eccomi, approfitto dei minuti che mi separano dalla prossima poppata per tentare di riassumere il giorno che mi ha cambiato la vita.
la matina del 19 luglio parto con i miei e mia sorella alle 6.45 per trovarmi in clinica alle 7.30 come mi avevano chiesto le ostetriche il giorno prima. nel giro di un'ora l'atrio si riempie di partorienti, alcune in travaglio ma per lo piu eravamo tutte candidate al cesareo e in quella giornata ci ricoveriamo in dieci. mi assegnano una camera doppia

e la prima a scendere in sala operatoria è proprio la mia compagna d stanza, poi tocca a me, e nel frattempo mi "tosano" li sotto, in barba (mo' ce vo') alla ceretta sgambata di qualche giorno prima. mi metto camicia da notte e birkenstok, almeno mi sento figa oltre che c@c@ta sotto, e mentre arriva al nido il bimbo della mia vicina di letto mi rendo conto che ci siamo, tempo un'ora al massimo e vedro che faccia ha questo piccolo calciatore pigiato nella mia pancia. arrivo in sala operatoria con una strana sensazione di calma, riconosco per primo l'anestesista, l'infermiere di sala ( carino!!

) mi invita gentilmente a mettermi ignuda e cavallerescamente mi copre subito con il telo sterile

a quel punto mi siedo sul lettino rischiando di incastrarmi con una chiappa in uno spazio vuoto del. tavolo operatorio

ma è solo un momento di defaillance e sono di nuovo in sella. nel frattempo Lou si prepara e subito dopo la spinale, mentre le gambe mi diventano due blocchi di piombo, entra anche lui e si posiziona dietro di me. arrivano il mio ginecologo e l'aiuto chirurgo e via,si parte. dopo una decina di minuti di rimescolamento nelle parti basse vedo Lou che non semplicemente e per usare un eufemismo non mi cac@ più, lo sguardo oltre il telo sterile teso tra la mia testa e i chirurghi. gli sento appena dire "sta per nascere, manca poco". e poi un silenzio surreale, uno stato di sospensione, il tempo si dilata nel mio ricordo fino a quel pianto tante volte immaginato ma mai neppure lontanamente simile a come si fa sentire per davvero. la cosa buffa è che non mi ricordo altro se non che nel mostrarmelo nonsi rendono conto che riesco a scorgerne appena un ciuffo di capelli con quel telo sempre sopra la mia testa. delusissima mi metto lamentosamente a dire "ma io non l'ho visto" e allora un'osterica gira intorno al tavolo e me lo mostra. un mostriciattolo impiastricciato di liquido amniotico e vernice caseosa, ecco il mio piccolino

mi viene da singhiozzare ma senza lacrime e visto che ho meta corpo fuori controllo, per paura di caderee dal tavolo operatorio a furia di singhiozzare mi decido nel giro di pochi secondi a darmi una calmata visto che si deve ancora cucire la toppa li sotto. finito il ricamo mi rimettono nelmio letto come un sacco di patate novelle e mentre vedo i neon sul soffitto penso che ce l'abbiamo fatta e che devo assolutamente vedere meglio se mio figlio è veramente un mostriciattolo. passeranno circa tre ore prima di poter dire che guglia è il bimbo piu perfetto che potessi mai immaginare di mettere al mondo ma quando me lo poggiano sul petto posso finalmente piangere e sentire per la prima volta in trentasei anni di vita una felicità che non conosce limiti nè paragoni. tutto è chiuso in quel minuto perfetto in cui la mia pelle tocca la sua e lo sento respirare addosso a me e capisco che da quel momento in poi non avrò nient altro da chiedere alla vita, niente altro che non sia per lui.
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