Re: stone italiana

#31
Solaria ha scritto:Nessun mobiliere ha risposto alla mia domanda, la ripeto.
Quei bellissimi maxilavelli in lastra sottile di inox reggono bene il peso del pentolone della spaghettata :?: :?: O è meglio che un lavello in inox non sia poi tanto grande :?: Quanto meno lo scolapasta nel lavello ce lo devi poggiare.

PS lo shock termico si ha anche in vicinanza del piano cottura.In dipendenza dal piano cottura le lingue di fuoco possono surriscaldare enormemente il piano in quarzo. Ma di cosa stiamo parlando..... :twisted: :twisted:
Vabbé ho capito... Per inaugurare casa nuova preparo le lasagne, così non rischio subito la rottura del lavello inox grande né lo shock termico vicino ai fuochi... :mrgreen:

Re: stone italiana

#33
Ma come pensate di avere consigli veri dai mobilieri quando Peppezi risponde così pubblicamente :shock: . Ma lo pensate veramente che vi diano consigli seri :shock: .
Basta fare una ricerca su internet per capire il problema di alcuni piani in quarzo. Ah Peppezi siamo nell'era digitale, svegliati :mrgreen: :twisted: , non c'è solo questo forum ad informare , quindi ad essere seri e corretti ci si fa almeno un bella figura personale.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: stone italiana

#34
Solaria ha scritto:Nessun mobiliere ha risposto alla mia domanda, la ripeto.
Quei bellissimi maxilavelli in lastra sottile di inox reggono bene il peso del pentolone della spaghettata :?: :?: O è meglio che un lavello in inox non sia poi tanto grande :?: Quanto meno lo scolapasta nel lavello ce lo devi poggiare.

PS lo shock termico si ha anche in vicinanza del piano cottura.In dipendenza dal piano cottura le lingue di fuoco possono surriscaldare enormemente il piano in quarzo. Ma di cosa stiamo parlando..... :twisted: :twisted:
Solaria io la penso come te, Se un materiale soffre di shock termico non dovrebbe essere usato. Ma sono daccordo con Peppezzi che cosi facendo dovremmo mandare a casa decine di aziende che lavorano i materiali naturali. Alla fine il compromesso e trovare materiali che siano abbastanza resistenti ad un uso giusto. In teoria il materiale protagonista di questo post avrebbe dovuto resistere. Almeno sulla scheda si parla di resistere sino a 180°C. Ma come dice Peppezzi magari il materiale di per se avrebbe resistito ma usato come lavello ha subito degli stress maggiori. Parlo da ignorante, ma chi me lo dice che a furia di gettare liquidi nel lavello, la base ne abbia assorbito una parte, andando a deteriorare le caratteristiche di resistenza ad alte temperature. In più, se tutti i giorni scoli la pasta, quindi shock termico ripetuto e continuativo, ci sta che alla lunga il materiale ceda. In fondo il materiale è venduto per piani top non per lavelli. La percentuale che ti caschi qualche liquido sul top è diversa da quella che capiti dentro un lavello ( visto che è usato per quello :D ). Oppure è stato un problema dovuto all'incollaggio ( colla non resistente alle alte temp).
Infine per quanto riguarda il calore nelle vicinanze del piano cottura, direi che si tratta di una cosa diversa:
1) Non penso che nei confini del piano cottura si arrivi a superare i 180°c.
2) L'aumento di temperatura è graduale, quindi il materiale ha il tempo di adeguare la sua struttura. Il problema è il passaggio quasi istantaneo da freddo a caldo e viceversa.
Saluti

Re: stone italiana

#35
l' intento del mio post era quello di rendere pubblica la mia esperienza negativa, così che altri consumatori stiano in guardia da venditori senza scrupoli che vogliono solo appiopparti i loro prodotti e aziende che lo stesso puntano solo a vendere, fregandosene poi se hai problemi.
io sono la prima a dire che possono capitare complicazioni e problemi anche nelle migliori aziende, ma la differenza sta nel come questi si affrontano e si risolvono.
nessuno ha chiesto a Stone Italiana chissà quale risarcimento, ma solo un intervento, una mediazione, un incontro per aiutarmi a risolvere il problema. se ci fosse stata dimostrazione di interesse io ne parlerei ancora bene, ma visto che ormai è chiaro che la Stone Italiana punta solo a vendere i suoi prodotti a discapito del consumatore, non mi resta che parlarne male.

Re: stone italiana

#36
Scolta, le aziende non sono enti di carità. La StoneItaliana rispone sulla sua scheda prodotto per le sue lastre: che dopo uno le lastre le usi per il top, per farsi la scala o per la lapide in cimitero alla Stone GIUSTAMENTE non ha da fregargliene nulla: è compito dell'impresa delle pompe funebri avvisare il cliente che la lastra è adatta a questo o a quello. Ma cosa ci si aspetta che le aziende corrano dietro ad ogni pirla come una mammina?
E poi parliamoci chiari: lo shock termico appartiene a mille materiali: ti inventi di fare il lavello in pietra? t'arrangi: mica te la prendi con quello che cava il marmo.

