Se Ligne Roset divani soffia allegramente sulle sue 150 candeline nel 2010, il suo successo non è casuale : afferma la realizzazione di un progetto d'impresa familiare, gestito oggi dalla quarta generazione dei Roset, i fratelli Pierre e Michel Roset, a cui da poco si sono uniti i loro figli Antoine e Olivier.
Il suo progetto d’impresa è fondato sulla qualità della produzione e l’innovazione a tutti i livelli: il savoir-faire artigianale e le tecniche di industrializzazione di punta, la continua ricerca creativa ed estetica, il controllo del commercio grazie a negozi in proprio e ad una rete di distributori fidati, l'espansione anticipata verso l’internazionalizzazione a partire dagli anni 60, la prassi ambientale iniziata negli anni 70, la costante comunicazione con il grande pubblico. Sul modello delle migliori imprese del lusso internazionale, la storia di Ligne Roset divani trova le sue radici nel patrimonio artigianale francese. Antoine Roset (1841–1893), il bisnonno degli attuali dirigenti Pierre e Michel Roset, è stato il primo della famiglia. Garçon de café originario dell’Alta Savoia, attirato dalle magnifiche foreste di faggio di Bugey, decide di tentare la fortuna a 19 anni, installatosi a Oussiant nelle vicinanze di Pont d’Ain, dove crea nel 1860 una piccola fabbrica di manici di ombrello. Per ingrandirsi compra nel 1892 una proprietà a Montagnieu (Ain) e installa delle ruote a pala sul fiume La Brivaz per tagliarne il legname e impiega una trentina di operai. Alla fine del XIX secolo, però, le donne abbandonano l’ombrello. Improvvisamente Antoine Roset decide di convertire i propri torni per legno per creare gambe e traverse di sedie per poi passare rapidamente alla fabbricazione di sedie complete.
Alla sua morte nel 1893, sua moglie, Marie-Victorine (1854–1923) succede al marito a capo dell’azienda familiare prima di passare il testimone, nel 1910, a suo figlio Emile Roset (1882-1946). Emile Roset muore incidentalmente nel 1946 sulla strada di Belley. Suo figlio Jean Roset (1920–1999), il nipote di Antoine, si adatta e nel contesto di ricostruzione del dopoguerra, l’azienda, che conta allora una cinquantina di impiegati, prende velocemente una piega industriale, sviluppandosi nell’arredo per la collettività. Il materiale più usato rimane il faggio, poco caro e adatto alla produzione industriale, ma Ligne Roset divani utilizza anche dei legni più preziosi come il mogano o il palissandro e li rinnova associandovi del metallo e anche della plastica. Roset ammobilia così le università a Parigi, Grenoble, Chambéry…, gli anfiteatri dell’INSA di Lione, e ancora la Città universitaria di Antony vicino Parigi che accoglie le prime coppie di studenti. Trasformata in società anonima nel 1956, l’azienda Roset vera e propria nasce con le sue creazioni dal 1965.
Jean Roset divani vede nell’esplosione creativa degli anni 70 l’opportunità di rendere stabile l’azienda, riorientando l’attività verso la clientela privata. Appassionato del design contemporaneo, comincia a lavorare con architetti di interni, come Michel Ducaroy, giovane diplomato alle Belle Arti di Lione, creatore nel 1973 della “siège-coussin” Togo, una vera icona del design venduta in 1,2 milioni di esemplari e il cui successo è garantito ancora oggi. Claire Brétécher disegnerà numerose illustrazioni dei suoi “Frustrés” immersi nei Togo… Roset viene quindi percepito come un marchio non convenzionale, anzi sovversivo. Jaques Séguéla, inoltre, firmerà una campagna pubblicitaria per il marchio con una donna seduta in tailleur su un divano Roset, intenta a sgusciare dei pisellini: l’immagine della casalinga moderna.