#1896
da Art69
Ebbene si, era scontato che la Giunta per le Autorizzazioni a Procedere del Parlamento italiano ha deciso che il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino non deve essere arrestato per l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica nonostante che gli episodi di cui parlano i collaboratori e pentiti di mafia partano addirittura dal 1996!
Tra i balbettii di una parte dell'opposizione, e la spaccatura dell'Udc (uno a favore e uno contro), è illuminante il discorso di Maurizio Paniz del Pdl: “la Giunta non deve entrare nel merito della vicenda ma limitarsi a verificare se la situazione prospettata possa sovvertire le esigenze della sovranità popolare. Ebbene, Nicola Cosentino è stato eletto dal popolo per svolgere la sua funzione parlamentare e di Governo. Un eletto dal popolo non può essere privato della sua funzione senza validi motivi, che in questo caso mancano del tutto”.
Ovvero si sostiene non che l'elezione un politico deve essere indotto ad un comportamento irreprensibile (Fini usa dire "al di sopra di ogni sospetto come la moglie di Cesare"), ma che, con l'elezione, egli venga circondato da una speciale aura, uno scudo come fosse un supererore, che ne rende insindacabili i comportamenti e quindi, se gli stessi costituiscono reato, non lo sono a prescindere per il fatto che a commetterli è un eletto del popolo (o un eletto tra gli dei?) e quindi che, come sostiene il lugubre Quagliarello, solo e soltanto gli avversari politici, travestiti da magistrati, vedono nei comportamenti di Cosentino, dei reati che non ci sono, ribadendo per l'ennesima volta la stramberia che siccome il popolo li elegge (e sorvoliamo sul fatto che non sceglie le persone ma solo liste bloccate composte dai partiti) solo il popolo ha il diritto di giudicarli.
Quindi chiunque abbia commesso reati, anche se solo per procurarsi voti o consensi, oppure anche se lo avesse fatto precedentemente alla propria attività politica, è sufficiente che trovi quattro polli che lo votano, oppure che entri nelle grazie dei capicorrente per farsi eleggere e si troverà automaticamente intoccabile anche per aver rubato o ammazzato o stuprato.
E a questo andazzo, come fosse un privilegio di casta, si prestano a giorni alterni anche le opposizioni, perchè, tranne per Toni Negri nel 1983, nemmeno quando è stata in discussione la richiesta di autorizzazione per esponenti del centrosinistra è stata concessa.
Si ha persino la faccia tosta di richiedere la vecchia autorizzazione a procedere, quella in vigore fino allo scoppio di Tangentopoli, che bloccava le inchieste e non solo gli arresti.
Peccato che i nostri Padri Costituenti, quando pensarono a questo strumento, non volessero un privilegio di casta, ma pensavano semplicemente ad uno strumento che consentisse a tutti i parlamentari, di qualunque schieramento politico, di poter esprimere liberamente opinioni e gesti difformi dal governo in carica, come accadeva di continuo durante il fascismo. Non pensavano ad uno scudo che rendesse i parlamentari intoccabili per qualunque reato potesse essere commesso, soprattutto per quei comportamenti che nulla c'entrano con l'azione politica, ma che riguardano o la ricerca del consenso o la vita privata o professionale o imprenditoriale....