Re: La crisi nel settore cucine

#286
capperugiola ha scritto:
lari :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: volevo toccarla con mano....ma rimane comunque bella ....così plasticosa 8)
bellissima! al negozio però! anzi... neppure là! :mrgreen:

vabbè dai... son fatti tutti nella stessa maniera i prodotti della kartell, che ti aspetti... :mrgreen:
secondo me hai fatto bene a non prenderla! ti è andata di cul0 che non ci fosse in esposizione! altrimenti che scusa potevi darti per non prenderla? :mrgreen:
"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"

Re: La crisi nel settore cucine

#287
lariosto77 ha scritto:
capperugiola ha scritto:
lari :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: volevo toccarla con mano....ma rimane comunque bella ....così plasticosa 8)
bellissima! al negozio però! anzi... neppure là! :mrgreen:

vabbè dai... son fatti tutti nella stessa maniera i prodotti della kartell, che ti aspetti... :mrgreen:
secondo me hai fatto bene a non prenderla! ti è andata di cul0 che non ci fosse in esposizione! altrimenti che scusa potevi darti per non prenderla? :mrgreen:
eh già, che fortuna! :wink: :D
The sisterhood of The Calf 37,5
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Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione (Algernon Charles Swinburne)

Sfacciatissima compromessa

Re: La crisi nel settore cucine

#288
Lietta ha scritto:E questo mi pare chiaro.

Io però non capisco una cosa di tutto questo meccanismo.

Chi ha più margine di profitto dalla vendita finale? Il produttore o il rivenditore?
Perchè il costo dell'esposizione andrebbe addebitato a chi trae maggior profitto dalla vendita.

L'esposizione è sostanzialmente un costo pubblicitario. Mostri una bella cucina, ergo, attiri più clienti, ergo hai più probabilità di vendere.
I costi di pubblicità in genere sono a carico del produttore. Mi aspetterei dunque che fosse il produttore a doversi sobbarcare il costo della cucina che espone il suo rivenditore, dal momento che più cucine vende il rivendtore, maggior profitto arriva al produttore.

Se i produttori obbligano i rivenditori a comprare le cucine che espongono, evidentemente è perchè nella logica della vendita, i margini di guiadagno dei rivenditori sono tali da assorbire questo costo.

Non trovo altra spiegazione logica.
Ciao Lietta.
Le cose stanno così:il rivenditore ha percentualmente il margine di guadagno più alto.
Gli studi di settore ci calcolano un ricarico,per essere congrui,del 33% (gli esimi colleghi possono eventualmente corregermi se ho detto una cavolata ma sostanzialmente non credo di essermi sbagliato).
Cosa sa vuol dire questo?Vuol dire che su un valore di acquisto di 100 dovremmo rivendere ad almeno 133.
A questo ipotetico utile vanno sottratti tuti i costi di gestione (personale,affitto locali.......) su quello che rimane dobbiamo pagarci le tasse.E' evidente che i produttori hanno margini più bassi ma perchè il loro utile si rifà sull'intera rete di vendita:300-400 ..punti vendita.....
Normalmente la merce in esposizione viene acquistata dal punto vendita,con pagamento dilazionato,con un contributo per l'allestimento,ma viene acquistata.Quindi diviene un capitale immobilizzato che certamente serve per far vendere noi e per far vendere l'azienda produttrice però,come già detto,è a carico del punto vendita.Quindi anche questo è un costo,poichè é un investimento che il punto vendita và a fare per poter operare e che pertanto si somma agli altri già menzionati.
Tieni conto,rimanendo nel settore cucina,che con una piccola mostra come la mia (150mq.)operando con prodotto di target medio alto-alto,tale investimento può voler dire circa 120-150.000 EU.
E' un investimento molto statico,non paragonabile ad altri settori,poichè l'esposizione per essere esitata può voler dire attendere anni,cioè il tempo necessario che ti capiti quel cliente a cui stà bene quella composizione di cucina in mostra e che si adatti alla perfezione,o quasi,al suo ambiente.(l'ultima Valcucine che ho tolto dall'esposizione aveva 4-5 anni!!).
Quindi come vedi e come ti ha fatto notare Peppezzi la realtà del punto vendita é molto più complessa da quella che potrebbe emergere dal solo considerare "quanto percentulamente si guadagna su una singola vendita"
A proposito di Kartell ,visto che é un contatto commerciale che stò valutando (ma che ho già avuto nel passato) solo per essere "corner", necessitano circa 15.000EU di acquisto che, tenendo conto della vastità dei prodotti che l'azienda ha a catalogo sia per numero di articoli che per finiture, potrebbe corrispondere si o nò ad avere in mostra forse un 10% della produzione complessiva!
cla56
Per informazioni su Valcucine,Arredo3...vedi http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... =8&t=73040
https://www.facebook.com/casavivaroma/

