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Ghedini mi rovini
di Gigi Riva
È l'avvocato artefice delle leggi ad personam, l'architetto del Lodo. E anche il protagonista di smentite e gaffes che hanno messo in crisi la credibilità del premier. Ecco la sua carriera dai nuclei neofascisti al Palazzo
Si chiama Niccolò Ghedini. Farà strada".
Nemmeno lui immaginava quanta. Oggi lo stesso Niccolò Ghedini è, come il suo omonimo Machiavelli, il consigliere più ascoltato del Principe.
È lui che scende nell'arena delle trasmissioni più agguerrite, come "AnnoZero" per lanciare il grido di battaglia "Mavalaaa", diventato un marchio di fabbrica all'indirizzo degli avversari, ovviamente "comunisti" e "parrucconi". Lui che si offre alla stampa nei momenti delicati e al prezzo di straordinarie
gaffes. Come quella proverbiale su Berlusconi che "anche fossero vere le ricostruzioni di questa ragazza (la D'Addario), e vere non sono, sarebbe al massimo l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile". O come quella sull'avvocato di Zappadu, il fotografo di villa Certosa, che "è difeso da un eurodeputato dell'Italia dei Valori. C'è una doppia veste, avvocato e parlamentare che
non si dovrebbe confondere" (dal suo pulpito). O quando definisce le registrazioni della D'Addario
inverosimili e frutto d'invenzione perché "non credo sia mai andata a casa di Berlusconi" quando proprio "L'espresso" le ha rese disponibili con la voce del premier chiaramente identificabile.