Redazione - 14 marzo 200814 marzo 2008
Il climatizzatore, incide positivamente su consumi e qualità della vita. Lo conferma il Gruppo Condizionamento di Ceded Italia
Redazione - 14 marzo 200814 marzo 2008
Qualcuno, sbagliando, pensa che tra gli elettrodomestici nelle case italiane, tutti “amici” e praticamente indispensabili, ce ne sia uno che divora inutilmente elettricità, manda in crisi l’approvvigionamento di fonti di energia, provoca i black-out estivi. È il condizionatore, già presente nelle case di 9 milioni di famiglie, che, al contrario, lo apprezzano per la sua capacità di tenere sempre l’aria alla temperatura giusta, purificata e deumidificata: uno strumento che aiuta a stare bene tutto l’anno e migliora la qualità della vita. La volontà di cancellare i pregiudizi e migliorare l’ancor basso grado di consapevolezza tra i consumatori sono all’origine dei messaggi del Gruppo Condizionamento di Ceced Italia, l’associazione delle oltre 100 aziende che offrono consigli climatizzatore e operano in Italia nel settore delle apparecchiature domestiche e professionali e che ha organizzato un convegno su questo tema in occasione della recente Mostra Convegno Expocomfort alla Fiera di Milano.
“I condizionatori sono poco conosciuti e capiti”, sostiene Sergio Zanolin, Capo-gruppo Condizionamento Ceced Italia e Direttore Tecnico Clima, di De’Longhi. “I consumatori si trovano così a banalizzare le scelte di acquisto guardando principalmente al prezzo e non alle prestazioni in funzione delle loro necessità. A differenza di quanto si va consolidando per i grandi elettrodomestici, sono poco considerati anche i vantaggi del risparmio di elettricità, comprovati dalla Classe A nell’etichettatura energetica. I modelli in Classe A consumano il 50 per cento in meno rispetto a quelli comparabili di 10 anni fa”.
Consigli condizionatore: Le tecnologie innovative dell’inverter e della pompa di calore pemettono non solo di raffrescare (e purificare e deumidificare) l’aria in estate, con consumi inferiori di elettricità, ma forniscono anche aria calda d’inverno. Diventa così più corretto parlare di “climatizzatori” in grado di funzionare in tutte le stagioni dell’anno. La quasi totalità dei condizionatori venduti possono infatti essere utilizzati nella stagione fredda per riscaldare in maniera molto efficiente le abitazioni, con COP che arrivano, senza particolari difficoltà tecniche, a 3,8 garantendo così basse emissioni di CO2 rispetto ai sistemi tradizionali. Dopo la Spagna, l’Italia è il secondo mercato europeo per i condizionatori: nel 2007, sono stati venduti 1,9 milioni di modelli fissi e 190.000 portatili, con un incremento complessivo del 16,6 per cento rispetto all’anno precedente (elaborazioni Ceced Italia su dati GfK). Il 61 per cento dei modelli fissi e il 25 per cento di quelli portatili erano in Classe A di efficienza energetica.
Antonio Guerrini, Direttore Generale Ceced Italia, ricorda che “la minore attenzione dei consumatori all’efficienza energetica dei condizionatori-climatizzatori rispetto agli altri elettrodomestici con etichetta energetica penalizza le scelte strategiche, industriali e commerciali delle imprese più innovative, perché non trovano un riscontro adeguato in termini di riconoscimento monetario da parte del mercato. L’attenzione prioritaria del consumatore verso il prezzo ha spinto la distribuzione a importare prodotti di dubbia origine, con qualità e sicurezza incerte. La situazione sta migliorando, grazie ai controlli delle Autorità e alle politiche delle insegne più responsabili, ma il problema permane. È necessario quindi un impegno condiviso per migliorare l’acculturamento non solo dei consumatori, ma anche di installatori e distribuzione”.
Utilizzando i prodotti innovativi (il 95 per cento di quelli attualmente venduti in Italia hanno la funzione pompa di calore) il Gruppo Condizionamento di Ceced Italia ha stimato per il Piano Nazionale di Efficienza Energetica i risparmi di energia elettrica e di emissioni di CO2 possibili nel periodo 2008-2016, ipotizzando il quasi raddoppio dell’attuale parco installato. L’effetto combinato di innovazioni e incentivazioni all’acquisto (e alla sostituzione dei modelli nel frattempo diventati obsoleti) porterebbe a un incremento dei consumi pari al 47 per cento, a fronte del raddoppio del parco installato. Vorrebbe dire risparmiare 11,7 TWh, pari a 2,57 Mtep, ed evitare 5,84 milioni di tonnellate di CO2 emesse dalle centrali di generazione elettrica.
Nel mercato dei condizionatori d’aria domestici il primo acquisto è maggioritario, mentre risulta ancora marginale il mercato della sostituzione. I condizionatori d’aria rappresentano quindi un’area di prodotto relativamente giovane, che deve essere focalizzata e deve crescere con una lungimirante cultura della progettazione e della produzione di apparecchi a basso consumo energetico. Negli ultimi anni, al momento dell’acquisto, l’etichettatura energetica ha di fatto indotto il consumatore di elettrodomestici a dare sempre maggiore importanza al consumo energetico rispetto ad altri fattori. Per i condizionatori-climatizzatori ciò non è sufficiente: è necessario che il consumatore sappia valutare l’apparecchio più adatto alle sue esigenze di utilizzo. Troppe volte, infatti, il consumatore viene indirizzato verso l’acquisto di prodotti più potenti del necessario, a discapito di unità più piccole (per esempio, i monosplit trasferibili e i monoblocco) che potrebbero soddisfare le sue esigenze di benessere ambientale e di tempo di utilizzo.