Re: La crisi nel settore cucine

#226
Volevo lasciare il mio punto di vista da consumatore sulle osservazioni fatte da Q e da Paul e altri rispetto all'equazione

basso budget= comportamento gregario, stupidità cliente, ignoranza rispetto alla qualità, 'pronazione' rispetto alla pubblicità

Scusate se sto un pò semplificando e generalizzando

In primo luogo come risorse scarse ci metto oltre ai soldi anche il tempo. Quindi purtroppo, la pubblicità nella sua funzione basica mi fà conoscere delle opportunità in modo veloce, insieme ad altri canali di comunicazione più ricchi, senza costringermi a fare 'anticamera' da tutti i mobilieri della città per vedere se a prezzo congruo riesco a trovare qualcosa di adatto. Non a caso questo forum con i consumatori e gli 'esperti' ha successo perchè compensa la latitanza in comunicazione e trasparenza di molte realtà commerciali fisiche.

Dunque, coloro che stanno dall'altra parte della barricata non si rendono conto che:

- per avere una determinata qualità o design la differenza non è di poche centinaia di euro, ma di migliaia.
è frequente e palese con i divani, tanto che molti potendo optano per quello artigianale per avere una certa estetica e una certe qualità ad un costo accessibile
ho un esempio con un tavolino caffè Coin vs Cassina, stessa linea il primo a 150 euro il secondo a 1800 euro.

Ma davvero credete che tutti non colgano la differenza?

Non è possibile pensare che effettivamente molti non possano loro malgrado permettersi di sforare di migliaia di euro

Cioè io mi rendo perfettamente conto che un divano molteni o una cucina de rosso hanno un prezzo alto e per qualità design innovazione etc....e che Ikea P&S MC ect in proporzione hanno forse un prezzo alto rispetto alla qualità, rimane il fatto che il prezzo è così spropositamente alto rispetto ad un determinato budget e che la scelta è obbligata

Io capisco benissimo che per un professionista della vendita 5000-10000 euro sono bruscolini, ma per molti di noi purtroppo non è così in molti casi, potreste mettervi nei nostri panni, altrimenti la percezione che molti hanno di snobberia a questo punto sarebbe giustificata

Quando ho iniziato la mia ristrutturazione avevo già deciso le lampade che desideravo moltissimo, una al costo di 300 e l'altra al costo di 500, bene, un ottimo prezzo per ciò che consideravo pezzi di design che avrebbero completamente soddisfatto e appagato il mio senso estetico (mai viste in galleria e quindi addirittura poco 'gregarie' e comunque prodotte da aziende qualificate) .

Ora purtroppo alla fine della ristrutturazione questi 800 euro sono un lusso impensabile e ho dovuto acquistare due sospensioni IKEA a 19 euro l'una che troveremo in massa in centinaia di case.

Davvero pensate che non colga la differenza? Che si rinunci a tutte una serie di cose pur potendo scegliere?

Alcuni acquirenti sicuramente saranno gregari, disinteressati, consumisti, plagiabili, rompipaxxe, ignoranti, pignoli, ricchi e cafoni, ricchi e tirchi, poveri, ma belli, poveri e spendaccioni, ricchi e sofisticati (beati loro :D) , fanatici del marchio, fanatici della scheda tecnica, gli ecologisti, gli opulenti, i poveri di tempo, ricchi di tempo capaci di battere tutti i mercatini e le fabbriche della contea etc...etc...in una combinatoria molteplice di caratteri desideri e possibilità di spesa e di tempo.

(Il marketing che funziona ha ben compreso queste sfumature....)

Ecco volevo restituire al genere umano la sua complessità
ristrutturazione in progress http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 26&t=99763" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: La crisi nel settore cucine

