Non mi vergogno esclusivamente perchè ho un motivo per cui chiederlo.
Io non voglio vivere sulle spalle di nessuno e sul lavoro altrui.
Purtroppo vivo una situazione lavorativa allucinante che mi sta portando, dopo otto anni di sopportanzioni, otto anni in cui cerco di vedere il lato positivo, ad un esaurimento nervoso.
Ti posso solo dire che, nell'ultimo anno, nonostante la crisi che c'è, ben 31 persone, tra ragazze di vent'anni senza una famiglia, e donne di quarant'anni con figli e mutuo a carico, ecco di queste 31 persone non ce n'è una che è resistita una settimana dove lavoro io.
Se non ho diritto ad un'indennità finchè non trovo un altro lavoro, ok non ne ho diritto. Non farò un caso di stato. Non ne ho diritto e basta. Lo chiedevo solo perchè mi licezio comunque per giusta causa e non perchè non ho voglia di lavorare e voglio starmene a casa con i contributi dello stato.
Non sono stata a casa in malattia ne quando avevo la febbre a trentotto, ne quando avevo le stampelle e una caviglia ingessata perchè credo che il lavoro sia un'impegno da rispettare.
Mi faccio ottanta chilometri al giorno per andare al lavoro e sono via da casa dalle otto e mezza di mattina alle sette e mezza di sera, se mi va bene. Dopo tutto questo, essere insultata, prendermi cellulari in faccia o fascicoli, e tutta una serie di altre cose che non sto qui a dire, non credo di poter reggere ancora tanto...abbiamo le telecamere puntate tutto il giorno addosso, i conguagli dello stipendi di settembre, ottobre e novembre li abbiamo presi a dicembre, e l'azienda è più che florida.
Detto tutto questo c'è chi può capire chi no, ma di certo non mi vergogno a fare una domanda.