Re: La crisi nel settore cucine

#289
Lietta ha scritto: Ma percepisco chiaramente poca chiarezza nel meccamismo di vendita. E non mi spiego la ragione. Sarebbe un bene per tutti dire quali sono i meccanismi che regolano il mercato dei mobili, anche le informazioni un po' scomode, e con scomode non intendo dire disoneste. Che male c'è a dire quali sono i ricarichi, che male c'è a dire quali sono i costi? Io non ho avuto nessun problema a dichiarare in pubblico l'ammontare del mio compenso. Quello è e quello rimane. Mica è un segreto.
Tanto non faccio sconti :lol:


La chiarezza è un dovere morale, a mio avviso, anche quando non ci sono colpe.
E a che servirebbe scusa? Non serve a nulla, se non a generare ancora più confusione e a permettere che qualcuno ti faccia sommariamente i conti in tasca senza capire nulla di cosa ci sia dietro un negozio (e non parlo di tempo, dedizione, passione, studi, aggiornamenti e altro...parlo di costi). Quando hai comprato la tua cucina, hai chiamato il CEO di IKEA per sapre che margine ha realizzato sulla tua vendita? Hai comprato perchè la cucina rispettava il tuo budget, le tue aspettative e il tuo gusto. PUNTO. Tutto il resto vorrei capire in che modo avrebbe influenzato il tuo acquisto. Quando vai dal salumiere chiedi il margine del San Daniele scorporato dagli scarti e dal piano di ammortamento dell'affettatrice? Quando compri una macchina ti chiedi quali sia il margine della concessionaria?
L'obiezione più facile che adesso potresti farmi è "perchè ci sono sostanziali differenze di prezzo tra diversi punti vendita di uno stesso marchio", no? Ti do tre risposte:
1) Nel 70-80% dei casi non si fanno paragoni attendibili (cambi di elettrodomestici, cambi di finitura, di top, di composizioni, scelte progettuali differenti)
2) Nei rimanenti casi, potrebbe dipendere dalle capacità del mobiliere che si attrezza con terzisti per abbattere i costi di determinati articoli (elettrodomestici, top, accessori) o riesce a marginare meno per costi di gestione inferiori o per volumi di affari superiori.
3) Situazioni particolari (raggiungimento di budget annui, situazione debitoria fortemente compromessa, scelte commerciali discutibili tipo quella di pensare di essersi accaparrati per sempre il cliente, morosità, varie ed eventuali.
Ora, si potrebbero scorporare tutte le voci di spesa, ma a che pro? Potrei dirti che la cucina costa X, il montaggio Y, il trasporto Z, la progettazione K, il rilievo W, etc etc.
Ma secondo te tutto questo a chi frega in fin dei conti? E se il cliente ti dice me la monto io, me la trasporto io, me la progetto io e le misure le prendo io, le responsabilità sulla garanzia chi se le prende?
Quello che la gente non vuole capire è che il mobiliere è come il salumiere. Se instauri un rapporto di fiducia, compri magari anche accettando l'extra costo rispetto al mobiliere furbo/scontista/disperato perchè sai che non ti fregherà e ti fornirà sempre assistenza e il massimo del servizio. Così come il salumiere non ti rifilerà il prosciutto sbagliato o il fruttivendolo la verdura di dubbia provenienza. In questo senso, la mentalità italiota non permette alle realtà sane di emergere, vengono sempre premiati quelli che di tolgono 100€ per poi recuperarle altrove. Ma ormai io c'ho fatto il callo e vado dritto per la mia strada.
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: La crisi nel settore cucine

