Bio edilizia, che cos’è e come si mette in pratica

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- 07 agosto 2015

Che cos’è la bio edilizia

La bio edilizia è un metodo di costruire caratterizzato da un insieme di accorgimenti che permettono di realizzare costruzioni a basso impatto ambientale con lo scopo di garantire comfort e benessere a chi vive questi spazi. Per fare questo è necessario come nelle case tradizionali, isolare per bene le pareti, l’interno dall’esterno, utilizzando però a differenza dell’edilizia classica, materiali naturali e non pericolosi per la salute. Una delle caratteristiche dell’architettura bio edile sta nel fatto che a parità di spessore delle pareti, si riescono ad ottenere valori d’isolamento termico molto superiori rispetto a quelle che si ottengono con una classica architettura in laterizio.

Impatto zero sull’ambiente con la bio edilizia

Costruire con architettura che impiega bio edilizia permette inoltre di avere un impatto pari a zero sull’ambiente. Infatti, se si prende ad esempio la tipologia di casa passiva, può raggiungere impatto zero poiché non richiede energia per riscaldare gli ambienti. Mediante una corretta progettazione si può sfruttare l’energia solare e quella che si produce al suo interno tramite gli elettrodomestici e le persone che ci vivono, eliminando così se possibile, ogni fonte di riscaldamento. Inoltre questo permette un risparmio con abbattimento dei costi, e un’importante riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti nell’atmosfera. Prima foto: casa di bio edilizia realizzata da Villeurop a Vignolo in provincia di Cuneo

Bioedilizia case

La bioedilizia concretizza un concetto dell’abitare diverso rispetto al passato; un concetto che coincide con una casa sviluppata nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Progettare biocompatibilmente significa quindi utilizzare materiali non inquinanti e riciclabili, impianti a basso consumo energetico e, per quanto possibile, sfruttare le risorse naturali del luogo in cui si vive. Materiali sostenibili sono tutti quelli che consentono di ridurre al minimo il loro stesso impatto ambientale; ridurre cioè l’energia necessaria per l’estrazione, la produzione di rifiuti, i costi per l’imballaggio, il trasporto e la distribuzione. Sono 3 i requisiti affinché un materiale possa essere considerato realmente sostenibile: produzione attraverso processi produttivi energeticamente efficienti e con ridotte emissioni inquinanti, inesistenza di emissioni nocive negli ambienti domestici dopo la messa in opera, lunga durata ed elevata riciclabilità al momento dello smaltimento. In cima all’elenco dei materiali maggiormente utilizzati nella bioedilizia troviamo il legno, che è rinnovabile, riciclabile e biodegradabile. Possiede ottime caratteristiche di isolamento termico, acustico, elasticità, flessibilità, resiste alle sollecitazioni termiche e meccaniche e all’usura. Consente inoltre di creare spazi abitativi caldi e accoglienti. Bisogna però utilizzare legname proveniente da boschi gestiti correttamente tramite ricrescita programmata. In foto una casa in legno Bipiano 120 mq realizzata da Urban Green.

Case in bioedilizia

Non solo legno. Altri materiali molto utilizzati nella bioedilizia sono il sughero, la fibra di cellulosa, i laterizi, il calcestruzzo, l’argilla espansa, il legno cemento. Il sughero ha ottime qualità isolanti, è imputrescibile, idrorepellente, atossico, traspirante, ininfiammabile, anallergico, resistente all’azione degli insetti e dei roditori. Generalmente viene tramutato in pannelli tramite utilizzo di calore e compressione. La fibra di cellulosa si ottiene dal riciclo della carta, non contiene sostanze tossiche e può essere usata come isolante acustico sia termico. I laterizi sono composti da argilla, sabbia e acqua e si utilizzano per la costruzione di elementi strutturali e tamponature; occorre accertarsi, però, che la radioattività risulti inferiore ai limiti prefissati. Chiedete certificazioni. I blocchi in calcestruzzo e argilla espansa servono per la costruzione di parti strutturali e hanno buone caratteristiche meccaniche e di isolamento termico e acustico; resistono all’acqua e al fuoco e la posa in opera è piuttosto economica. Con i blocchi cassero in legno cemento si costruiscono le murature importanti; vengono posati in opera a secco e successivamente riempiti in calcestruzzo. Le armature sono collegate a terra mentre il cemento utilizzato deve essere puro e privo di additivi di sintesi. In foto una villa biofamiliare realizzata dal Gruppo Forest.

Bioedilizia vantaggi

E’ vero, le case costruite in bioedilizia costano di più. Ma è anche vero che la maggiore spesa iniziale viene ammortizzata grazie ai consumi minori e a una manutenzione ridotta al minimo. Le costruzioni in bioedilizia consentono un notevole risparmio energetico derivante in primis dall’utilizzo di materiali sostenibili per la realizzazione delle pareti, del tetto e dei solai; grazie all’alto livello di isolamento termoacustico non si disperde calore durante il periodo invernale e si mantiene una temperatura gradevole durante quello estivo. Un altro vantaggio rispetto all’edilizia tradizionale coincide con i tempi di realizzazione: si passa infatti dai consueti 2-3 anni ai 3-6 mesi per la realizzazione di una struttura in bioedilizia chiavi in mano. Non solo. La maggior parte delle aziende che operano in questo settore rilasciano garanzie di 30 anni, contro quelle pari a 10 rilasciate normalmente. Ancora, si tenga presente che le case in bioedilizia si rivalutano nel tempo in base ai prezzi di mercato a seconda della posizione e localizzazione della struttura, proprio come le case “normali”. In foto una casa realizzata da Biohaus.

Case sostenibili

In Italia stiamo assistendo a una costante diffuse delle case costruite in bioedilizia. Nel 2015 ogni 100 nuove abitazioni realizzate lungo lo Stivale, sei sono state costruite con il legno. E il nostro Paese è ormai al quarto posto in Europa, alle spalle di Germania, Regno Unito e Svezia, per la produzione di prefabbricati con questo materiale. I prezzi si sono abbassati perché la domanda aumenta e oggi per una casa in legno occorrono mediamente 1.650 euro a metro quadrato: un valore che possiamo definire medio. Il risparmio reso possibile da questo tipo di abitazioni deriva anche dall’installazione di pannelli solari da cui ricavare energia. Un pannello fotovoltaico installato su un tetto con esposizione a sud e in una posizione geografica soleggiata nel centro Italia produce annualmente circa 4.000/4.500 kwh, per un incasso che va tra i 1.760 e i 1980 euro. Questo significa che per ammortizzare la spesa iniziale di 18.000 euro occorrono tra nove e undici anni e che il rendimento che si riesce ad ottenere per tutta la durata del periodo garantito (circa 20 anni) è in media del 5,3 per cento. In foto una casa firmata Kager.

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