Q la tortuosità tipicamente italiana per risalire alle responsabilità, che alla fine non ce l'ha nessuno. Mi sembra di vedere una puntata di Report.
Spero che Stefanenko possa aiutarla
Re: stone italiana
#47qsecofr ha scritto:chi ha fatto il lavello? ha fatto i test sul lavello? Stone Italiana sapeva che questo piano era incollato così colà? a questo scopo? che cosa ha detto il rivenditore al cliente? il produttore del lavello ha parlato con il rivenditore o con il cuciniere? chi ha detto cosa a chi? QUANDO si sarà risposto a queste domande si potrà capire di chi è la colpa.Solaria ha scritto:Qusecofr allora vogliamo dire che la responsabilità è del cuciniere invece della ditta che produce il quarzo ?
Aggiungo che fare una causa per ottenere queste risposte e soprattutto riuscire a provare che le cose stanno in modo che la responsabilità è del produttore lo vedo veramente arduo.
Alla fine, dopo tanto tempo e tanti soldi spesi, si potrà accertare che la "colpa" è di stone ed ottenere un risarcimento, oppure del cliente o del venditore fallito, ed in entrambi questi casi non si otterrà nulla...
Re: stone italiana
#48Nominiamo Solaria CTU per la causa e il problema è risolto (quello di chi ha aperto il post ovviamente
)

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Ripariamo cucine a gas...a domicilio
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Re: stone italiana
#49Mi intrufolo per dire quello che penso sulle info riguardo ai materiali.
Il primo responsabile che deve conoscere ciò che acquista è... il consumatore. E' una responsabilità tutta sua quella di sapere cosa va a mettersi in casa e quali rischi o controindicazioni ha quella cosa.
Il "questo non me l'ha detto" o "non lo sapevo" può valere per arrabbiarsi con il venditore ma assolutamente non può essere motivo per avere ragione. Non si può pretendere una sostituzione in garanzia solo perché "non mi hai detto che non posso metterci la pentola bollente", se questo succede (la sostituzione) è solo perché il venditore è buono o comunque ha più interesse a sistemare un cliente piuttosto che perderne 10 per una pessima pubblicità.
Anche perché poi a parole abbiamo ragione tutti.
Il primo responsabile che deve conoscere ciò che acquista è... il consumatore. E' una responsabilità tutta sua quella di sapere cosa va a mettersi in casa e quali rischi o controindicazioni ha quella cosa.
Il "questo non me l'ha detto" o "non lo sapevo" può valere per arrabbiarsi con il venditore ma assolutamente non può essere motivo per avere ragione. Non si può pretendere una sostituzione in garanzia solo perché "non mi hai detto che non posso metterci la pentola bollente", se questo succede (la sostituzione) è solo perché il venditore è buono o comunque ha più interesse a sistemare un cliente piuttosto che perderne 10 per una pessima pubblicità.
Anche perché poi a parole abbiamo ragione tutti.
Re: stone italiana
#50vigilantibus non dormientibus iura succurrunt.
"Dietro un miraggio c'e' sempre un miraggio da desiderare"
Re: stone italiana
#51Junicola Scusami ma non sono d'accordo. Il consumatore non ne sa nulla di questi materiali. Potrei darti ragione se parlassi di piano in vetro, perchè lo sanno anche i bambini che il vetro è fragile, ma per altre cose no. E siccome non si tratta di una vaschetta di plastica che si rompe ed allora bon .. esco 5 euro e me ne compro un'altra, qui si tratta di spese che la gente risparmia per anni per comprarsi una cucina ed è molto diverso. Lo stesso dicasi per le ristrutturazioni che ne può sapere un cliente se un materiale o un lavoro è fatto bene o no 
Ci sono cose che funzionano bene i primi anni fanno vendere bene poi però possono diventare un boomerang anche per tutto il settore perchè allora la gente dice tanto vale vado da Ikea almeno risparmio.

Ci sono cose che funzionano bene i primi anni fanno vendere bene poi però possono diventare un boomerang anche per tutto il settore perchè allora la gente dice tanto vale vado da Ikea almeno risparmio.