#290
Condivido al 100% l'ultimo intervento di Peppezzi.
Nel mio settore (abbigliamento) il ricarico medio va dal 2.4 al 2.8 eppure il settore è in fortissima crisi e i piccoli negozi si trovano ad affrontare una situazione divenuta ormai insostenibile.

Per quanto possa contare il mio piccolissimo contributo nel mio caso abbiamo privilegiato l'acquisto della cucina rispetto al resto della mobilia scegliendo di spendere un pochino di più per una cucina di fascia media (Veneta Cucine) piuttosto che risparmiare ed acquistare una cucina della grande distribuzione che nonostante tutte le rassicurazioni del caso continua a sembrarmi di qualità nettamente inferiore.
Ovviamente purtroppo il budget di partenza non è aumentato e quindi se l'esborso per la cucina sarà maggiore quello per tutto il resto dovrà essere fortemente ridimensionato.

Riprendo il parallelo con il settore dell'abbigliamento per ricordare che non sono certo le grandi aziende del made in Italy ad avere accusato il grosso della crisi: Prada, Armani et similia hanno perso pochissimo mentre moltissimi piccoli "artigiani" del pronto moda sono stati costretti a chiudere .
Il prodotto di alta fascia ha resistito è il basso a soffrire moltissimo .
Please help me !!! http://www.arredamento.it/forum/viewtop ... 4&t=116617" onclick="window.open(this.href);return false;

Re: La crisi nel settore cucine

#291
[/quote]
Quello che la gente non vuole capire è che il mobiliere è come il salumiere. Se instauri un rapporto di fiducia, compri magari anche accettando l'extra costo rispetto al mobiliere furbo/scontista/disperato perchè sai che non ti fregherà e ti fornirà sempre assistenza e il massimo del servizio. Così come il salumiere non ti rifilerà il prosciutto sbagliato o il fruttivendolo la verdura di dubbia provenienza. In questo senso, la mentalità italiota non permette alle realtà sane di emergere, vengono sempre premiati quelli che di tolgono 100€ per poi recuperarle altrove. Ma ormai io c'ho fatto il callo e vado dritto per la mia strada.[/quote]


Concordo pienamente! E' quello che è successo a noi (io e il mio fidanzato) quando abbiamo ordinato i mobili: non siamo andati da chi ci offriva il prezzo migliore, ma da chi ci ha seguiti meglio, ci ha ispirato più fiducia e ci ha condotti passo passo ad individuare la nostra cucina ideale! E proprio in virtù dell'ottimo servizio offerto, siamo rimasti con loro anche per il divano, la camera e la parete attrezzata, non poeché fossero i prezzo migliori, ma perché la qualità era accompagnata ad un buon prezzo e tanta, tanta professionalità!!! E dirò di più: a tutti i nostri amici che stanno affrontando lo stesso percorso abbiamo fatto una pubblicità sfegatata del nostro mobiliere! E anche dell'arredatrice interna che ci ha seguiti!

Re: La crisi nel settore cucine

#293
Nel frattempo leggo su rivista on-line di settore (E-Duesse) che "Continuano le difficoltà in Del Tongo, azienda di cucine in provincia di Arezzo. Secondo alcuni quotidiani della zona, nonostante una ricapitalizzazione dell’azienda da oltre 5 milioni di euro, gli istituti di credito non concedono fidi e gli operai da oltre due mesi sono rimasti senza stipendio. Le difficoltà finanziarie della Del Tongo, dovute alla crisi del settore del mobile, si sono aggravate, secondo le fonti, dopo la perdita di numerose commesse in Libia a causa della guerra. Attualmente è stata aperta la Cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti secondo due diverse formule: o a zero ore oppure con orario ridotto per 12 mesi. In questi giorni sono previsti incontri tra l’azienda e le banche per risolvere una situazione che coinvolge all’incirca 200 lavoratori."