#227
Cla tempo fa diceva che negli anni 70-80 le cucine di Magistretti ed Aiko si vendevano come l'acqua. Anche allora c'erano i prodotti più economici anche se la GDO non era organizzata come oggi. Ma sta di fatto che quei prodotti si vendevano tanto ed evidentemente non solo ai ricchi.Ora lui stesso dice che oggi si vende enormemente meno. Ed allora credo che non ci sia solo la crisi ma anche:
1) assenza di modelli sorprendenti come design e qualità che uscivano negli anni 70. Oggi c'è un piattume basta vedere le cucine scelte nel forum si somigliano tutte.
2) Modi di spendere diversi di oggi e non c'è solo il telefonino ma tante voci di spesa per i figli e per i genitori che in quegli anni non c'erano. In proprorzione si risparmiava di più ma per l'acquisto di una bella cucina essendo un bene a lunghissima durata si spendeva
3) Si spende tanto per le ristrutturazioni cosa che prima non si faceva.
4) un imbarbarimento culturale che porta ad avere quantità di oggetti, di divertimenti, di status symbol e non qualità e bellezza intrinseche durevoli
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#228
Solaria ha scritto:Cla tempo fa diceva che negli anni 70-80 le cucine di Magistretti ed Aiko si vendevano come l'acqua. Anche allora c'erano i prodotti più economici anche se la GDO non era organizzata come oggi. Ma sta di fatto che quei prodotti si vendevano tanto ed evidentemente non solo ai ricchi.Ora lui stesso dice che oggi si vende enormemente meno.

spetta... qua è sempre la stessa minestra: si stava meglio una volta e qua e di la: andiamo a vedere i numeri effettivi di allora e ci renderemo conto che una volta c'era più lavoro per chi già c'era perchè in realtà c'erano 1 decimo dei produttori di oggi ed un decimo dei mobilieri... chiaramente chi c'era lavorava "più facile" ma non possiamo certo sostenere che le produzioni di allora fossero le produzioni di oggi.... parliamoci chiari qua in zona negli anni 60 c'erano in due comuni del "centro del mobile" un 4 mobilifici degni di nota e basta ora ogni comune ha una sua zona industriale con un 100 attività varie di cui qui in zona il 60% è basato sul legno e tra l'altro con metodi nettamente più automatizzati ed industriali di produzione... vorrei dire che a qualcuno 'sto truciolare lo vendiamo e la gran parte va sul mercato interno comunque.

...in pratica dei 4 punti condivido solo il 2°sul cambio dei consumi.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#229
cla56 ha scritto:
Solaria ha scritto:Cla hai aperto il thread e sei fuggito :D
Non sono affatto fuggito!
E' che come disse giustamente tempo fà Lietta,la partecipazione al forum é inversamente proporzionale a quello che si ha da fare.
In questi giorni sono preso con il rinnovo mostra però appena ho un pò di tempo "rientro".
Intanto mi fà piacere aver visto che state "avanti" di qualche pagina.... :shock: :roll:
C'é qualcuno che vuole farmi il riassunto? :D :D
cla56
ciao cla! :D
ce la fai vedere qualche foto della nuova esposizione? :D
"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"

Re: La crisi nel settore cucine

#230
Coccininna ha scritto:Avete letto questo post su Radio Truciolo? A me sembra una buona idea... http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... =8&t=98362
scusa se intervengo in ritardo, ma mi pare la scoperta dell'acqua calda! In pratica sostituiscono solo le antine, bella innovazione, noi siamo un umilissimo briko e lo facciamo da 20 anni!
CASA MOUSE

Somehow I feel like I’ve known you all my life
And we have been together since the dawn of time and
I’ve been missing vital pieces of the puzzle
You might be the answer stranger- The R.

Re: La crisi nel settore cucine

#231
mitti ha scritto:Volevo lasciare il mio punto di vista da consumatore sulle osservazioni fatte da Q e da Paul e altri rispetto all'equazione

basso budget= comportamento gregario, stupidità cliente, ignoranza rispetto alla qualità, 'pronazione' rispetto alla pubblicità

Scusate se sto un pò semplificando e generalizzando

In primo luogo come risorse scarse ci metto oltre ai soldi anche il tempo. Quindi purtroppo, la pubblicità nella sua funzione basica mi fà conoscere delle opportunità in modo veloce, insieme ad altri canali di comunicazione più ricchi, senza costringermi a fare 'anticamera' da tutti i mobilieri della città per vedere se a prezzo congruo riesco a trovare qualcosa di adatto. Non a caso questo forum con i consumatori e gli 'esperti' ha successo perchè compensa la latitanza in comunicazione e trasparenza di molte realtà commerciali fisiche.

Dunque, coloro che stanno dall'altra parte della barricata non si rendono conto che:

- per avere una determinata qualità o design la differenza non è di poche centinaia di euro, ma di migliaia.
è frequente e palese con i divani, tanto che molti potendo optano per quello artigianale per avere una certa estetica e una certe qualità ad un costo accessibile
ho un esempio con un tavolino caffè Coin vs Cassina, stessa linea il primo a 150 euro il secondo a 1800 euro.