Ultima modifica di Solaria il 04/04/14 19:25, modificato 1 volta in totale.
La sola fabbrica che non ha impatto ambientale è l'albero
Re: stone italiana
#52se non ne sa nulla si deve informare... oppure trovare un rivenditore professionale e onesto, vedi che poi la responsabilità è ancora del cliente.Solaria ha scritto:Junicola Scusami ma non sono d'accordo. Il consumatore non ne sa nulla di questi materiali. Potrei darti ragione se parlassi di piano in vetro, perchè lo sanno anche i bambini che il vetro è fragile, ma per altre cose no. E siccome non si tratta di una vaschetta di plastica che si rompe ed allora bon .. esco 5 euro e me ne compro un'altra, qui si tratta di spese che la gente risparmia per anni per comprarsi una cucina ed è molto diverso. Lo stesso dicasi per le ristrutturazioni che ne può saper un cliente se un materiale o un lavoro è fatto bene o no![]()
E a maggior ragione perché ci mette un sacco di soldi.
Re: stone italiana
#53Sai il ragionamento della gente è se un lavello lo fanno in quel materiale vuol dire che va bene. Mentre così non è!
Il mondo va avanti se nelle relazioni esistono rapporti di fiducia altrimenti tutto va a rotoli. Che ne posso sapere io se il meccanico mi ha riparato bene la macchina
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Re: stone italiana
#54è un ragionamento sbagliato perché implica l'infallibilità, onestà e professionalità dell'altro, ma di questo non possiamo mai essere certi.Solaria ha scritto:Sai il ragionamento della gente è se un lavello lo fanno in quel materiale vuol dire che va bene. Mentre così non è!
Il mondo va avanti se nelle relazioni esistono rapporti di fiducia altrimenti tutto va a rotoli. Che ne posso sapere io se il meccanico mi ha riparato bene la macchina
Non si può comprare e fidarsi ciecamente, peggio quando si tratta di un venditore che nemmeno si conosce.
Re: stone italiana
#55Il lavello è idoneo, inutile continuare la tua ennesima crociata (come contro le cappe, i tetti in cartongesso e tutte le paranoie che ti fai quotidianamente)
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Re: stone italiana
#56esatto, meglio non perdere il filo del discorsoPeppezi ha scritto:Il lavello è idoneo, inutile continuare la tua ennesima crociata (come contro le cappe, i tetti in cartongesso e tutte le paranoie che ti fai quotidianamente)

Re: stone italiana
#57Mi intrufolo anche io riguardo ai materiali.jnicola ha scritto:Mi intrufolo per dire quello che penso sulle info riguardo ai materiali.
Il primo responsabile che deve conoscere ciò che acquista è... il consumatore. E' una responsabilità tutta sua quella di sapere cosa va a mettersi in casa e quali rischi o controindicazioni ha quella cosa.
Il "questo non me l'ha detto" o "non lo sapevo" può valere per arrabbiarsi con il venditore ma assolutamente non può essere motivo per avere ragione. Non si può pretendere una sostituzione in garanzia solo perché "non mi hai detto che non posso metterci la pentola bollente", se questo succede (la sostituzione) è solo perché il venditore è buono o comunque ha più interesse a sistemare un cliente piuttosto che perderne 10 per una pessima pubblicità.
Anche perché poi a parole abbiamo ragione tutti.
Tratto prodotti completamente differenti ma in tutti i casi spieghiamo attentamente al cliente come pulire il ns. prodotto, oltre a ciò consegnamo l'opuscolo con tutte le indicazioni di uso e manutenzione (obbligatorio dalla norma CE).
Ebbene, ogni tanto(raramente fortunatamente) ti chiamano e si lamentano che hanno un problema di scolorimento in qualche punto, vai a vedere e gli chiedi cosa ha fatto.
La risposta classica è: ho pulito con l'alcool.
Ma signora non si ricorda che le ho spiegato che deve usare solo acqua con detersivo per piatti molto diluito oppure l'apposito prodotto che le ho omaggiato?