Si predica allo sfinimento di trovare un rivenditore serio: sto qua è fallito da tanto serio era e cosa dobbiamo fare? dopo che la rete di subfornitura (chissà quanto lunga) ci avrà perso decine di migliaia di euro deve anche andargli a mettere a posto i suoi casini? Dai su: insinuatevi al passivo ed imparate quanto schifo fa la giustizia italiana: avanti col Cristo che la procession s'ingruma.

cescali69 ha scritto:
Peppezi ha scritto: In questo caso, pirla il mobiliere che non ha avvertito la cliente delle controindicazioni....
Concordo pienamente. Ma se un cliente si imbatte in uno di questi che deve fare? Prenderlo in quel posto? Il cliente, nel mobiliere ci vede il tramite di un marchio. Quindi sarebbe giusto, onesto, serio e responsabile che l'azienda produttrice del marchio si facesse carico del suo rivenditore pirla.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#37
cescali69 ha scritto: 1) Non penso che nei confini del piano cottura si arrivi a superare i 180°c.
Fuori dal piano cottura il top è freddo: il problema sorge con gli schienali e con le pentole larghe che convogliano il calore contro quest'ultimo... li c'è schock e temperature incontenibili.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#38
Solaria ha scritto:Ma come pensate di avere consigli veri dai mobilieri quando Peppezi risponde così pubblicamente :shock: . Ma lo pensate veramente che vi diano consigli seri :shock: .
Basta fare una ricerca su internet per capire il problema di alcuni piani in quarzo. Ah Peppezi siamo nell'era digitale, svegliati :mrgreen: :twisted: , non c'è solo questo forum ad informare , quindi ad essere seri e corretti ci si fa almeno un bella figura personale.
Ma io i consigli seri li elargisco gratis a persone sane di mente. Se tu affermi che le lingue di fuoco ( :mrgreen: ) portino a shock termico, che quarzi e compositi non siano idonei alle cucine, che consiglio vorresti da me? Cerca sulle pagine gialle alle voci Dottori.
Ah Solaria, in quanto a figuracce ormai ti considero il mio guru.

PS: internet è piena zeppa di top in quarzo che si spaccano, vero? :mrgreen: :mrgreen:
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: stone italiana

#39
Qusecofr allora vogliamo dire che la responsabilità è del cuciniere invece della ditta che produce il quarzo ? va bene posso essere d'accordo con te. Un marchio di cucina mette a catalogo ( o consiglia ) dei prodotti per fare piano ed alcuni piani possono diventare lavelli. Immagino che ci abbia studiato un pochetto per scegliere i materiali adatti !! Qui non stiamo parlando di un piano che ho scelto io come fare e ne ho dato incarico ad un privato. Per esempio se io mi faccio il piano in cartongesso e poi ho problemi cavoli miei il brand cucine non lo consiglia di certo. Perché dare la colpa sempre al rivenditore, che sa benissimo che sul piano in quarzo ci guadagna il triplo rispetto al laminato. Neanche lui è un ente caritatevole !!Se il marchio di cucine lo da adatto a questo scopo perché il rivenditore non lo deve fare. Quindi a me pare più un problema del cuciniere che deve selezionare tra l'infinità di materiali prodotti quelli adatti ai piani ed ai lavelli. Allora perché non inserire come piano il cartongesso, bello leggero economico e facilmente decorabile :lol: :lol:
Tra l'altro il cuciniere ha molte più informazioni di feedback da tutta Italia e dall'estero sui problemi di un prodotto, di quante non ne possa avere un semplice rivenditore locale.
Dire all'italiana che poi la responsabilità non è di nessuno, né del cuciniere, né della ditta che produce il quarzo, né del rivenditore non è corretto. Ed in questo caso per me il rivenditore non ha colpa se la ditta di cucina consiglia di usare questo materiale, non ha sbagliato il montaggio
qsecofr ha scritto:Scolta, le aziende non sono enti di carità. La StoneItaliana rispone sulla sua scheda prodotto per le sue lastre: che dopo uno le lastre le usi per il top, per farsi la scala o per la lapide in cimitero alla Stone GIUSTAMENTE non ha da fregargliene nulla: è compito dell'impresa delle pompe funebri avvisare il cliente che la lastra è adatta a questo o a quello. Ma cosa ci si aspetta che le aziende corrano dietro ad ogni pirla come una mammina?
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: stone italiana

#40
insomma chi se la prende la responsabilità?????
ovviamente il consumatore che è l' unico che non c' entra niente.
io non sono andata al risparmio per comprare questa cucina e dato ciò ho la pretesa di pagare per un valore.
neanche io sono una Caritas, la differenza tra me consumatore e l' azienda è che tanto guadagno significa anche assunzione di responsabilità. oppure vogliamo fare che aziende e rivenditori prendano soltanto e chi paga siamo sempre noi utenti?
se vi sembra giusto così per me va benissimo, con l' augurio di trovarvi nella mia situazione e poi vediamo quanto siete felici

