#332
da coolors
Riesumo questa discussione giusto per portare qualche primo dato del 2012.
Mi permetto un unico e veloce pensiero. Se sei un operatore del mondo del mobile e stati soffrendo la crisi è evidente che se continui a produrre/proporre quello che hai sempre prodotto/proposto sempre nello stesso identico modo, la crisi la soffrirai sempre di piu' fino probabilmente a chiudere.
Penso che "combattere" la crisi ci sia bisogno di cambiamento, di innovazione, di qualità (sia di prodotto che di servizi) di proposte nuove magari divulgate con sistemi nuovi. Sicuramente questo comporta dei costi o maggior impegno, ma tant'è, se non si vuole morire commercialmente ....
Da newsletter di settore (E-duesse)
Nel 2012 acquisti di mobili e arredo in calo quasi del 20%
2.400 le aziende del settore chiuse, per un totale di 8 mila posti di lavoro in meno
L’acquisto di mobili e arredamenti ha registrato nel 2012 una flessione del 19,7%. Contestualmente, sono venute meno circa 2.400 aziende del settore, pari a circa 8 mila posti di lavoro perduti. Sono i dati riportati nella nuova vetrina del quotidiano il “Giornale”, intitolata “L’Italia che arreda” e che dallo scorso venerdì verrà pubblicata con scadenza quindicinale per dare voce “alla filiera del legno-arredamento, una delle eccellenze del made in Italy”. La prima uscita, oltre ai dati segnalati, contiene un’intervista a Giovanni Anzani, presidente di Assarredo, che sottolinea come il settore del mobile sia stato “trascinato al ribasso dalla crisi dell’edilizia e dal blocco dell’erogazione dei mutui, che hanno profondamente inciso sull’indotto sulla casa. Servono interventi mirati e urgenti che ridiano respiro al mercato”. Sulla stessa scia l’intervento di Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, pubblicato nella stessa pagina. Parlando delle detrazioni negate dal Parlamento uscente, Snaidero sottolinea che l’alleanza creatasi in tale occasione “fra i principali soggetti del mondo produttivo e commerciale conferma un deciso cambio di passo nelle strategie comunicative e di lobby portate avanti da FederlegnoArredo per supportare le aziende della filiera alle prese con la peggiore crisi dal dopoguerra. Mi auguro che il prossimo Governo terrà conto delle nostre istanze dimostrando finalmente un reale interesse allo sviluppo di politiche industriali per troppi decenni dimenticate, ma senza le quali il nostro Paese sarà destinato a un inevitabile declino”.
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