nella vostra testa, che emozioni dovrebbe produrre in voi la "cucina ideale" mentre la utilizzate e vivete? io credo che questo dovrebbe essere il faro per guidarci nella successiva scelta.
ad esempio, per alcuni l'ambiente-cucina dovrebbe dare un'idea di efficienza, razionalitá e razionalizzazione, un posto per ogni cosa ed ogni cosa al suo posto, portaspezie, portamestoli, fessure portacoperchi, posate incastrate in singoli intagli una per una; se la cucina è funzionale anche io funziono bene.
per altri la cucina perfetta è scenografica, produce stupore, si apre, si alza, si gira, si allunga, si illumina, si modifica... quasi un progetto riferito alla propria vita, se riesco a modificare e "guidare" la mia cucina, chissá...
per altri ancora (i minimalisti, oggi molto in auge) la cucina è la tela su cui il cuoco o la cuoca dipingerá i propri piatti, meno appare lo "strumento" e meglio é, IO sono il centro di attenzione, non la cucina che mi circonda.
c'è di seguito un gruppo (prevalentemente femminile) che non può rinunciare al colore, o ai colori, chiedendo alla propria cucina di sintonizzarsi con la propria personalitá.
passiamo agli ipertecnici, un poco insicuri, che investono buona parte del budget nei più avanzati eldom e affini: dissipatori, forni a tripla cottura o direttamente tre forni, frigoriferi spaziali a 5 diverse temperature, fabbricatori del ghiaccio di diverse forme, cantinette, scaldavivande, cappe depuranti perfette, lavastoviglie con la zeolite, ogni sorta di piccolo elettrodomestico... qui di solito l'acciaio la fa da padrone, la cucina è spesso sospesa per favorire la pulizia. la soddisfazione è nell'essere "avanti", l'emozione che fa star bene in questi ambienti è il sentirsi supportati, non importa se non sono Vissani, il mio forno ventilato con sonda interna progettato a Houston non permetterá comunque al mio dolce di ammosciarsi. È una cucina per chi si fida molto della scienza e poco dell'arte.
ci sono poi i coccoloni, quelli che prediligono il tutto a vista, con mille vasetti carini, utensili in legno, frappe e tessuti, tende ricche e sedie rivestite. Spesso queste cucine sono in muratura, non necessariamente tirolesi, a volte provenzali o verniciate in tinte pastello. taglieri a profusione, appunti, cuscini, foto, disegni di bimbi, quadri piccoli alle pareti, spesso c'è un po' di disordine, pochi spazi vuoti, la cucina deve abbracciarti, essere affettuosa, vissuta, darti l'idea che qualcuno sia appena uscito o rientrerá tra poco.
come ultimo stile, o evocatore di emozioni, mi viene in mente lo shabby chic, quello di recupero, accogliente ma senza mai dare l'impressione del compiuto. l'emozione evocata è il dinamismo, l'instabilitá, l'essere sempre "in viaggio". sono cucine che vanno raccontate, questo l'ho trovato al mercatino, questo l'ho dipinto io, questo l'ho ricavato da una vecchia scaletta che avevo in solaio. sono cucine per gente socievole, che in cucina non ci vuole stare da sola.
Ditemelo francamente: sono pazza?
