Condivido qui, se posso, le impressioni sulla mostra di Frida Kalho alle Scuderie del Quirinale (fino al 31 agosto) che ho trovato ampia e ben distribuita con pezzi importanti ed arricchita da disegni, foto, filmati sull'esistenza eccezionale di una donna d'eccezione, sfortunata e coraggiosa, dotata di grandissima sensibilità. Espressa, questa, direttamente nella pittura in modo molto più originale, se vogliamo, rispetto al suo celebrato compagno, Diego Rivera.
Ottime le didascalie, che permettono anche di tralasciare l'audioguida. Insomma, in un'ora circa, il racconto 'prende' e non ci lascia mai.
Location d'eccezione, poi, alla sera, a fine visita, non si può perdere la vista mozzafiato del Campo Marzio dal bow-window vetrato che riveste la scala o dalle finestre della caffetteria vista Dioscuri-Quirinale-Corte Costituzionale - anche se le foto non rendono minimamente giustizia.
Da apprezzare anche il 'contenitore' della mostra, l'edificio antico, trasformato da garage a sede espositiva, dalla Aulenti, così come si notano, disseminate, anche le sue lampade, che da fissato, ho visto ancora prima dell'esposizione.
Info:
http://www.scuderiequirinale.it/categor ... rida-kahlo
Due righe sulla Kahlo, figura affascinante e che 'prende' perché la sua pittura rappresenta senza filtri la sua difficile esistenza attraverso una fitta presenza di autoritratti, genere prediletto che utilizzava come specchio e come diario, per scandagliare se stessa. Presenti anche ritratti di altre persone, come alcuni dipinti allegorici (ma tutti i suoi dipinti si prestano ad una lettura più profonda, simbolica ed autobiografica) fino alle ultime drammatiche nature morte, presagio appunto, della fine, a soli 47 anni.
Frida nasce in un sobborgo di Città del Messico; resta attratta da Diego Rivera fin da quindicenne, all'epoca uno degli artisti più famosi al mondo per la sua attività di muralista nelle hall dei grattacieli delle grandi città del capitalismo statunitense (recuperando la tecnica dell'affresco, all'interno di una generale tendenza di 'ritorno all'ordine', inaugurata tra gli altri da Picasso, che connota il periodo grosso modo tra la prima guerra mondiale e la crisi di Wall Street), fino all'incidente che le sconvolse la vita causandole dolori e ben 32 interventi chirurgici, alla relazione con Diego ed alle delusioni che ne seguirono, ed alle altre, tra le quali quella col fotografo Nickolas Muray (autore di bellissimi ritratti a colori di Frida) e con lo scultore/designer Isamu Noguchi (impegnato proprio nel 1936 a Città del Messico, nel fregio murale in cemento armato colorato del Mercato Rodríguez, sopra). Poi l'amicizia con i transfughi coniugi Trozsky, che ospitò nella sua casa, alle prime esposizioni d'arte ed al pieno riconoscimento da parte di André Bréton (poeta e teorico dei surrealisti che in quegli anni si erano trasferiti in America) che colloca l'artista nel firmamento dell'avanguardia, al successo (tra gli estimatori, il mondo di Hollywood, tra cui l'attore Edward G. Robinson), alla direzione della scuola d'arte, in un continuo andirivieni tra gli USA e la sua 'Casa blu' a Coyoàcan, fino all'epilogo, vissuto con dignità e coraggio.


