Collegamento piano induzione

#1
Fatemi capire una cosa:
Leggo su diverse schede tecniche (Siemens, Bosch, AEG) che i piani cottura ad induzione vengono forniti "senza spina", ovvero con il cavo da collegare.
Cioè come viene collegato ? con fili e morsetti direttamente a "vivo" ?
Perchè ?
Dovendo realizzare l'impianto elettrico di casa nuova, volevo capire se dietro alla zona cottura quale tipo di presa mettere (bipasso schuko,...), ma....questa cosa mi ha spiazzato.
Grazie

Re: Collegamento piano induzione

#2
l'allacciamento del piano cottura deve essere dimensionato per la potenza nominale dell'apparecchio utilizzatore, a prescindere dal limitatore di assorbimento. Viste le potenze nominali in gioco (spesso si superano i 7 kW), le prese domestiche da 16 A non vanno bene, bisogna realizzare l'allacciamento diretto ad una derivazione di sezione adeguata. La derivazione sarà protetta contro le sovracorrenti e avrai un interruttore di sezionamento in prossimità del piano cottura, in posizione ben in vista e comodamente accessibile. Vedi le prescrizioni del produttore, vanno rispettate (sperando che non abbiano scritto idiozie in contrasto con le norme CEI :lol: )
Come fare l'allacciamento all'atto pratico? fai arrivare la linea di alimentazione in una scatola da incasso, fori il coperchio e ci metti un pressacavo per l'ingresso del cavo del piano cottura. La scatola ti conviene posizionarla in un punto che sia, a cucina montata, facilmente accessibile per manutenzione :wink:
Potrebbe essere più comodo far arrivare la linea in una scatola quadrata da parete, in questo caso posizionerai il pressacavo sulla parete inferiore della scatola. Forse sporge di più il cavo in uscita dal coperchio di una scatola da incasso, che una scatola da parete con cavo uscente dal basso.. e il coperchio della scatola da incasso è meno robusto rispetto alla parete della scatola da esterno.
"Oggi si vuole ricostituire l’unità politica dei cattolici, ma generalmente si dimentica che il liberalismo è il principale avversario della dottrina sociale della Chiesa." Don Ennio Innocenti

Re: Collegamento piano induzione

#3
a completamento di quanto scritto sopra, ogni piano ad induzione con un valore dichiarato superiore alle 16A (ovvero tutti quelli con almeno 3 zone cottura)è predisposto per un collegamento su più fasi (possibile, non obbligatorio) dove quindi il cavo ha 5 fili separati (3 fasi, neutro e terra).
You can tell the ideals of a nation by its advertisements

Re: Collegamento piano induzione

#4
Quindi mi conviene in modo esplicito dire al costruttore (che dirà all'elettricista) che in quel punto occorrerà predisporre per installare un piano ad induzione....

Non ho ben capito la funzione della scatola...., è quella di predisporre l'interruttore di sezionamento ?
Ma interruttore di sezionamento e magnetotermico sono due cose diverse,...quindi il PCI deve avere necessariamente il collegamento a questi due interruttori ?