Mi dispiace davvero, spero che trovino un modo per risolvere la situazione. :roll:
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Re: La crisi nel settore cucine

#295
Ho letto con molto interesse quanto avete scritto. La crisi di cui tanto si parla e che tutti chi poco o chi molto stiamo toccando con mano, sta colpendo pesante. Basti pensare che ha chiuso la boutique Verace di Tokyo!!! Chi solo qualche anno fa avrebbe pensato una cosa del genere visto il feticismo e l'adorazione che anno i giapponesi per le griffe. Io penso che non si possa generalizzare e tanto meno paragonare negozio a negozio per avere un idea di cosa sia la gestione di una attività particolare come quella dell'arredamento. Non sono assolutamente d 'accordo con Lietta quando parla di educazione Calvinista e capacità di reinventarsi e riciclarsi. Nel Calvinismo la riuscita negli affari è il riconoscimento della benevolenza di Dio. Il Calvinismo lasciamolo agli svizzeri. Un attività complessa come la vendita di cucine necessita di grossi investimenti, competenze e specializzazioni che solo col tempo, tanto tempo si acquisiscono. Non si può dall'oggi al domani cambiare rotta e sovvertire l'ordine costituito. Io parlo da consumatore, e posso dire che per quello che si percepisce, almeno qui a Cagliari, quelli che abbassano la serranda, sono i negozi medi e medio bassi. Il lusso tiene e addirittura qui in città in pieno centro storico si è creata una nuova strada con negozi che vendono solo beni di lusso e arredi di lusso. Parlo di firme come Edra e Giorgetti per es. che occupano spazi bellissimi.
Io penso che il cliente oggi sia molto informato e pretenda veramente tanto, delle volte l'impossibile. Non è semplice star dietro alla miriade di tendenze e richieste che sicuramente la gente fa quando entra in negozio. Ovvio il commerciante, per quanto abbia fantasia da vendere ed estro deve vendere, e per questo molte volte sacrificare l'originalità sull'altare dell'utilità. Non tutti i negozi possono permettersi di proporre cose che solo uno su mille compreranno o peggio rimarranno invendute solo per una questione di immaggine. Certi lo fanno sperando in una ricaduta positiva su articoli più commerciali, altri non possono proprio farlo. La Valcucine è un'azienda che fa prodotti splendidi, io per es. mai spenderei 25.000 euro per una cucina, ma ci sarà sempre chi vorrà in casa lo stato dell'arte. Ecco penso che il futuro nel mondo del mobile sarà la specializzazione. Da una parte la grande ditribuzione, con prodotti che guardano al prezzo basso come punto di forza, dall'altra la super nicchia per tasche gonfie e palati sopraffini.

Re: La crisi nel settore cucine

#296
Condivido e aggiungo che ci vuole anche tanta passione ed estro.
Antonio Orrù ha scritto: Un attività complessa come la vendita di cucine necessita di grossi investimenti, competenze e specializzazioni che solo col tempo, tanto tempo si acquisiscono. .
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#297
Fabietty ha scritto:Usti... Da consumatore ero rimasto molto colpito dai loro prodotti
Pensa che, quando circa meno di un anno fà, avevo osato semplicemente chiedere sul forum direttamente a Del Tongo conferma di notizie che poi si sono rivelate evidentemente fondate (in parte basate proprio sull'apporto soci fatto proprio per finanziare la propria impresa in stato di difficoltà), mi è arrivata una montagna di improperi e di accuse. Indovina da chi? :?

Ci tengo a precisare che la famiglia Del Tongo ha la mia piu' grande ammirazione, un esempio per tutti. Sono evidentemente persone serie e cosi estremamente innamorate del proprio lavoro e della propria azienda da decidere di mettere tutto quello hanno per salvare l'azienda e le maestranze.