Re: stone italiana

#41
Milu non ti voglio scoraggiare ma non è facile uscire da queste situazioni avendo un rimborso ed una sistemazione gratuita, anche perchè loro se ne escono sempre con il discorso del cattivo uso. Io ti credo ma loro ti dicono che non possono escludere che ti sia cascato un grosso peso dalle mani e lo abbia rotto. A quel punto nessuno lo può provare.
In certi casi lo sputta...ento su internet funziona ma non sempre, e comunque rimane il problema di chi acquista questi piani. Io al tuo posto andrei da un mobiliere serio e mi farei sistemare con un lavello inox. Ci rimetterai dei soldi ma risparmierai in salute e nervi.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero

Re: stone italiana

#42
Ciao Milu, sono un rivenditore di arredamento di Perugia.
In un paio di occasioni sono intervenuto per risolvere problemi relativi a danneggiamenti delle vasche integrate su cucine acquistate presso il rivenditore (ex rivenditore visto che ha chiuso....), che hai citato. Plausibilmente stiamo pure parlando di una azienda di cucine che trattiamo , motivo per il quale ci è stato chiesto di occuparci dei problemi che si sono verificati. Bisognerebbe vedere esattamente lo stato del fondo e la presenza o meno di alcuni accessori di montaggio.
Per la presenza di calcare esistono dei prodotti della Stone per trattare il top. Utilizzare un filtro (ce ne sono di tutti i prezzi) sarebbe comunque indicato oltre che per il top, anche per la lavastoviglie, la lavatrice, la caldaia,il ferro da stiro, la vaporella.......ed i calcoli :D :D
Schezi a parte, trovi i nostri dati sulla pagina facebook Tangram Design.
Facebook: Tangram Design

Re: stone italiana

#43
milu perugia ha scritto:insomma chi se la prende la responsabilità?????
ovviamente il consumatore che è l' unico che non c' entra niente.
...ma... non centra niente... non sappiamo cosa ti ha detto e cosa ti ha spiegato il rivenditore...comunque la legge, dato che stiamo parlando di avvocati (primo messaggio) è abbastanza chiara: è lui il primo interlocutore e quindi dato che ha chiuso ci sarà un curatore che ne fa le veci e che farà spallucce.
Quello che molti consumatori non vogliono capire (perchè non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire) è che nella ricerca del danno e del risarcimento c'è una gerarchia che va seguita: piaccia o no, questa è la legge: che dopo qualche diverso interlocutore (di solito il produttore della cucina) intervenga in mediazione questo deve essere considerata un atto non dovuto.
Pax tibi Marce

Re: stone italiana

#44
qsecofr ha scritto:
milu perugia ha scritto:insomma chi se la prende la responsabilità?????
ovviamente il consumatore che è l' unico che non c' entra niente.
...ma... non centra niente... non sappiamo cosa ti ha detto e cosa ti ha spiegato il rivenditore...comunque la legge, dato che stiamo parlando di avvocati (primo messaggio) è abbastanza chiara: è lui il primo interlocutore e quindi dato che ha chiuso ci sarà un curatore che ne fa le veci e che farà spallucce.
Quello che molti consumatori non vogliono capire (perchè non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire) è che nella ricerca del danno e del risarcimento c'è una gerarchia che va seguita: piaccia o no, questa è la legge: che dopo qualche diverso interlocutore (di solito il produttore della cucina) intervenga in mediazione questo deve essere considerata un atto non dovuto.
Concordo con Q

Se il fallimento è ancora aperto in effetti c'è un curatore ma lui non ha alcun potere decisorio. E' solo un soggetto che gestisce gli adempimenti necessari per liquidare l'attivo e cercare di soddisfare i creditori (seguendo una procedura dettagliatamente regolata e le indicazioni dei giudice delegato). Ciò significa che le uniche persone che possono pretendere qualcosa (e provare ad ottenerlo) sono i debitori ammessi la passivo del fallimento, ovvero quelli a cui il giudice ha riconosciuto la fondatezza e l'entità del debito.
Se l'utente pensasse di agire contro il negoziante, dovrebbe iniziare un giudizio contro il fallimento che è ancor più aleatoria (mi permetto di dire inutile) di quanto non lo siano generalmente tutte le cause.
Ultima modifica di didi1979 il 04/04/14 17:31, modificato 1 volta in totale.

Re: stone italiana

#45
Solaria ha scritto:Qusecofr allora vogliamo dire che la responsabilità è del cuciniere invece della ditta che produce il quarzo ?
chi ha fatto il lavello? ha fatto i test sul lavello? Stone Italiana sapeva che questo piano era incollato così colà? a questo scopo? che cosa ha detto il rivenditore al cliente? il produttore del lavello ha parlato con il rivenditore o con il cuciniere? chi ha detto cosa a chi? QUANDO si sarà risposto a queste domande si potrà capire di chi è la colpa.
Pax tibi Marce