

Di ricordi dai lontani periodi di scuola (sono passati troppi anni) ce ne sono tanti... e anche alcuni rimpianti per le scelte fatte sia come scuola media superiore sia per non essere andato all'università.
Ma tant'è, ripensando alle cose belle....
Alle elementari, all'esame di quinta, visto che ero un secchione (a differenza delle medie) la maestra (suora) mi disse di guardare che il mio compagno di classe facesse bene il tema, ed io finsi di dargli un'occhiata se andava bene o no ma non diedi assolutamente importanza a quel che scriveva (avrei detto che andava bene anche se avesse fatto un tema da schifo!)
Sempre alle elementari, la solita maestra che era fissata con il farci fare la cronaca il lunedì delle cose più importanti che ci erano accadute la settimana prima, tranne, guarda caso, le poche volte in cui accadevano cose che io ritenevo eccezionali (tipo la visita di alcuni parenti che abitavano ed abitano ancora in Argentina)
Alle medie, visto che ero in una delle poche scuole in città ad avere il campo di calcio, le partite che facevamo contro le altre classi, nelle quali di solito perdevamo

Alle medie, una compagna di classe molto carina ma che se la tirava e per la quale noi maschietti eravamo divisi in due.... chi ci pendeva e a chi stava sulle @@.... io appartenevo alla seconda categoria.... un sabato a scuola mi disse che voleva uscire con me e le risposi "oggi no, domani no... forse tra una settimana" .... ho avuto modo di rincontrarla più volte in questi anni, per qualche settimana mi è stata anche collega di lavoro ma mi è rimasta ancora sulle @@ (gia F.B.I inside a 14 anni...)
Alle superiori, la profonda ammirazione che avevamo per il prof di religione degli ultimi tre anni... non era un prete ma un laureato in teologia... ragazzo (visto che aveva pochi anni più di noi) molto profondo, con il quale parlavamo veramente di tutto, un tipo come il personaggio di Robin Williams ne L'attimo fuggente.
Sempre alle superiori, la gita di IV tre giorni a Roma, sempre con l'insegnante di religione, con un'amico di mio padre e vicino di casa che mi chiese di tenergli sott'occhio la figlia (notevole ragazza, che mi piaceva ma a cui avevo rinunciato essendo fidanzatissima), mentre io avevo conosciuto una ragazza di un'altra sezione, con la quale non riuscii a concludere nulla e di cui, imbranato, non chiesi il numero di telefono (rimorso che mi sono portato dietro per anni!!)
L'insegnante di italiano di III, IV e V, che, pur severa, era bravissima e adorata da tutti, tant'è che volemmo lei come membro interno all'esame di stato (anno 1987-1988... era nel periodo in cui c'era 1 insegnante dalla classe nostra e i restanti tutti esterni) che nelle varie gite di 1 giorno per motivi culturali a musei & c si raccomandava sempre "scarpe basse e pedalare"
L'insegnante di diritto di III, le cui lezioni non riuscivamo a capire troppo bene perchè parlava con un forte accento meridionale, che teneva l'unghia del mignolo sinistro molto lunga, e che a mia madre al primo ricevimento dei genitori dell'anno (di solito ci veniva lei) disse letteralmente con me presente "suo figlio pensa poco allo studio e molto alle vacche" e io gli risposi candidamente "a cosa si riferisce, agli animali o alle ragazze?" (con conseguente gomitata di mia madre....)
La prof di ragioneria di III, neolaureata al primo impiego, che faceva interrogazioni lunghissime.... la mia iniziò nell'ultima mezzora di un giorno di lezione, proseguì per le due ore della lezione successiva e al terzo giorno voleva proseguire ancora ma io le dissi "non ci sto ad essere interrogato con questi metodi" e tornai a sedere al mio banco. Vista l'assoluta incapacità di spiegare, cercammo di convincere i nostri genitori e quindi il preside, con il risultato che a marzo cambiammo insegnante, e il programma di III lo finimmo in IV.
In II e III l'insegnante di francese, vicepreside, molto severa, e noi stonXi che calcando sul fatto che aveva un naso.... prominente dicevamo (ovviamente non in sua presenza) che con quel naso così non poteva comunque insegnarci le particolarità della pronuncia francese (tant'è che nei compiti di francese io regolarmente sbagliavo tutti gli accenti)
Il compagno di classe, più grande di noi, che, proveniente da un'altra scuola, ci trovammo in V e che stava a tutti sulle scatole (dicevamo che non si lavava mai, e tutte le altre cattiverie possibili).
Due delle compagne di classe, secchione ma molto belle che guardavano Beautiful e dalle quali cercavamo di andare, quando possibile, per studiarci insieme.
L'altra secchiona, un pò meno bella, tra l'altro mia vicina di casa, che avevamo soprannominato "latticino" perchè di carnagione molto chiara.