Qua in Triveneto c'è chi s'è ben guardato dal vendere gli ettari di campagna coltivata a uva da prosecco e gli immobili di proprietà (fatti quando le vele dell'azienda andavano spiegate) per finanziare l'azienda, lasciando a casa personale e mettendo nei guai terzisti e forza commerciale esterna. :?
Frigoriferi, CAPPE, schienali cucina, pannelli d'arredo, ante, TUTTO DECORATO E/O VERNICIATO anche PERSONALIZZATO!
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Re: La crisi nel settore cucine

#298
coolors ha scritto: Pensa che, quando circa meno di un anno fà, avevo osato semplicemente chiedere sul forum direttamente a Del Tongo conferma di notizie che poi si sono rivelate evidentemente fondate (in parte basate proprio sull'apporto soci fatto proprio per finanziare la propria impresa in stato di difficoltà), mi è arrivata una montagna di improperi e di accuse. Indovina da chi? :?
non mi ricordo sinceramente ma posso immaginare che voci del genere possano aver dato fastidio a più d'uno: purtroppo delle volte una voce, una notizia non confermata, un sospetto, specie con l'amplificazione che ha internet fanno veramente male pertanto è bene sempre tenere la massima prudenza ed anche oltre perchè è un attimo peggiorare le cose... un'anno fa era un pettegolezzo di radio truciolo per addetti ai lavori ora c'è l' ufficialità dei giornali e la cosa è nettamente diversa (per quanto i giornalisti non sanno ne di legno ne di diritto fallimentare e delle volte scrivono castronerie gigantesche)
Qua in Triveneto c'è chi s'è ben guardato dal vendere gli ettari di campagna coltivata a uva da prosecco e gli immobili di proprietà (fatti quando le vele dell'azienda andavano spiegate) per finanziare l'azienda, lasciando a casa personale e mettendo nei guai terzisti e forza commerciale esterna. :?
non so a chi ti riferisci ma sinceramente non fa nulla: solo per dire che comunque di imprenditori che hanno venduto campagne di terra ce ne sono tanti tanti anche nel triveneto è che in questo momento mancano gli acquirenti per qualsiasi bene. Togliendo la parola triveneto però (perchè è una cosa di tutto il mondo) penso tu sia infastidito (come me) dal comportamento di taluni che dietro la loro brava srl/spa chiudono e riaprono il giorno dopo con i soldi che avevano messo da parte nella vecchia attività (che parafrasando sono i soldi sottratti a fornitori/dipendenti/banche), vedensodi azzerrare i debiti e magari venendo pure aiutati da inps e sindacati perchè assumono dipendenti in mobilità
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#299
Nonostante i panegirigi ...che hai fatto all'azienda non credo che tu alla stessa abbia fatto un grande favore pubblicando questa notizia sul forum, visto che stanno ancora vendendo cucine. Poco importa che era già pubblicata. Notizie del genere ne ho sentite di tantissime ditte. Cui prodest ?
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: La crisi nel settore cucine

#300
Solaria ha scritto: Cui prodest ?
A PRESCINDERE DAI MARCHI EVENTUALMENTE IMPLICATI:

Be sinceramente pettegolezzo a parte sapere se una ditta va bene o male è molto molto utile non solo per i negozianti o potenziali fornitori ma anche a chi ne è cliente... immagino che se la gente avesse saputo di aiazzone non gli avrebbe dato gli anticipi ma più concretamente mi chiedo che senso avrebbe acquistare una cucina con 10 anni di garanzia da una ditta che non si sa se arriva a fine anno ed ancora penso che sia da tenere in debita considerazione la possibilità che la cucina non arrivi o quantomeno arrivi con ritardi.

... aggiungo: se gli stipendi non vengono pagati non è una vocetta o una crisetta... significa che non riesci più ad avere alcuna linea di credito ne dalle banche ne dai fornitori ai quali sicuramente hai mandato insolute tutte le ricevute bancarie. Siccome la crisi non finirà esattamente domani e se tutto va bene il prossimo anno avremo lo stesso PIL di quest'anno io i miei fondi di te li ho già letti.
Pax tibi Marce