal prendere in considerazione l'operazione.....
In certi casi si può comunque affrontare l'operazione se esistono dei valori affettivi e/o estetici verso l'oggetto d'arredo foss'anche un mobile da cucina.
Una quindicina di anni fà consigliai ad una mia cliente di rivolgersi ad un carrozziere paziente per "restaurare" un cucina,basi e pensili,totalmente in metallo di colore verde salvia,io gli diedi solo gli elettrodomesti e il piano in carrara.L'effetto finale fù splendido però il conto del carrozziere non me lo fece federe :shock: :( mi disse soltanto "mi sono fatto un regalo pensando a mia madre da cui l'ho "ereditata".....)
cla56
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https://www.facebook.com/casavivaroma/

Re: La crisi nel settore cucine

#54
Ci vuole anche tanta pazienza e dedizione che spesso manca nei punti vendita. Il cliente che entra in un negozio e dice voglio una cucina mi faccia il progetto e compra delegando tutto al rivenditore è molto raro. Di regola per arrivare al progetto finale si passa da tanti progetti anche molto diversi tra loro. Ad esempio io prima volevo comprare una cucina tutta in legno e pur con gli stessi spazi il progetto deve essere spesso diverso se faccio una cucina tutta bianca, ancora diverso se faccio basi e pensili di colore diverso, ancora diverso se faccio una cucina con la gola colorata, ancora diverso se faccio una cucina tutta rossa. Gli spazi sono gli stessi ma il progetto deve essere diverso sulla base del tipo di cucina che scelgo. Se poi cambio idea ed invece di una cucina moderna mi innamoro di una classica il progetto sarà ancora diverso. Se cambio idea e voglio l'isola anora diverso. Io quando sono entrata nel negozio e dopo il primo progetto volevo cambiare modello di cucina mi hanno detto con uno sguardo smarrito" e che fa ricominciamo tutto daccapo". Oppure altri più chiaramente incavolati ti dicono " ma lei non può rivoluzionare tutto, lei non sa quello che vuole" Ecco che poi ci si spaventa a tornare nei negozi. Ed allora io penso che se si tratta di un buon progettista se mi fa vedere le composizioni che ha fatte lui perdiamo meno tempo perchè i cataloghi sono fatti per sognare più che per realizzare. Quando chiedo i loro progetti possibile che mi rispondono sempre che non li hanno o che non li hanno conservati. Almeno dal progetto in spazi normali capisci se ti piace di più la cucina bicolore, la cucina in legno ecc. Io ero aperta a qualsiasi soluzione ma ho visto davvero poco di cucine gà realizzate . In questo concordo con Mitti.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#55
Solaria ha scritto:Ci vuole anche tanta pazienza e dedizione che spesso manca nei punti vendita........ Se cambio idea e voglio l'isola anora diverso. Io quando sono entrata nel negozio e dopo il primo progetto volevo cambiare modello di cucina mi hanno detto con uno sguardo smarrito" .......
esatto, a volte ci vuole moooolta pazienza, specie con i clienti che vogliono il progetto senza avere una minima idea di base sul gusto e le esigenze. Al terzo progetto stravolto (senza sicurezza di acquisto naturalmente) non credo di possedere la stessa disponibilità e volontà di far bene del primo incontro...

Il fatto di fornire/far visionare una gallery di progetti concreti comunque è un ottimo suggerimento. ad esempio capita molto spesso che i clienti scelgano un modello più in base alla composizione esposta che non al tipo di finitura/lavorazione. Visionare diverse composizioni per lo stesso modello potrebbe essere un aiuto in tal senso, anche se poi per la maggior parte toccare con mano è sempre prioritario nella scelta.

Re: La crisi nel settore cucine

#56
per fare quello che dici dovrei cambiare lavoro. La progettazione a pagamento è al momento incompatibile nello stesso negozio di mobili. Non che sia contrario all'idea, intesi, anzi nella teoria sarei proprio favorevole a uno sviluppo in tal senso ma il negozio di mobili che si pone l'obiettivo di fornire un buon servizio comprende anche la progettazione, magari non a livelli di chi si dedica totalmente a questo come te, ma almeno di buona qualità. E nel negozio non si può bloccare un potenziale cliente perché non disposto a pagare un plus per questo servizio.
Probabilmente con un canale a parte la cosa forse è possibile.

Re: La crisi nel settore cucine

#57
Mah...lo vedo un po' fantascientifico ancora. Il cliente che e' disponibile a pagare un professionista per la progettazione nel negozio di mobili ci viene in un secondo momento, magari con il progetto già realizzato, a fare soltanto il preventivo.
D'altro canto chi si rivolge direttamente al rivenditore, non ha la benché minima intenzione di pagare la progettazione. Anzi.....
Forse si potrebbe provare ad affittare (o cedere gratuitamente) parte del negozio (un ufficio) a un professionista (architetto) che svolga all'interno la sua attività in modo parallelo e indipendente. Forse con un giovane potrebbe funzionare.
ALLEGRI

Re: La crisi nel settore cucine

#59
Sarà che lavoro in un mondo dove spesso si lavora a gratis. E si nella comunicazione va così. Si fanno gare, si lavorano settimane, si fanno progetti, poi si stravolgono e si rivedono 1000 volte e SEMPRE senza la certezza dell'acquisto. E vi assicuro, che spesso il tutto è per arrivare ad avere contratti non astronomici. Quindi quando leggo "io faccio i progetti/preventivi per i clienti ma poi magari loro neanche comprano la mia cucina" :shock: ... a parte gli enne motivi per cui una persona possa essere arrivata a decidere di non prendere quella cucina lì, quello per me fa parte del lavoro del negoziante. Soprattutto il preventivo. Posso capire che ci si senta di lavorare a vuoto, ma non tutti hanno la percezione degli spazi, non tutti si prendono la briga di andare su un forum e cercare di capire che soluzioni può adottare... credo che chi vende cucina queste conoscenze le abbia e sia suo compito guidare e seguire chi ne sa meno. Lo so benissimo che ci sono clienti assurdi con pretese eccessive e idee confuse, che fanno venire il mal di stomaco per i continui tira e molla, ma no per questo tutti gli altri debbono avere un servizio mediocre perché non si vuole perder tempo.
GagaGru home
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Re: La crisi nel settore cucine

#60
tu parli da teorico esterno alla realtà del negozio.

Come ti ho detto in linea di principio sono perfettamente favorevole a questo tipo di approccio.

Solo che è incompatibile con la vendita. Un conto è l'ufficio di progettazione, che non vende materia ma progetti. Il negozio vende invece cose concrete e la consulenza fa parte dell'assistenza all'acquisto, e visto che non si tratta di acquistare patatine la consulenza sfocia nella progettazione.

Il paradosso poi è che le progettazioni "gratis" di rivenditori in gamba sono molte volte migliori e meno campate in aria di tanti progettisti/arredatori pagati per tale servizio.