cescali69 ha scritto:Scusate se mi intrometto, ma vorrei capire bene... visto che sto accingendomi a comprare una cucina nuova e volevamo il piano non in laminato ma in qualche agglomerato naturale.
Quando dite che scolando la pasta bisogna aprire l'acqua fredda (cosa che faccio regolarmente...) lo dite perché nelle avvertenze d'uso dei lavandini in pietra o quarzo che siano, c'è scritto o perché "è buona norma / si sa... etc.." Quello che voglio dire, sono convinto che il rivenditore sia responsabile per eventuali mancanze nei montaggi ( sbagliati, non eseguiti come indicato dal produttore), E' responsabile anche di non specificare aspetti negativi, ma solo positivi di eventuali scelte di materiali per poter vendere di più.
Ma sono convinto che un produttore, nel caso specifico Stone Italiana, debba fornire materiali atti a reggere lo stress dell'uso a cui sono destinati. E' qui secondo me scatta la corresponsabilità del produttore. Insomma se la Stone italiana ha fornito un certificato di anassorbenza ( così dice l'utente) lo avrà fatto a ragion veduta. Oppure è in malafede e fornisce certificati giusto per tranquillizzare i clienti? Oppure in stile clausole polizze assicurative scrive le parti scomode in piccolo, in caratteri bianchi su sfondo bianco in modo che siano praticamente illeggibili

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Lo so nel forum ci sono parecchie lamentele a proposito del materiale in questione. Ma questo per me è un aggravante nei confronti di Stone Italiana. I clienti si lamentano, voi operatori del settore immagino abbiate segnalato i problemi alla Stone direttamente o tramite i loro agenti di zona. Allora mi domando perché il materiale è ancora commercializzato? Oppure perché non viene commercializzato con un bel Disclaimer scritto a lettere cubitali in modo che clienti e rivenditori non possano non accorgersi di tali caratteristiche negative?
In ultima analisi, nel caso specifico del lavandino spaccato, permettetemi di dissentire su alcune affermazioni. Lo faccio in modo pacato sperando di non urtare la sensibilità di nessuno. Un cliente, noi tutti siamo clienti ogni giorno, non può essere esperto di tutto quello che compra. Se si compra un lavandino in pietra ( o simili), e nel periodo di garanzia (l'utente denuncia la rottura circa dopo un anno) il lavandino si spacca, poco importa se si spacca lungo una linea di incollaggio, in mezzo, di lato, sopra ,sotto etc. Permettermi anche che la foto, farebbe capire meglio, ma una crepa è una crepa dove sia sia. Ah tutto ciò è valido se quello raccontato dall'utente è vero. Ma non ho nulla per dubitare il contrario. Quello che importa è che il lavandino è spaccato e deve essere sostituito o riparato in garanzia, visto la tempistica. Adesso se il rivenditore è fallito, non è più rivenditore del marchio, o quel che sia, il cliente ha tutto il diritto di rivolgersi alla azienda produttrice. O nel settore dei mobili le regole sono diverse? Se compro un cellulare e si rompe mi rivolgo al centro assistenza di quella marca. Se ho un'auto Fiat mi rivolgerò al concessionario dov'è l'ho acquistata o in un qualsiasi altro centro assistenza a marchio Fiat. In ogni caso in entrambi gli esempi, io, cliente riconosco il marchio del produttore e non certo il rivenditore.
Scusatemi se lo fatta lunga ma anni fa abbiamo avuto problemi con un vetro di un tavolo di una nota marca. Il rivenditore, un nostro amico, non riusciva ad ottenere l'attenzione necessaria tramite l'agente di zona. Allora ci siamo rivolti direttamente alla ditta, che seria qual'e ci ha sostituito il pezzo senza nessun problema. Certo, a fronte di un danno accertato, ma in pochissimo tempo abbiamo risolto.