bambolina, auguri tardivi ma sentiti.
vorrei chiarire il discorso sul rispetto perché spesso è una parola abusata di cui non mi pare sia poi tanto chiaro il senso vero. vi chiedo: voi rispettate voi stesse, il vostro corpo, la vostra vita ogni attimo di ogni giorno? se la vostra risposta è sempre, assolutamente e certamente sì, sono lieta per voi. io invece rispondo che mi accorgo di rispettarmi saltuariamente e non perché io decida così. pertanto mi chiedo come possa una persona diversa da noi, per quanto molto vicina, molto innamorata, darci rispetto pieno e totale sempre. forse che i nostri genitori, che ci amano per natura così come siamo, ci rispettano sempre? io sono passata attraverso un'esperienza molto turbolenta e malsana durata per fortuna pochi mesi con un ragazzo che ha saputo portarmi a fare cose per cui oggi se ci penso non sento stima di me. ma sono stata io a permetterglielo anche se a lui riconosco una grande capacità di condizionamento. oggi non gli permetterei più di non rispettarmi perché ho acquisito una nuova consapevolezza di me, più matura. e saprei certamente gestire il mio rapporto con lui diversamente solo che ovviamente non m'interessa più e sono felice con una persona straordinaria anche nei suoi difetti. io sto per iniziare una convivenza molto desiderata e siamo nel 2010, probabilmente il 1° gennaio 2011 o anche molto prima, avrò voglia di mollare tutto e "non accontentarmi". ma penso che mi faranno desistere i ricordi di quello che non mi ha fatto mai recedere dall'intenzione di continuare la nostra storia, peraltro molto complicata dal fatto che lui si diceva convintamente incapace di amarmi e per una persona insicura e innamoratissima come me era ogni volta un dolore. solo che c'erano sempre i ricordi di mille cose fatte insieme a parlare molto oltre quello che lui diceva con le parole. ed io ho scelto di affidarmi a quello che sentivo che c'era per andare avanti, sempre. poi, non appena ho recuperato autostima, dopo la laurea e l'inizio della mia carriera professionale, ho sentito che potevo pretendere di più e ho cominciato a dire dei no e a pretendere dei sì, senza più mediare. risultato? quei no sono serviti a fargli capire che potevo andarmene da un momento all'altro perché ero finalmente capace di stare anche da sola e che stare con lui mi avrebbe fatto più felice ma non ne ero dipendente. e i suoi sì ci hanno portato a poche settimane dal mettere su casa. tutte le mie insicurezze sparite, il rispetto moltiplicato.
cara bambola, scusami se ho parlato tanto di me. lo so bene che non si possono mai paragonare due storie diverse perché non esiste una persona uguale all'altra. ma le dinamiche dei rapporti interpersonali seguono dinamiche molto simili e quindi, ti prego, non pensare che "ti accontenteresti"... perché tu hai scelto di sposare questa persona, scientemente e autonomamente. e hai il diritto/dovere di provare a non accontentarti della soluzione per cui propendi ora facendoti forza coi ricordi delle cose belle che ti hanno portato a scegliere di unirti a lui.
noi tutti possiamo scegliere di essere persone molto felici oppure condannarci all'infelicità per sempre.
e scusate se il tono delle mie parole può suonarvi saccente, vi assicuro che non lo sono affatto e che parlo col cuore.
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