Ti posto una commento alla prova di altro consumo giusto per farti capire che i parametri di scelta di un materasso sono altri.
Il test di altro consumo mostra come ormai tradizione una scarsissima conoscenza dell’argomento da parte di chi lo ha scritto cosa che ovviamente si riflette nell’analisi fatta dei prodotti che si mostra approssimativi e fatta su parametri che poco o nulla hanno a che vedere con la qualità del riposo e con questo testo vorremmo aiutarvi a mettere in evidenza presso i vostri clienti.
Per prima cosa dobbiamo capire lo scopo “commerciale” di altro consumo.
Altro consumo vuole con i suoi test fare risparmiare il consumatore dimostrando che tra il loro miglior acquisto e il top del mercato si risparmia una cifra importante dimostrando in questo modo l’importanza delle loro prove e giustificando la loro esistenza ed i loro abbonamenti.
Per questo motivo i test paiono tarati per mettere in evidenza le caratteristiche di alcuni prodotti che non sono di fatto fondamentali sul mercato e non sono né indice di prestazione del prodotto né distintive della qualità.
Notiamo inoltre che nella tabella viene indicato il termine “comfort” mentre nella leggenda si parla di “comfort termico” che sono 2 fattori completamente differenti.
Vi cito di seguito alcuni punti, tra i tanti, che mettono in evidenza a mio parere la poca attenzione posta nel realizzare il test se non la tendenziosità di alcune valutazioni
BASI DELLA PROVA.
E’ davvero stabile?
Questo test ha una sua importanza ma è evidente a qualsiasi esperto del settore che è inutile quando si parla di materassi non a molle per le caratteristiche intrinseche delle schiume che rende questa prova assolutamente inutile.
Tanto che tutti i prodotti hanno superato brillantemente il test
Sostegno del corpo
Nella prova non sono specificate le corporature prese in esame come “banco di prova dei prodotti” e questo a mio parere è già un limite ma, supponendo che la prova sia stata condotta con corporature differenti atte a coprire un range realistico di utenti possiamo rilevare che come ben sapete il sostegno è uno dei fattori di prestazioni del materasso che di norma contrasta con la capacità ergonomica e l’accoglienza dello stesso.
Un buon materasso vanta un buon equilibrio tra questi fattori e non certo una prestazione eccelsa di uno di essi che di certo penalizzerebbe gli altri.
Va inoltre rilevato come non si sia tenuto conto che di alcuni materassi esistono differenti gradi di rigidità che sono adatti a sostenere pesi e corporature diversi. E’ ovvio che non avendo testato di questi prodotti entrambe le versioni ma solo una di esse queste saranno probabilmente risultate eccelse per alcune corporature e completamente errate per altre, al contrario di prodotti intermedi che pur non essendo eccelsi per nessuno si sono ben difesi su tutte le corporature.
In poche parole perfetti per nessuno sbagliati un po’ per tutti…
E’ intuitivo che chi sceglie un materasso lo scegli in base alla sua corporatura ed è poco interessato al fatto che sia sbagliato per altri come del resto si sceglie un numero di scarpe in base al proprio piede non sulla media nazionale.
Se prende fuoco
Qui siamo all’assurdo. Chiunque lavori in questo campo sa che la resistenza alla fiamma è importante solo ed esclusivamente per il settore contract e non viene assolutamente valutato come positivo nel prodotto domestico poiché rendere un prodotto resistente alla fiamma significa usare materiali che vanno contro la qualità del riposo.
Tanto che le aziende hanno prodotti specifici e certificati per questo uso ma di norma ben si guardano da usare questi prodotti nel uso domestico anche perché di norma non soddisfano i requisiti di compatibilità con l’organismo umano, quindi di non nocività, fondamentale, con giusta ragione, nell’uso domestico quotidiano.
Premesso quanto sopra analizzo il testo
Altro consumo scrive
“Esiste il materasso in lattice naturale, ma anche in lattice sintetico. Sui prodotti dovrebbe essere indica¬ta la dicitura esatta, ma il produttore non è obbligato a riportarla.”