Re: Collegamento piano induzione

#5
la scatola serve per contenere la giunzione tra il cavo multipolare a corredo del piano cottura ed i fili provenienti dal corrugato sotto traccia, per ovvi motivi non si potranno avere giunzioni volanti con morsetti "a vista", anche se nascoste dietro elementi della cucina.
Per quanto riguarda l'interruttore di comando e sezionamento, in ambito civile è una funzione che può svolgere anche un magnetotermico. Ovviamente la derivazione sarà protetta da un magnetotermico, ma quest'ultimo potrebbe trovarsi nel quadro generale all'ingresso dell'appartamento, quindi troppo lontano per essere a portata di mano. In questa situazione serve il secondo interruttore vicino al piano cottura. E' decisamente meglio avere un quadro di zona per il locale cucina, dove riunire i vari magnetotermici per proteggere e sezionare le prese e gli utilizzatori fissi della cucina, quindi anche il piano cottura.
Al costruttore edile (e quindi all'impresa esecutrice dell'impianto) dovrai fornire la scheda con i dati tecnici del piano a induzione, e sarebbe opportuno citarla in allegato nel contratto (per cautelarti contro eventuali inadempienze dell'impresa), loro si preoccuperanno di dimensionare a regola d'arte l'impianto elettrico e di provvedere a tutte le predisposizioni per l'allacciamento. Il rivenditore della cucina farà la sua parte per concordare il numero e la disposizione delle prese e la posizione precisa di questo punto di allacciamento piano cottura. Come ricorda elise, molti piani cottura sono predisposti per l'alimentazione trifase, e la fornitura trifase è praticamente d'obbligo in questi casi.. già il piano cottura implica minimo 10 kW per il dimensionamento. La fornitura monofase può arrivare fino a 10 kW ma la convenienza per l'utente si ferma a 6 kW.
"Oggi si vuole ricostituire l’unità politica dei cattolici, ma generalmente si dimentica che il liberalismo è il principale avversario della dottrina sociale della Chiesa." Don Ennio Innocenti

Re: Collegamento piano induzione

#6
Federal Republic ha scritto:la scatola serve per contenere la giunzione tra il cavo multipolare a corredo del piano cottura ed i fili provenienti dal corrugato sotto traccia, per ovvi motivi non si potranno avere giunzioni volanti con morsetti "a vista", anche se nascoste dietro elementi della cucina.
Per quanto riguarda l'interruttore di comando e sezionamento, in ambito civile è una funzione che può svolgere anche un magnetotermico. Ovviamente la derivazione sarà protetta da un magnetotermico, ma quest'ultimo potrebbe trovarsi nel quadro generale all'ingresso dell'appartamento, quindi troppo lontano per essere a portata di mano. In questa situazione serve il secondo interruttore vicino al piano cottura. E' decisamente meglio avere un quadro di zona per il locale cucina, dove riunire i vari magnetotermici per proteggere e sezionare le prese e gli utilizzatori fissi della cucina, quindi anche il piano cottura.
Al costruttore edile (e quindi all'impresa esecutrice dell'impianto) dovrai fornire la scheda con i dati tecnici del piano a induzione, e sarebbe opportuno citarla in allegato nel contratto (per cautelarti contro eventuali inadempienze dell'impresa), loro si preoccuperanno di dimensionare a regola d'arte l'impianto elettrico e di provvedere a tutte le predisposizioni per l'allacciamento. Il rivenditore della cucina farà la sua parte per concordare il numero e la disposizione delle prese e la posizione precisa di questo punto di allacciamento piano cottura. Come ricorda elise, molti piani cottura sono predisposti per l'alimentazione trifase, e la fornitura trifase è praticamente d'obbligo in questi casi.. già il piano cottura implica minimo 10 kW per il dimensionamento. La fornitura monofase può arrivare fino a 10 kW ma la convenienza per l'utente si ferma a 6 kW.
Quindi per montare questo ? (vedo che c'è scritto sia monofase che a 2 fasi…
http://www.siemens-home.com/it/prodotti ... rce=browse
Certo che è dura decidere con un anno di anticipo il modello di pci che dovrò montare :cry:
Grazie per i chiarimenti. Ora ho compreso la funziona della scatola, magari la faccio incassare a muro con coperchio per manutenzione.
Penso che il magnetotermico verrà posizionato con quadro in cucina.

Re: Collegamento piano induzione

#7
Quindi per montare questo ? (vedo che c'è scritto sia monofase che a 2 fasi…
leggendo sul manuale di installazione, la potenza nominale è di 7,2 kW e le possibilità di collegamento sono due: in monofase si ha un assorbimento massimo di corrente di circa 32 A, in trifase si sfruttano solo due delle tre fasi e l'assorbimento massimo è di circa 16 A su ciascuna delle due fasi interessate (a livello d'impianto si ripartiranno i carichi per sfruttare anche la terza fase, cercando di equilibrare il più possibile).

