



In realtà, il segreto del successo della seduta, non sta solo nell'aspetto piacevole, organico ed aggiornato alla nuova tendenza minimalista montante negli anni '90, ma ciò che sta al suo 'interno'.
La struttura è insolitamente leggera (si solleva con una mano) ricorda inevitabilmente un pezzo del 1957 di Ponti (la 699 o Superleggera, sotto, Cassina) e rivela al suo interno una composizione accurata:
un telaio massello di acero o frassino di dimensioni minime, su cui poggia l'impiallicciato esterno, mentre, tra i due strati, invece di utilizzare materiale riempitivo meno nobile come mdf per esempio, Blumer - mutuando la tecnica costruttiva delle ali degli alianti - nella cavità restanti inserisce resina poliuretanica, sufficiente per sostenere il peso di una persona e per evitare che il piano della seduta si imbarchi.
La sedia di Blumer arriva a pesare solo 2,3 Kg, 1/4, 1/5 in meno rispetto alle sedie tradizionali in legno, ed è di poco più pesante della 699, che è una piuma (1,7 Kg !).
Come gran parte della progettazione Alias, LaLeggera non grida ai 4 venti la tecnica avanzata con cui è realizzata, e nemmeno costringe lo spettatore a constatarlo coscientemente: la seduta ci appare all'inizio una come tante; solo il suo utilizzo in casa, il tentativo di spostarla, sollevarla, ci suggerisce che qualcosa di diverso è al suo interno.
LaLeggera fa attualmente parte della collezione permanente del Metropolitan Museum of Art di New York, del Centre George Pompidou e del riaperto Museè d’Arts Dècoratifs di Parigi, e chiaramente, è nelle collezioni della Triennale di Milano.


Infine, merita un cenno la straordinaria storia della 'giovane' impresa Alias di Grumello del Monte, ora nel ventaglio del gruppo di Poltrona Frau controllato da Charme, il fondo presieduto da Montezemolo.
L'azienda, caratterizzata da un'immagine dinamica ed innovatrice, nacque nel 1979 per merito di Carlo e Francesco Forcolini ed Enrico Baleri (che, in seguito, si distaccò, fondando poi la Baleri Italia) e fu lanciata nel mercato europeo grazie ad alcuni progetti di successo, tra cui, quelli di Giandomenico Belotti (sua la Spaghetti chair tutt'ora presente in catalogo) e di Vico Magistretti. In particolare, il boom delle vendite si ebbe con la Spaghetti, che sdrammatizzava con una rilettura ironica il rapporto coi maestri dell'International Style e del razionalismo.
Alla presentazione, il marchio ebbe il sostegno di Vico Magistretti - che realizzò Broomstick (una serie 'povera', realizzata con mazze e scope di legno, che pur col sostegno della critica, fu un flop commerciale) - ed il successo ottenuto fu anche merito di una strategia mediatica realizzata con azzeccati lanci commerciali (memorabile la presentazione di Colonia, con la regia di Ingo Maurer, tenutasi in una fabbrica di cioccolato dismessa in cui i pezzi di design erano popolati da una folla di giocolieri, ballerine, streghe, ecc.. e poi quella nella Galleria d'arte Marconi in cui sedie e tavoli erano accompagnati dai tagli di Fontana e dai cretti di Burri)..