Ma davvero credete che tutti non colgano la differenza?

Non è possibile pensare che effettivamente molti non possano loro malgrado permettersi di sforare di migliaia di euro

Cioè io mi rendo perfettamente conto che un divano molteni o una cucina de rosso hanno un prezzo alto e per qualità design innovazione etc....e che Ikea P&S MC ect in proporzione hanno forse un prezzo alto rispetto alla qualità, rimane il fatto che il prezzo è così spropositamente alto rispetto ad un determinato budget e che la scelta è obbligata

Io capisco benissimo che per un professionista della vendita 5000-10000 euro sono bruscolini, ma per molti di noi purtroppo non è così in molti casi, potreste mettervi nei nostri panni, altrimenti la percezione che molti hanno di snobberia a questo punto sarebbe giustificata

Quando ho iniziato la mia ristrutturazione avevo già deciso le lampade che desideravo moltissimo, una al costo di 300 e l'altra al costo di 500, bene, un ottimo prezzo per ciò che consideravo pezzi di design che avrebbero completamente soddisfatto e appagato il mio senso estetico (mai viste in galleria e quindi addirittura poco 'gregarie' e comunque prodotte da aziende qualificate) .

Ora purtroppo alla fine della ristrutturazione questi 800 euro sono un lusso impensabile e ho dovuto acquistare due sospensioni IKEA a 19 euro l'una che troveremo in massa in centinaia di case.

Davvero pensate che non colga la differenza? Che si rinunci a tutte una serie di cose pur potendo scegliere?

Alcuni acquirenti sicuramente saranno gregari, disinteressati, consumisti, plagiabili, rompipaxxe, ignoranti, pignoli, ricchi e cafoni, ricchi e tirchi, poveri, ma belli, poveri e spendaccioni, ricchi e sofisticati (beati loro :D) , fanatici del marchio, fanatici della scheda tecnica, gli ecologisti, gli opulenti, i poveri di tempo, ricchi di tempo capaci di battere tutti i mercatini e le fabbriche della contea etc...etc...in una combinatoria molteplice di caratteri desideri e possibilità di spesa e di tempo.

(Il marketing che funziona ha ben compreso queste sfumature....)

Ecco volevo restituire al genere umano la sua complessità
grande mitti !perfetta descrizione dell' acquirente :wink:
The sisterhood of The Calf 37,5
it takes two to play tango (cit.dammispazio)
Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione (Algernon Charles Swinburne)

Sfacciatissima compromessa

Re: La crisi nel settore cucine

#232
Q non capisco perchè continui a quotare solo me contestandomi quando non ho fatto altro che riassumere in un elenco chiaro e senza giri di parole cose dette da altri :cry:Rileggiti la discussione e vedrai. Le ditte famose anche oggi non hanno mai 10 rivenditori per città ma 2 o 3 , oppure addirittura uno solo ( cucine di Magistretti ed Aiko). E' di queste che stiamo parlando e non del medio che ha più rivenditori, almeno Cla parlava di queste che si stravendevano negli anni 70-80 ed ora non più.Del resto anche in FIAT si sta parlando di nuovi modelli come strategia per sconfiggere la crisi.
Poi tutte le altre ditte copiano da quelle di design. Per esempio la famosa cucina Campiglia di Vico Magistretti per Schiffini è stata copiata da Del Tongo con piccolissime modifiche.Oggi al massimo la novità è una finitura e non un concetto o un modello di cucina.
qsecofr ha scritto:
Solaria ha scritto:Cla tempo fa diceva che negli anni 70-80 le cucine di Magistretti ed Aiko si vendevano come l'acqua. Anche allora c'erano i prodotti più economici anche se la GDO non era organizzata come oggi. Ma sta di fatto che quei prodotti si vendevano tanto ed evidentemente non solo ai ricchi.Ora lui stesso dice che oggi si vende enormemente meno.

spetta... qua è sempre la stessa minestra: si stava meglio una volta e qua e di la: andiamo a vedere i numeri effettivi di allora e ci renderemo conto che una volta c'era più lavoro per chi già c'era perchè in realtà c'erano 1 decimo dei produttori di oggi ed un decimo dei mobilieri... chiaramente chi c'era lavorava "più facile" ma non possiamo certo sostenere che le produzioni di allora fossero le produzioni di oggi.... parliamoci chiari qua in zona negli anni 60 c'erano in due comuni del "centro del mobile" un 4 mobilifici degni di nota e basta ora ogni comune ha una sua zona industriale con un 100 attività varie di cui qui in zona il 60% è basato sul legno e tra l'altro con metodi nettamente più automatizzati ed industriali di produzione... vorrei dire che a qualcuno 'sto truciolare lo vendiamo e la gran parte va sul mercato interno comunque.