Ti conviene dare uno sguardo a tutti i possibili piani cottura di tuo interesse, per il dimensionamento si può considerare la situazione peggiore (tenendo conto della potenza assorbita e della sua ripartizione su due o su tre fasi), in questo modo sarai pronto a qualsiasi scelta :wink:
"Oggi si vuole ricostituire l’unità politica dei cattolici, ma generalmente si dimentica che il liberalismo è il principale avversario della dottrina sociale della Chiesa." Don Ennio Innocenti

Re: Collegamento piano induzione

#8
Federal Republic ha scritto:
Quindi per montare questo ? (vedo che c'è scritto sia monofase che a 2 fasi…
leggendo sul manuale di installazione, la potenza nominale è di 7,2 kW e le possibilità di collegamento sono due: in monofase si ha un assorbimento massimo di corrente di circa 32 A, in trifase si sfruttano solo due delle tre fasi e l'assorbimento massimo è di circa 16 A su ciascuna delle due fasi interessate (a livello d'impianto si ripartiranno i carichi per sfruttare anche la terza fase, cercando di equilibrare il più possibile).

Ti conviene dare uno sguardo a tutti i possibili piani cottura di tuo interesse, per il dimensionamento si può considerare la situazione peggiore (tenendo conto della potenza assorbita e della sua ripartizione su due o su tre fasi), in questo modo sarai pronto a qualsiasi scelta :wink:
:mrgreen: :mrgreen: sei troppo tecnico per me, oltre che davvero gentile !
Non ci arrivo !
Andiamo per step. :mrgreen:

1) Nel caso del prodotto che ti ho citato: qual'è la modalità di installazione migliore (monofase, ? Ovvero: l'una delle due limita in qualche modo l'efficienza/efficacia del prodotto e/o compromette la sicurezza e/o ancora, limita lo sfruttamento del resto dell'impianto elettrico ?
Perchè mi dici mono/trifase quando il prodotto recita: "mono o 2 fasi" ?

2) considerare la situazione peggiore significa prendere il PCI con (i) assorbimento nominale maggiore e (ii) trifase ?

PS: vado in Wiki a studiarmi le fasi..... :mrgreen:

Re: Collegamento piano induzione

#9
oltre che davvero gentile !
grazie :D

cercherò di spiegare la differenza nel modo più semplice possibile
1) Nel caso del prodotto che ti ho citato: qual'è la modalità di installazione migliore (monofase, ? Ovvero: l'una delle due limita in qualche modo l'efficienza/efficacia del prodotto e/o compromette la sicurezza e/o ancora, limita lo sfruttamento del resto dell'impianto elettrico ?
Perchè mi dici mono/trifase quando il prodotto recita: "mono o 2 fasi" ?
Il piano cottura funziona in maniera indifferente se alimentato in monofase (fase + neutro) oppure con 2 fasi + neutro, l'importante è che disponga della potenza necessaria (7,2 kW), per ora tralasciamo il discorso del limitatore.
Il progettista farà i calcoli per determinare la potenza per cui l'intero impianto elettrico dovrà essere dimensionato, entra in gioco il discorso della contemporaneità ma il solo piano cottura implica una potenza minima di 10 kW (11 kW), 6 kW (6,6 kW) sarebbero già insufficienti a farlo funzionare da solo. Tra parentesi ho indicato i valori della potenza effettivamente disponibile, è il 10 % in più del valore contrattualmente impegnato.
Mettiamo caso che venga fuori un valore di 10 kW contrattuali, questo ti permetterebbe libera scelta tra la monofase e la trifase, ma la monofase diventa sconveniente perchè entrano in gioco valori di corrente relativamente alti, quindi fili di grossa sezione per la linea montante (dal contatore al quadro generale) e per la derivazione che alimenterà il piano cottura, anche se i fili sono solo tre (fase, neutro e terra). Dall'altro lato, agli enti distributori di energia la monofase da 10 kW dà fastidio, perchè tende a squilibrare la rete a livello locale (circa 50 A di assorbimento massimo di corrente, tutto concentrato su una sola fase..).
Scegliendo la fornitura trifase, anche nell'ipotesi di non dover usare apparecchiature che la richiedono espressamente, hai la convenienza di ottimizzare il dimensionamento dell'impianto e di evitare problemi con l'ente distributore che eseguirà l'allacciamento. Avrai la linea montante e la derivazione del piano cottura con 5 fili (tre fasi, neutro e terra), ma questi fili potranno avere sezione più piccola rispetto al caso monofase, a conti fatti si impiega meno rame a parità di potenza di dimensionamento (o, vista al contrario, si possono trasportare potenze più alte a parità di rame).
L'impianto può apparire leggermente più complesso, ma in realtà i 5 fili te li ritrovi solo dove servono, il resto dell'impianto potrà essere organizzato su circuiti monofase che saranno allacciati in maniera equilibrata tra le varie fasi ed il neutro (gli stessi che avresti in monofase, ma collegati tutti all'unica fase e al neutro).
2) considerare la situazione peggiore significa prendere il PCI con (i) assorbimento nominale maggiore e (ii) trifase ?
Per far fronte ad ogni possibilità devi valutare sia l'assorbimento di potenza che le correnti in gioco, quindi un allacciamento che sia in grado di far fronte all'assorbimento del piano cottura più potente e, contemporaneamente, alle massime correnti che possono essere assorbite dalle fasi.
Per esempio, consideriamo il piano cottura che avevi in mente: 7,2 kW globalmente assorbiti e circa 16 A di corrente prelevati da 2 fasi.
Mettiamo caso che esista un piano cottura con potenza nominale di 8 kW ma con prelievo di una corrente massima di circa 12 A attraverso tutte e tre le fasi.
Condizione peggiore vuol dire, in questo esempio, che bisogna considerare 8 kW di potenza ma 16 A di assorbimento massimo di corrente, cosicchè entrambi possano essere supportati dalla predisposizione, che dovrà avere 5 fili (tre fasi, neutro e terra). In ogni caso ti conviene prevedere tutte e tre le fasi al punto di allacciamento, anche se dovessi trovare solo piani cottura con alimentazione tramite 2 fasi e il neutro.

Ultima considerazione per il limitatore.. molti lo impiegano come soluzione per poter impegnare una potenza contrattuale inferiore al valore di dimensionamento, senza rischiare il distacco del contatore ma accontentandosi di uno sfruttamento parziale del piano cottura.. nelle normali esigenze è difficile arrivare a farlo funzionare a piena potenza. Posso comprendere questa scelta se la differenza sulla bolletta può pesare molto, ma questo è un discorso indipendente dal dimensionamento dell'impianto secondo le norme.. entriamo in argomenti di natura finanziaria e ciascuno si farà i propri conti :wink:
"Oggi si vuole ricostituire l’unità politica dei cattolici, ma generalmente si dimentica che il liberalismo è il principale avversario della dottrina sociale della Chiesa." Don Ennio Innocenti

