Detto fatto, umidità di risalita

- 11 marzo 2015

Umidità di risalita

L’umidità di risalita è un fenomeno fastidioso e di non facile trattamento. Ma di cosa si tratta esattamente? Detto fatto, ve lo spieghiamo qui di seguito, mentre più avanti proporremo possibili rimedi. Questa forma di umidità nelle pareti dipende essenzialmente dalla capacità dell’acqua di penetrare nelle murature risalendo verso l’alto – apparentemente in contrasto con la forza di gravità - tramite i capillari o i microscopici condotti interni ai materiali delle murature stesse. In termini fisici, questo fenomeno complesso è causato da forze di tipo elettrico che le pareti interne dei capillari esercitano sulle molecole d’acqua nel terreno e a contatto con la muratura. Questo problema è riscontrabile soprattutto nelle vecchie murature al piano terra. Il fenomeno, che spesso causa il distacco parziale dell'intonaco, s’identifica sino a una determinata altezza del paramento e, come abbiamo accennato, è causato dalla quantità di acqua presente nel suolo, dal grado di evaporazione e dalla porosità del materiale di cui è composto.
 Immaginate il quantitativo di acqua assorbito da una spugna, composta da materiale poco denso e ricco di cavità, fino alla completa saturazione dei vuoti: ecco, esso è paragonabile all’umidità da risalita. 
 In determinate circostanze, si tende a porvi rimedio ricoprendo la sezione rovinata con materiali non traspirabili provocando, dopo poco tempo, il verificarsi del medesimo fenomeno a un livello superiore.

Umidità di risalita rimedi

Quali sono i rimedi per risolvere il problema dell’umidità di risalita? Detto fatto, ma non si tratta di rimedi “casalinghi”.
 Una prima soluzione è la barriera alla risalita dell’acqua tramite l’uso di sostanze chimiche, iniettate nella muratura, o mediante il taglio orizzontale della muratura e l’applicazione di un diaframma isolante che potrebbe essere in piombo oppure acciaio o pvc. E’ possibile altresì ricorrere a un intonaco deumidificante.
Il funzionamento di quest’ultimo sistema dipende dalla struttura macroporosa della malta, che consente una superficie superiore di evaporazione, rispetto a materie più compatte e maggiore smaltimento dell’acqua che proviene dal sottosuolo.
 Per tale processo di scambio, si può adottare un sistema denominato soffione.
Tale tecnica consiste nell’inserire dei tubi, muniti di fori esalatori, a intervalli regolari e in profondità, all’esterno della muratura da bonificare.
 La posizione di questi tubi innesca un sistema di ventilazione naturale con lo scambio tra l’aria interna umida e secca dall’esterno, agevolando in questo modo l’evaporazione dell’umidità della parete.
 Un metodo alternativo e meno invasivo, è l’impiego dell’elettrosmosi che crea, utilizzando energia elettrica indotta all’interno della muratura, un campo magnetico come pure uno sbarramento al fenomeno di risalita a.
 Interventi a parte, si consiglia comunque di seguire alcuni accorgimenti pratici per mitigare questo effetto, come utilizzare, per le vecchie murature, malte a base di calce più traspiranti rispetto a quelle cementizie e di materiale acrilico.
 Ove possibile, si raccomanda di realizzare uno scannafosso attorno al perimetro della casa per permettere l’areazione della parte basamentale dei muri e ridurre gli effetti della risalita capillare.

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