...in pratica dei 4 punti condivido solo il 2°sul cambio dei consumi.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#233
Solaria ha scritto:Cla tempo fa diceva che negli anni 70-80 le cucine di Magistretti ed Aiko si vendevano come l'acqua. Anche allora c'erano i prodotti più economici anche se la GDO non era organizzata come oggi. Ma sta di fatto che quei prodotti si vendevano tanto ed evidentemente non solo ai ricchi.Ora lui stesso dice che oggi si vende enormemente meno. Ed allora credo che non ci sia solo la crisi ma anche:
1) assenza di modelli sorprendenti come design e qualità che uscivano negli anni 70. Oggi c'è un piattume basta vedere le cucine scelte nel forum si somigliano tutte.
2) Modi di spendere diversi di oggi e non c'è solo il telefonino ma tante voci di spesa per i figli e per i genitori che in quegli anni non c'erano. In proprorzione si risparmiava di più ma per l'acquisto di una bella cucina essendo un bene a lunghissima durata si spendeva
3) Si spende tanto per le ristrutturazioni cosa che prima non si faceva.
4) un imbarbarimento culturale che porta ad avere quantità di oggetti, di divertimenti, di status symbol e non qualità e bellezza intrinseche durevoli
Ciao Solaria, io sono nata negli anni 70, non ancora capace di apprezzare il design coevo alla mia nascita, comunque volevo un pò relativizzare il tuo discorso:
1) credo che la percezione di grandi rivoluzioni sia da considerare relativamente al periodo precedente quando la cucina anche dai ricchi borghesi era considerata un locale di servizio, e credo che anche negli anno 70 le cucine di Magistretti non fossero alla portata di tutti.
Io personalmente non trovo le cucine così 'uguali' tanto che alcune mi piacciono e altre meno, ma certo dipende dal tipo di dettagli a cui uno si riferisce.
Sicuramente ci sono delle tendenze, per esempio è molto interessante un'intervista della Urquiola, (purtroppo non la trovo e cito a memoria) designer che apprezzo moltissimo (ha lavorato con magistretti e castiglioni) sul fatto che negli ultimi anni si sia affermata una cucina massiccia di tipo 'maschile' , abbastanza mastodontica e rigida (penso che l'apice sia la cucina in cemento), e che le nei prossimi si affermerà qualcosa di più 'piccolo' flessibile e 'femminile'. Andiamo per macro paradigmi

Chissà se è questo 'stile' che te le fà percepire tutte uguali.....

Rimane per me il fatto fondamentale che una grande varietà è questione principalmente di soldi, se consideri le cucine dei grandi designer sono tutte molto caratterizzate.....e ora come negli anni '70 rimangono privilegio di pochi
Il problema è che in una data fascia di prezzo è difficile trovare qualcosa di 'particolare', facevo l'esempio della de rosso, perchè ho approfondito il discorso del laminato finitura alla quale ero interessata per vari motivi, in pratica ho visionato le cucine in laminato di più brand perchè cercavo il laminato, ma senza l'effetto 'cameretta' e comunque con determinate finiture, ti parlo di design a 360 e non del colore (elemento che ritengo abbastanza marginale preso come assoluto) bene era fuori dalla mia portata. Allora l'impresa è stata trovare la via di mezzo 'tra l'effetto cameretta' (proposta dalla maggiorparte dei marchi medi) e la de rosso o la riciclantica etc....(per esempio ho constatato anche twenty in laminato fosse una cameretta costosissima)

2) Ma non sò prima non c'era il telefonino, ma c'era il mutuo.....
...........
4) Su questo punto vorrei commentare quando ho più tempo :D
ristrutturazione in progress http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 26&t=99763" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: La crisi nel settore cucine