Risposta 1: me ne ero dimenticata. Risposta 2: pensavo che non succedeva nulla.
io sto col made in Italy
Re: stone italiana
#58che io sappia la legge è "abbastanza" tutelante il consumatore in quanto si dice che il venditore deve vendere un oggetto atto all'uso... ossia che se il consumatore compra una radio il venditore deve dargli una radio che funzioni non una scatola a forma di radio.
In materia di top e di materiali in genere per l'arredamento però non esiste una norma di minimo: a me può andare benissimo un bancone in legno aperto in due che si macchia a guardarsi perchè tanto mi tiene su le stoviglie... quindi si va ad interpretazione del senso comune e da ciò che viene dichiarato: se sul top in quarzo c'è scritto che bisogna usare i sottopentola si hanno da usare i sottopentola se no nessuno risponde. In carenza di indicazioni si va a senso comune ed in tal senso spesso si usano appunto le norme dei laminati in quanto è il top più comune e più economico quindi ci si aspetta che sia il minimo sindacale (e spesse volte ci si spacca le ossa di brutto)
Purtroppo ribadisco sui laminati ci sono norme molto precise ed assodate da anni ma su altri materiali relativamente nuovi mi pare che ci sia ancora un po' di confusione : forse fa eccezione il corian sul quale la Dupon-multinazionale evidentemente ha messo la sua esperienza intercontinentale.
Comunque tutelante o no ,per l'ennesima volta, qua vale la legge del menga in quanto il rivenditore se n'è andato a quel paese.
Solaria: continui a sbagliare il mio nome... Q senza la U... anche Jnicola non è junicola... se sbagli di nuovo ti spacco la U della tastiera
In materia di top e di materiali in genere per l'arredamento però non esiste una norma di minimo: a me può andare benissimo un bancone in legno aperto in due che si macchia a guardarsi perchè tanto mi tiene su le stoviglie... quindi si va ad interpretazione del senso comune e da ciò che viene dichiarato: se sul top in quarzo c'è scritto che bisogna usare i sottopentola si hanno da usare i sottopentola se no nessuno risponde. In carenza di indicazioni si va a senso comune ed in tal senso spesso si usano appunto le norme dei laminati in quanto è il top più comune e più economico quindi ci si aspetta che sia il minimo sindacale (e spesse volte ci si spacca le ossa di brutto)
Purtroppo ribadisco sui laminati ci sono norme molto precise ed assodate da anni ma su altri materiali relativamente nuovi mi pare che ci sia ancora un po' di confusione : forse fa eccezione il corian sul quale la Dupon-multinazionale evidentemente ha messo la sua esperienza intercontinentale.
Comunque tutelante o no ,per l'ennesima volta, qua vale la legge del menga in quanto il rivenditore se n'è andato a quel paese.
Solaria: continui a sbagliare il mio nome... Q senza la U... anche Jnicola non è junicola... se sbagli di nuovo ti spacco la U della tastiera

Pax tibi Marce
Re: stone italiana
#59eliosurf ha scritto: La risposta classica è: ho pulito con l'alcool.
...molti morti anche nell'arredamento d'interni... è un'abitudine dura a morire perchè un tempo le vernici resistevano abbastanza facilmente mentre ora con le verniciature magari su base acqua qualche rogna esce.... altro danno ENORME sulle sedie in Policarbonato... diventa persino pericoloso perchè si spaccano come se fossero di vetro.
Invece sul serramento ho imparato a mie spese che il legno non apprezza lo svitol... potevo immaginarlo ma vicino alla serratura...
Pax tibi Marce
Re: stone italiana
#60Spe' spe' questo mi interessa: come si puliscono le sedie in policarbonato?qsecofr ha scritto:eliosurf ha scritto: La risposta classica è: ho pulito con l'alcool.
...molti morti anche nell'arredamento d'interni... è un'abitudine dura a morire perchè un tempo le vernici resistevano abbastanza facilmente mentre ora con le verniciature magari su base acqua qualche rogna esce.... altro danno ENORME sulle sedie in Policarbonato... diventa persino pericoloso perchè si spaccano come se fossero di vetro.
Invece sul serramento ho imparato a mie spese che il legno non apprezza lo svitol... potevo immaginarlo ma vicino alla serratura...