Contratto architetto

#1
Salve buongiorno a tutti e grazie (in anticipo) per l'aiuto :)
Vi racconto il mio caso
Abbiamo acquistato un appartamento e dopo aver giocato a fare gli architetti ci siamo rivolti ad uno vero per aiutarci alla definizione degli spazi (che fossero a norma, usufruibili, ecc.). Alla fine ci ah presentato un progetto che riprendeva, con poche, pochissime variazioni, i disegni che avevamo realizzati noi con un programma cad.
Sia l' approccio che le idee suggerite dall'architetto erano di nostro gradimento (infatti non ha fatto altro che mettere su carta quello che noi avevamo decisso in precedenza) e dunque abbiamo firmato la carta di incarrico e il contratto per affidarli progettazione, direzione di lavori, gestione burocratica della ristrutturazione, chiusura e colaudo garantendo un compenso dal 10 al 15% sul costo della ristutturazione.
e fin qui niente di strano. Il problema è che ora l'architetto pretende la percentuale anche sugli infissi, porte e materiali impiegati nella ristrutturazione quando la scelta dei materiali, la ricerca di questi, la richiesta di preventivi per confrontare prezzi (giri e giri per roma città provincia e regione), la contrattazione dell'azienda che ristrutturà l'appartamento e la risoluzione dei problemi collegati alle scelte realizzate, la abbiamo e la stiamo risolvendo personalmente.
E infine, la mia domanda, esiste un modo per annualre il contratto, pagando evidentemente il lavoro svolto prima che inizino i lavori?
Grazie ancora e scusatemi per questa filippica.
Un saluto

#2
Mi sembra una questione insolita quella di pretendere una percentuale sui materiali. Fatevi spiegare con più chiarezza cosa e perchè pretende tali compensi, sulla base di quale criterio?
Alcuni dei compiti che avete e che state svolgendo rientrano nella normale amministrazione di un D.L.
Architettura e Interior Design

#3
architeo ha scritto:Mi sembra una questione insolita quella di pretendere una percentuale sui materiali. Fatevi spiegare con più chiarezza cosa e perchè pretende tali compensi, sulla base di quale criterio?
Alcuni dei compiti che avete e che state svolgendo rientrano nella normale amministrazione di un D.L.
Grazie mille architeo per la tua risposta chiederò spiegazioni ma è normale che chieda la percentuale anche sulle porte e gli infissi? Anche a noi sembra tanto strano.
poi per la D.L. ha detto che visiterà in cantiere un paio di volte a settimana, basteranno?
Tutto da chiariarire...

#4
accordarsi per un compenso sul 10 o 15 % dei costi di ristrutturazione mi sembra una cosa molto ma molto vaga.
occhio alla firma dei contratti, tutto deve essere chiaro, senza margini di interpretazione...

#6
Qui si aprono le dolenti note.......
Il compenso è in proporzione all'importo dei lavori, quindi ANCHE delle porte, delle finestre, delle piastrelle, del water, e di tutto ciò di cui il progettista si occupa.
Nella percentuale indicata tutto questo è già compreso.
A meno che lui non intenda chiedere altro ai vari fornitori......... cosa deontologicamente SCORRETTISSIMA ma che, purtroppo, molti praticano...

#7
Ma se tutto questo (piastrele, water, parquet, porte, infissi, insoma, tutto) fosse stato scelto senza l'aussilio dell'architetto? (mai accompagnato, mai suggerito)?
Grazie mille per l'aiuto davvero

mi spiego meglio

#8
nel senso che l'architetto non ci ha mai suggerito i materiali da scegliere, siamo noi che abbiamo girato per negozi e negozi per vedere, chiedere preventivi per confronto, cercato l'azienda che realizzera materialmente i lavori, perso giornate di (ferie) per poter fare tutti questi giri.
L'arquitetto si è limitato a mettere su carta quello che noi dicevamo e a controlare che la quantità di amteriale ordinato fosse quella giusta (abbiamo fornito gli ordini realizzati e ha anche assistito alla firma del contratto con la ditta che realizzerà i lavori).

#9
tecnicamente, la richiesta non è sbagliata, perché anche i materiali, le porte e gli elementi di finitura, insomma tutto ciò che è necessario e sufficiente a rendere "usabile" una casa può essere considerato la base per il calcolo della parcella professionale: il problema è stato quindi un accordo forse non chiaro fin dall'inizio. Nella quasi totalità dei casi, infatti, con i miei clienti stabilisco la parcella sulla base dei primi preventivi che giungono dalle imprese, e nella lettera d'incarico specifico che quell'importo non subirà variazioni, quindi il cliente sa fin dall'inizio quanto costerà la mia prestazione.

Da un punto di vista della correttezza, non mi sembra limpido il comportamento di chi chiede denaro sulla base di forniture che di fatto non si ha minimamente gestito nè supervisionato (se è vero, come dici, che il collega non ha seguito nemmeno la posa dei materiali o la scelta degli stessi): in ogni caso per deontologia non posso addentrarmi nel merito.

In qualità di committente, comunque, hai tutto il diritto di sollevare dall'incarico, in modo unilaterale, il tecnico di cui ritieni di non avere più l'indispensabile fiducia. Nel caso, sei comunque costretto a riconoscergli una percentuale dell'importo pattuito in base alle prestazioni effettivamente svolte, ed a nominare un secondo tecnico per portare a termine la pratica urbanistica (sempre nel caso in cui non sia già tutto chiuso).

Puoi descriverci più nel dettaglio quali sono i punti della lettera d'incarico che avete firmato?
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