#235
Solaria ha scritto:Q non capisco perchè continui a quotare solo me contestandomi quando non ho fatto altro che riassumere in un elenco chiaro e senza giri di parole cose dette da altri :cry:

non ce l'ho con te solo che tu mi offri più spunti degli altri :lol:

per esempio su 'sto fatto che non c'è innovazione... ci siamo che l'arredamento in generale non è la telefonia e l'elettronica ma mi sembra che di tendenze e cambiamenti ce ne siano stati parecchi: certi belli certi non belli... una volta la cucina era un lavabo a se stante, una credenza a se stante, una stufa/cucina economica.... poi si sono cominciati ad integrare elementi e si è arrivati alle cucine componibili... a parte i materiali però ora ci sono ante vasistas, che si aprono a gabbiano a libro ad enciclopedia, elettroniche, pneumatiche, push pull, rallentata, frenata poi abbiamo la nascita di soluzioni a penisola e poi ad isola e poi con la cucina che straborda ed invade la zonagiorno diventando portatv, libreria... poi se guardi per esempio snaidero trovi la famosa skyline che con questo piano curvo ha fatto un po' scuola, la stessa venus con il piano che va su e giù è imho tanto brutta quanto innovativa... perchè tu non vedi l'innovazione in questo campo?
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#236
Grazie Mitti per il validissimo spunto.
Effettivamente, messa come l'ha messa giù la Urquiola, mi viene da condividere il pensiero di Solaria.
Trovo come te che ci sia tantissima varietà nella proposta contemporanea però effettivamente moltissime cucine moderne (nel senso di stile moderno) sono variazioni sul tema del bancone di macellaio/obitor-ospedaliero, minimal fino allo sterile... Se è quello che va e che piace alla gente benissimo, però guardando le cose da questa prospettiva reputo sia innegabile che le cose stiano così. Per trovare qualcosa di vezzoso, giocoso, glam, tamarro, si fa effettivamente una fatica boia.

@Q inutile dictu, la Venus era il mio sogno bagnato :mrgreen:

Re: La crisi nel settore cucine

#237
Buon pomeriggio.
Ho riletto un pò velocemente quello che è stato scritto negli ultimi giorni e cercherò di "riprendere" il filo del discorso da cui sono partito prendendo spunto proprio dagli ultimi interventi.
E' fuor di dubbio che la realtà che ho conosciuto 20-25 anni fà é totalmente cambiata.
E' cambiato l'approccio all'arredamento,é cambiata la produzione e i sui prodotti,é cambiato,in parte, il sistema di distribuzione......é cambiata la disponibilità economica delle famiglie (soprattutto negli ultimi anni).,sono cambiati i consumi e la loro priorità.
Io ho 2 "finestre" per capire,vedere,come stà cambiando la situazione:il forum e le visite che ho da parte di pontenziali clienti.Da entrambe mi sono reso conto della forte diminuzione nell'intezione di spesa,cioè le "gente" ha sempre meno intenzione di spendere e quando lo fa perchè deve farlo,lo fà con grande difficoltà ed incertezza.
Da una parte vuole essere rassicurata dalla bontà del prodotto scelto,dall'altra "dichiara" un budget sempre più limitato.
E' evidente che le due cose in linea di massima mal si accoppiano:da che mondo é mondo tutti sappiamo che se una cosa vale di più é quasi scontato che debba avere un costo più alto.
La domanda é come fare per avvicinare queste due fattori:qualità dignitosa del prodotto che si acquista e avere un costo ragionevolmente possibile per chi lo acquista.
Il mercato negli ultimi anni ha dato 2 risposte:la grande distribuzione con i suoi prodotti più o meno standardizzati/bloccati e la rete distributiva tradizionale,(negozi) dove vengono proposti una serie di prodotti più accessibili ma che evidentemente sono e rimangono di costo comunque più alto rispetto a quelli presenti nella prima.
I riferimenti storici di cui parla Solaria e ripresi da Mitti é evidente che si rifanno ad un periodo quando io ho cominciato a lavorare nell'arredamento (1986) che é molto ma molto lontano.
Ho difficoltà anch'io a focalizzare tutto quello che é accaduto in questi 26 anni.
C'é stata una proliferazione di produttori (che erano già molti!!) impressionante.
Io non sò quanti produttori di varie dimensioni ci sono che operano solo nel settore cucina, ma sarei propenso a dire qualche centinaio,tenendo fuori l'artigiano falegname nel senso stretto.
Tutti o quasi hanno voluto "rispondere" con propri prodotti ad una richiesta da parte dell'acquirente che si é fatta man mano sempre di più "emozionale":non basta più la funzionalità, che certamente già era presente,si cerca il "qualche cosa" che identifichi la propria casa e nel caso del produttore,"identifichi"il proprio prodotto.
C'é stata una ricerca di nuovi materiali,nuove finiture ad un ritmo frenetico:ciò che "nuovo"oggi dopo 12 mesi non lo é più.
Tutto questo costa,e costa anche molto!
I piccoli produttori,inteso come fatturato,spesse volte sono quelli più propositivi perchè trovano nella "personalizzazione" l'unico modo per poter essere visibili e avere un loro mercato, ma i bassi volumi di vendita e di rotazione del prodotto fà sì che spesso il costo dello stesso risulti "eccessivo" per i più.
I grandi produttori,pur proponendo cose "nuove", normalmente lo fanno con un profilo più basso e comunque l'investimento in ricerca viene sopportato meglio visto i grandi numeri nella vendita.
L'appiattimento,inteso come immagine, di cui parlava Solaria e un pò "contestato" da Mitti riflette questa diatriba:se vogliamo che il nostro mobile,cucina,abbia quel quid di particolare,di innovativo nell'immagine e nei materiali,dobbiamo rassegnarci a prodotti "costosi", se invece ci può "bastare" la funzionalità come primo e fondamentale elemento per attuare la nostra scelta, ci si apre un mondo di prodotti che non ci faranno "emozionare" ma che di contro, preserveranno la nostra "tasca".
Personalmente non sò dare una risposta a tutto ciò,poichè da quel che vedo e sento quotidianamente mi rendo conto che ognuno di noi "risponde" in modo diverso a queste sollecitazioni.
Spesse volte anche quì sul forum mi é capitato di dover cercare di "ricondurre" a più "miti" propositi di spesa chi si era "intestardito" su cose palesemente,non dico inutili,ma certamente superflue per il buon funzionamento del mobile stesso o addirittura che ne avrebbero compromesso anche l'immagine:il tutto veniva giustificato dal "se non é così allora non me lo compro oppure vado dall'IKEA (tanto per dire..).
Ecco forse spesse volte siamo noi il "problema":eppure l'informazioni non mancano,le fonti a cui attingere sono molteplici...(una é questa dove stiamo scrivendo).
cla56
Per informazioni su Valcucine,Arredo3...vedi http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... =8&t=73040
https://www.facebook.com/casavivaroma/

