Triennale Design Museum, Quali cose siamo

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- 08 marzo 2010

Triennale design Museum

Dopo aver risposto alla domanda "Che Cosa è il Design Italiano?" con Le Sette Ossessioni del Design Italiano e Serie Fuori Serie, Triennale Design Museum dal 27 marzo 2010 presenta una nuova interpretazione del design italiano dal titolo Quali cose siamo.

Museo dinamico

Triennale Design Museum conferma così la sua natura di museo dinamico, in grado di rinnovarsi continuamente e di offrire al visitatore sguardi, punti di vista e percorsi inediti e diversificati.   Un museo emozionale e coinvolgente. Un organismo vivo e mutante, capace di mettersi in discussione, smentirsi, interrogarsi. Valcucine è stata selezionata e parteciperà con Artematica Vitrum e Artematica Vitrum Arte.

caratteristiche del museo

Triennale Design Museum è diretto da Silvana Annicchiarico e ha la cura scientifica di Alessandro Mendini. L'ipotesi curatoriale alla base della terza interpretazione di Triennale Design Museum è che in Italia esista un grande e infinito mondo parallelo a quello del design istituzionale, un design invisibile e non ortodosso.   Il punto di osservazione si sposta sulla storia e sulle storie che scaturiscono dai singoli oggetti che, messi uno accanto all'altro, creano una rete di relazioni e rimandi, un paesaggio multiforme capace di provocare squilibri e spiazzamenti, ma ricco di emozione e spettacolarità.   Una selezione di opere dei Maestri, di artisti, di giovani designer entra in dialogo con oggetti inaspettati che, di primo acchito, non sembrano “fare sistema” ma, in realtà, non sono quello che sembrano. Se guardati attraverso nuovi punti di vista, mostrano una complessa matrice progettuale, forniscono un’ulteriore, inedita, testimonianza della creatività italiana e contribuiscono a definire in altro modo la nostra identità e l’essenza del design italiano.    Il museo “mette in scena” il design italiano rinnovando non solo il tema-chiave e l’ordinamento scientifico, ma anche l’allestimento che, per questa interpretazione, è affidato al francese Pierre Charpin.

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