Solaria ha perfettamente ragione quando parla dei residui di lavorazione. Bisogna tener conto (e pochi purtroppo lo sanno) che l'acciaio è un materiale "vivo", contrariamente a quanto ci si immagina. Vivo chimicamente intendo. La protezione "inox" (più corretta la definizione "
stainless" inglese!) è data da un fenomeno detto "passivazione". Uno strato "passivante" (in pratica ossidi e idrossidi di cromo) garantisce la protezione dalla ruggine. Ma questa protezione non è costante ed eterna. È chimicamente "viva" perché interagisce costantemente con altri materiali. Da qui l'impossibilità che l'acciaio inox rimanga brillante come in esposizione!
Ora, tornando a Solaria, bisogna sapere che la resistenza alla corrosione dell’acciaio inox può essere messa in pericolo, ad esempio, dalla "contaminazione ferrosa", cioè qualora delle particelle di ferro entrino in contatto con l'inox, per esempio durante delle operazioni di saldatura. Ho quindi paura che Franke non abbia tanto un problema di qualità (in sé) dei prodotti, quanto di processi di produzione. In altre parole, in qualche stabilimento la lavorazione dei lavelli non è fatta a regola d'arte (bastano poi delle semplici precauzioni!). Per esempio, appunto, i lavelli vengono lasciati entrare in contatto con particelle di ferro, che debilitano la pellicola passivante, scatenando quei "puntini" di ruggine tanto odiati (giustamente) dagli utenti. Bisognerebbe sapere da quali stabilimenti provengono i lavelli sotto accusa.
La proverbiale qualità dei lavelli Alpes, ad esempio, viene dal fatto che la percentuale di cromo è maggiore (19/10 al posto di 18/10). Ma non è l'unico criterio. In gioco entrano altri metalli non necessariamente menzionati dalle aziende, ma essenziali ai fini della qualità e della resistenza. Per esempio la presenza di molibdeno, ecc. Molti citano il Nirosta come esempio supremo di acciaio inox austenitico praticamente eterno e inattaccabile (vedi le tanto citate guglie del Chrysler Building di NYC), ma ovviamente un lavello in Nirosta costerebbe oggi migliaia di €
Franke, probabilmente, si limita al "minimo indispensabile" per quanto riguarda la composizione del suo 18/10, ma non significa che sia scadente. Scadente semmai, mi pare il modo di sottovalutare gli attacchi de-passivanti in sede di lavorazione e consegnare ai clienti dei lavelli "a pois"!!
Detto questo, come ha suggerito Solaria, basta usare i prodotti menzionati, per ripristinare la pellicola passivante.
In ogni caso, ripeto, non ci si aspetti un look sempre uguale dell'acciaio inox. Troppi fattori influenzano il suo stato "lucente". Anche la pulizia fatta in maniera sbagliata.