Re: La crisi nel settore cucine

#238
Peppezi ha scritto:Effettivamente tanta gente entra, guarda i cataloghi, la mostra e poi non compra perché non ci sono modelli innovativi :roll:
Non è che non compri, ma magari a quel punto il prezzo assume ancora + importanza: anche a me, che ne capisco proprio poc, tra riviste e negozi le cucine (parlo della fascia media, quella che mi interessa e che più risente della crisi) sembrano un po' tutte uguali: sempre le stesse linee squadrate, e x colpire ci si concentra su composizioni faraoniche che nelle case d oggi nn entrerebbero neanche! mi direte: eh, ma i materiali! Si, peccato che già trovare un mobiloere che mostri di conoscere la differenza tra laminato e polimerico sia un'impresa!

poi, una cosina terra terra che mi permetto di suggerire ai rivenditori di marchi: fatevi segnalare sul sito! ormai il cliente sempre più spesso va su internet e da lì cerca gli indorizzi per andare a vedere dal vivo, e per me che ho poco tempo anche mentale trovare solo il numero dell'agente di zona è un limite enorme: ad esempio, sapete quanto tempo è che voglio chiamare quello di Stosa? :ops: :twisted:
Missione Cucina 8)
Mobili
Eldom
Piastrelle

:)

Re: La crisi nel settore cucine

#239
erreabi ha scritto:
Peppezi ha scritto:
poi, una cosina terra terra che mi permetto di suggerire ai rivenditori di marchi: fatevi segnalare sul sito! ormai il cliente sempre più spesso va su internet e da lì cerca gli indorizzi per andare a vedere dal vivo, e per me che ho poco tempo anche mentale trovare solo il numero dell'agente di zona è un limite enorme: ad esempio, sapete quanto tempo è che voglio chiamare quello di Stosa? :ops: :twisted:
spesso questo sistema serve per nascondere rivenditori il cui nome non deve venire a conoscenza di un suo vicino concorrente. Solitamente lo fanno aziende medio basse... In pochi casi le aziende lo fanno per aver traccia dei contatti.
la gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.