Casa mia e' diventata antica

#1
Spero sia la sezione giusta per scrivere questo argomento.
Pochi giorni fa abbiamo scoperto che casa nostra col nuovo pgt e' diventata bene isolato di valore storico che ha mantenuto nel tempo aspetti architettonici.
Noi------> :shock:
Beh casa mia e' vecchia, molto vecchia, le prime carte che attestano l'esistenza risalgono al 1100, ed era un convento. Non chiedetemi come e' arrivata in mano della mia famiglia, probabilmente qualche mio avo era un frate e si e' divertito troppo generando qualche figlio e poi sono arrivata io, dopo secoli :D

Quindi beh il fatto che sia storica non ci turba. Lo sapevamo gia'.

Pero' quello che non sappiamo e' cosa comporta cio'.
Lo so che farei prima ad andare in comune a chiedere, ma mi tocca aspettare due-tre ore per riuscire a parlare con la geometra, e mi servirebbe avere queste info abbastanza in fretta perche' il vicino di casa, che anche lui si e' visto trasformare casa in casa storica, ha appena venduto, e il nuovo acquirente si e' un poco alterato, e ci ha chiesto se siamo d'accordo per andare in comune a "cercare di rimediare".
Io penso che una volta approvato il pgt, circa un mese fa, non si possa fare molto, ma non sono esperta di queste cose comunali.

Tutta questo romanzo per chiedervi: cosa cambia, a livello di interventi ritrutturativi della casa, ora che casa mia e' classificata come bene di valore storico di colore marrone anziche' rossa?
Che agevolazioni e che vincoli ci possono essere?

Re: Casa mia e' diventata antica

#4
in genere il piano regolatore di un comune può imporre dei limiti all'attività edilizia in base alla zonizzazione (ora si chiamano tessuti) che viene stabilita dai tecnici redattori, ma ciò non equivale al vincolo storico vero e proprio: questo viene istituito sul singolo edificio per decreto dal ministero dei beni culturali e viene gestito dalle sovrintendenze locali. Ovviamente il piano regolatore dovrebbe (anzi deve) recepire i vincoli "diffusi" eventualmente imposti dal ministero o dalla regione, ma i vincoli "diffusi" vanno distinti dai vincoli sui singoli fabbricati.
Dovresti leggere le norme tecniche d'attuazione del piano, che sono una parte integrante del piano stesso, e andarti a leggere quali particolari vincoli ricadono su quel tessuto.
Ti faccio l'esempio di Roma. Una delibera di Giunta Regione Lazio stabilisce qual'è il perimetro del centro storico di Roma sulla base delle indicazioni del ministero (infatti il centro storico di roma è rappresentato nel piano paesistico regionale): in questa zona in cui c'è il vincolo "diffuso" non si possono modificare i prospetti ed i volumi degli edifici senza il parere od il nulla osta della sovrintendenza, ma le opere di modifica interna possono essere eseguite - a meno che non ci sia un decreto di vincolo specifico per quell'immobile. Come diceva il professore di progettazione con cui mi sono laureato "il prospetto degli edifici appartiene a chi passa per la via; l'interno appartiene a chi abita": quindi è giusto che i centri storici vengano tutelati nell'integrità dei prospetti esterni. Il prg di roma, poi, nello specifico dettaglia quali opere interne possono essere fatte e quali no, in base al tessuto (a roma abbiamo 10 tipi diversi di "centro storico", ciascuno con diverse limitazioni e diverse possibilità), fermo restando il vincolo della sovrintendenza sugli esterni. Per esempio, nei tessuti di origine medievale - i più antichi - non si possono fare nè fusioni nè frazionamenti, a meno che non sia per ripristinare una precedente situazione che va opportunamente documentata. Su altri tessuti sempre della città storica, invece, sono ammessi con alcune limitazioni (p.e. la superficie minima delle unità derivate deve essere di 45mq). I lavori di ristrutturazione interna (senza fare fusioni o frazionamenti) però sono sempre ammessi (ci mancherebbe!) e si può fare sostanzialmente ciò che si vuole, anche le pareti fucsia ed il soffitto arancione :wink:
Operazioni più invasive sono sempre possibili, grazie a strumenti urbanistici abbastanza potenti quali il progetto integrato, in grado di andare in deroga ai piani regolatori, ma si usano generalmente per ampie ristrutturazioni urbanistiche, dovendo essere approvate di fatto dalla totalità delle amministrazioni che hanno competenza sull'area (comune, provincia, regione, sovrintendenza, eventuali enti, etc etc) attraverso la conferenza dei servizi.

Nelle norme tecniche d'attuazione del prg del tuo comune dovresti trovare indicazioni simili a quelle di Roma.
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