Come ben sapete esiste una Circolare del Ministero delle Attività Produttive (n. 684 del 7 dicembre 2001) che dice al punto 3.1 “ Materasso tutto lattice o materasso 100% lattice: designa materassi che hanno un'anima unicamente di lattice di almeno 10 centimetri di spessore. Se l'anima include almeno l'85% di lattice di origine naturale l'indicazione supplementare "origine naturale" e' la sola autorizzata.”
Questa dicitura è obbligatoria e se non è presente, il materasso non è in regola con le norme predette e non è quindi vero che non è obbligatoria.
Altro consumo scrive
“ Esiste anche una terza categoria, la schiu¬ma di lattice, ottenuta mischiando dell’aria al lattice naturale e/o a quello sintetico. Tra l’uno e l’altro ci sono alcune differenze sostanziali”
Qualsiasi esperto ha ben chiaro che i materassi sono tutti realizzati in schiuma di lattice e non in lattice puro poiché la miscelazione con l’aria permette al lattice di avere la giusta densità ed il giusto comfort per il riposo.
Tanto è vero che la legge non pone questo tipo di distinzione essendo tra le altre cose irrilevante a livello di qualità del prodotto. La differenza è la stessa che passa tra la panna e la panna montata. Stessa materia prima con aggiunta di aria che non ne modifica di certo la qualità.
Altro consumo distingue nelle diverse categorie di materasso in lattice scrivendo:
“Lattice al 100%”. Indica un materasso che ha un’a¬nima (ovvero il cuore del materasso, che assicura il sostegno principale), unicamente di lattice, di almeno 10 centimetri di spessore.
“In lattice”. In questo caso il corpo centrale, costitu¬ito da due o più materiali differenti sovrapposti, deve avere uno strato di lattice alto come minimo 10 cen¬timetri, inoltre questo materiale deve rappresentare almeno il 60% dell’anima del materasso
La circolare già citata dice, sempre al punto 3.1 “Materasso tutto lattice o materasso 100% lattice: designa materassi che hanno un'anima unicamente di lattice di almeno 10 centimetri di spessore.”
Chiaramente assimilando le due definizioni mentre Altroconsumo pone una distinzione inesistente.
Inoltre Altroconsumo nella sua prova include, come materasso di lattice il prodotto Chimera Air latex che avendo 6 cm di lattice su 20 totale di spessore, per la legge italiana non può essere considerato un materasso di lattice!
Premetto che in questo test non è stato tenuto conto della fodera utilizzata per la prova, almeno in molti modelli considerati, e questo può aver condizionato molti aspetti della prova ed in particolare quelli seguenti
Altro consumo scrive
“Solo Magni¬flex, Pirelli e MCA hanno mostrato una perdita di al¬tezza di più di 6 mm.”
Peccato che in questo non si tiene conto dello spessore di partenza del materasso e soprattutto dell’imbottitura dello stesso che ovviamente le parte più soggetta a stress. Un materasso molto imbottito mostrerà nel tempo sicuramente uno schiacciamento superiore ad un materasso con una imbottitura in partenza più compressa o meno presente. Non a caso i materassi risultati peggiore sono quelli più alti, uno schiacciamento di 6mm su 26 cm di altezza totale è pari al 2,3% mentre su uno spessore di 20 cm è pari ad un 3% (cioè il 30% in più!).
Di conseguenza a parità di schiacciamento è evidente che il materasso più basso dovrebbe essere peggio considerato, oppure, più correttamente, lo schiacciamento dovrebbe essere considerato in termini percentuali e non come valore assoluto.
Altro consumo scrive
“Il modello Ikea assorbe meglio l’umidità rispetto agli altri e quindi è più adatto a chi suda molto.” .. “Abbiamo lasciato per dieci ore consecutive i materassi in una stanza a 37 gradi con il 50% di umidità. Un buon materasso deve essere in grado di assorbire e smaltire all’esterno la maggiore quantità di umidità.”
La prima domanda che mi pongo è cosa hanno poi misurato per valutare questa capacità?
Perché logica vorrebbe che una volta sottoposto il materasso ad una forte umidità ne verifichino poi la quantità residua all’interno dello stesso.
