Fruttodibosco ha scritto:
Vabbè allora l'umanità si sarebbe estinta da millenni
è ovvio che nulla è rosa e fiori, ed è la perfetta consapevolezza di ciò, unita al mio conoscermi bene, che fino ad ora mi ha fatto considerare totalmente inadatta ed incapace ad essere un giorno madre.
Però se uno si mette a razionalizzare tutto alla lettera non mi sembra corretto, così come non lo è prenderla troppo giulivamente (anche se un po' di leggerezza non può che far bene).
Se mio marito si sente pronto (e sarebbe un padre meraviglioso), se io sto cambiando, devo comunque pensare che tutto andrà male e che sarò una eterna incapace ed è meglio non appiopparmi ad una creatura innocente?
... non ho capito il senso del tuo intervento, voleva essere una prova?

Secondo me sopravvaluti il potere della razionalità oppure sottovaluti l'istinto di sopravvivenza.
Personalmente penso che l'idea che tutte le donne siano madri nate è abbastanza insultante nei confronti di quelle, non molte, donne che davvero lo sono. Poche riescono ad accogliere con totale naturalezza e serenità ogni imprevisto che si presenta, personalmente le invidio moltissimo. Poi ci sono una quantità di donne che cercano di cavarsela ogni giorno. Non c'è niente di strano neanche nel non essere per niente portate o desiderose di figliare, non è mica obbkigatorio, solo perché abbiamo l'utero, basta capirlo. Ah, fare un figlio solo per accontentare il proprio compagno non e una grande idea e, nel caso uno dei due sia particolarmente desideroso e l'altro meno, bisognerebbe chiedersi se un eventuale cambiamento di idea sia solo dato dal desiderio di non deludere l'altro.
Poi non è mica questione di "tutto andrà male", quelli che ho elencato sono aspetti, pochi, della quotidianità. Poi ci si meraviglia che esista la depressione post partum, se quando si ipotizza l'idea di fare figli e, chi ce li ha, parla solo di cose meravigliose, e quando ti trovi con il bel pargolo che piange, la maglietta vomitata, il tutto 5 minuti dopo l'orario in cui saresti dovuta essere in macchina per andare al lavoro, cadi dal pero perché nessuno ti aveva detto che avere un figlio è un lavoro a tempo pieno, nel senso di 24h/24. Per non parlare del fatto che si, i figli crescono, ma non è che questo non crei altri problemi: a due anni un bambino mangia da solo, ma da altri pensieri, che saranno diversi quando di anni ne avrà 5, poi 8, poi 13, 18, 25, 40... Quando si fa un figlio non si dice solo addio alle notti in giro, al cinema, ai concerti, alla diacoteca, al tempo libero, al sonno, alla noia... Soprattutto si dice addio alla serenità.
La mia non era una prova, era una parte della verità che non mi pare fosse stata rappresentata dalle altre e per ricordare che non siamo donna incomplete, sbagliate se non desideriamo avere figli.