Re: Collegamento piano induzione

#10
Federal Republic ha scritto:
oltre che davvero gentile !
grazie :D

cercherò di spiegare la differenza nel modo più semplice possibile
1) Nel caso del prodotto che ti ho citato: qual'è la modalità di installazione migliore (monofase, ? Ovvero: l'una delle due limita in qualche modo l'efficienza/efficacia del prodotto e/o compromette la sicurezza e/o ancora, limita lo sfruttamento del resto dell'impianto elettrico ?
Perchè mi dici mono/trifase quando il prodotto recita: "mono o 2 fasi" ?
Il piano cottura funziona in maniera indifferente se alimentato in monofase (fase + neutro) oppure con 2 fasi + neutro, l'importante è che disponga della potenza necessaria (7,2 kW), per ora tralasciamo il discorso del limitatore.
Il progettista farà i calcoli per determinare la potenza per cui l'intero impianto elettrico dovrà essere dimensionato, entra in gioco il discorso della contemporaneità ma il solo piano cottura implica una potenza minima di 10 kW (11 kW), 6 kW (6,6 kW) sarebbero già insufficienti a farlo funzionare da solo. Tra parentesi ho indicato i valori della potenza effettivamente disponibile, è il 10 % in più del valore contrattualmente impegnato.
Mettiamo caso che venga fuori un valore di 10 kW contrattuali, questo ti permetterebbe libera scelta tra la monofase e la trifase, ma la monofase diventa sconveniente perchè entrano in gioco valori di corrente relativamente alti, quindi fili di grossa sezione per la linea montante (dal contatore al quadro generale) e per la derivazione che alimenterà il piano cottura, anche se i fili sono solo tre (fase, neutro e terra). Dall'altro lato, agli enti distributori di energia la monofase da 10 kW dà fastidio, perchè tende a squilibrare la rete a livello locale (circa 50 A di assorbimento massimo di corrente, tutto concentrato su una sola fase..).
Scegliendo la fornitura trifase, anche nell'ipotesi di non dover usare apparecchiature che la richiedono espressamente, hai la convenienza di ottimizzare il dimensionamento dell'impianto e di evitare problemi con l'ente distributore che eseguirà l'allacciamento. Avrai la linea montante e la derivazione del piano cottura con 5 fili (tre fasi, neutro e terra), ma questi fili potranno avere sezione più piccola rispetto al caso monofase, a conti fatti si impiega meno rame a parità di potenza di dimensionamento (o, vista al contrario, si possono trasportare potenze più alte a parità di rame).
L'impianto può apparire leggermente più complesso, ma in realtà i 5 fili te li ritrovi solo dove servono, il resto dell'impianto potrà essere organizzato su circuiti monofase che saranno allacciati in maniera equilibrata tra le varie fasi ed il neutro (gli stessi che avresti in monofase, ma collegati tutti all'unica fase e al neutro).
2) considerare la situazione peggiore significa prendere il PCI con (i) assorbimento nominale maggiore e (ii) trifase ?
Per far fronte ad ogni possibilità devi valutare sia l'assorbimento di potenza che le correnti in gioco, quindi un allacciamento che sia in grado di far fronte all'assorbimento del piano cottura più potente e, contemporaneamente, alle massime correnti che possono essere assorbite dalle fasi.
Per esempio, consideriamo il piano cottura che avevi in mente: 7,2 kW globalmente assorbiti e circa 16 A di corrente prelevati da 2 fasi.
Mettiamo caso che esista un piano cottura con potenza nominale di 8 kW ma con prelievo di una corrente massima di circa 12 A attraverso tutte e tre le fasi.
Condizione peggiore vuol dire, in questo esempio, che bisogna considerare 8 kW di potenza ma 16 A di assorbimento massimo di corrente, cosicchè entrambi possano essere supportati dalla predisposizione, che dovrà avere 5 fili (tre fasi, neutro e terra). In ogni caso ti conviene prevedere tutte e tre le fasi al punto di allacciamento, anche se dovessi trovare solo piani cottura con alimentazione tramite 2 fasi e il neutro.

Ultima considerazione per il limitatore.. molti lo impiegano come soluzione per poter impegnare una potenza contrattuale inferiore al valore di dimensionamento, senza rischiare il distacco del contatore ma accontentandosi di uno sfruttamento parziale del piano cottura.. nelle normali esigenze è difficile arrivare a farlo funzionare a piena potenza. Posso comprendere questa scelta se la differenza sulla bolletta può pesare molto, ma questo è un discorso indipendente dal dimensionamento dell'impianto secondo le norme.. entriamo in argomenti di natura finanziaria e ciascuno si farà i propri conti :wink:

Mi hai messo ko :mrgreen:
Grazie mille !!!