Per come appare realizzato questo test un pezzo di plastica, che non avrebbe assorbito, ovviamente, una sola goccia di umidità, avrebbe dato i migliori risultati.
Un materasso prima di cedere l’umidità deve assorbirla, se non l’assorbe, in particolare quando sopra viene posto un corpo umano che suda e bagna, di certo non deve poi fare la fatica di ricederla all’ambiente esterno.
Al contrario un materasso che assorbe bene l’umidità e per assurdo un prodotto che ha una fodera poco imbottita, viste le condizioni di test non reali (vedi sotto) potrebbe farlo meglio di uno che ha una fodera pregiata, non è poi detto che possa smaltire la predetta in modo ottimale.
E’ intuitivo capire come una fodera imbottita in poliestere sia molto più permeabile all’umidità, avendo il poliestere una capacità igroscopica pari a zero, nei confronti di una imbottita in cotone, essendo quest’ultimo molto igroscopico, cosa che di norma viene vista come un vantaggio…..
Inoltre lo smaltimento dell’umidità del lattice, come in tutti i materiali espansi, deriva anche da un effetto “mantice” dato dagli spostamenti del corpo che comprimendo e rilasciando la struttura, facilita il ricambio di aria e l’espulsione della umidità.
E’ poi evidente che il test non è stato fatto in condizioni d’uso, cioè con una persone che suda sul materasso e trasmette umidità sotto forma di liquido direttamente sul materasso stesso.
In questo caso è fondamentale la capacità del tessuto di trasmettere l’umidità verso l’interno e sull’area dell’intero materasso, mantenendo asciutto il contatto, piuttosto che ricederla immediatamente o peggio non assorbirla.
Inoltre questo test non tiene conto del tipo di fodera con cui è stato testato il materasso che essendo disponibile in diverse versioni su alcuni modelli, potrebbe esistere in versioni che privilegiano la traspirazione piuttosto che in versioni che penalizzano questo aspetto per privilegiarne altri.
Da notare che il materasso ikea del test vanta una misura 90x200 contro gli altri che sono tutti 80x190 avendo quindi un area di traspirazione superiore del 18%, cosa che altroconsumo non mette in evidenza, pur essendo questo materasso risultato il migliore del test sotto questo aspetto.
Altro consumo scrive
“Tutti i materassi in lattice sono indicati per chi ha esi¬genze di temperatura normali, mentre Wegaflex e Chi¬mera Benessere sono più adatti per le persone freddo¬lose.”
Anche in questo caso non si tiene conto delle fodere oltre al fatto che non si capisce come le persone freddolose si debbano poi comportare d’estate se il materasso è caldo.
Va sottolineato che se il materasso è dotato di una fodera climatizzata, quindi con lato estivo e lato invernale, andava come minimo specificato quale lato è stato provato.
Altro consumo scrive
“Comfort termico Un buon materasso deve isolare dal freddo nella stagione inver¬nale e non deve assorbire troppo il calore in quella estiva. Non è risultato il punto forte dei modelli del test, anche se la sufficien¬za è sempre garantita.”
Non viene specificato su alcuni modelli con quale fodera è stato provato. Poiché alcuni prodotti sono disponibili con fodere anallergiche che di norma sono meno performanti sotto il punto di vista termico privilegiando l’aspetto della resistenza all’annidamento degli acari, cosa invece non contrastabile con le fodere fodere climatizzate che però sotto il punto di vista termico offrono prestazioni nettamente migliori.
Se anche fossero state usate le fodere climatizzate, quindi con due lati differenti, quale è stato usato nella prova?
Altro consumo scrive
“Elasticità Ovvero la capacità del materasso di affossarsi solo nell’area in cui è effettuata la pressione e non tutto intorno.”
Questa definizione è quantomeno discutibile poiché l’elasticità è la proprietà di un materiale di deformarsi sotto l'azione di uno stato di sollecitazione imposto (per esempio, a causa di forze esterne applicate) e poi di riacquistare la sua forma originale al venir meno della causa sollecitante.
Niente ha a che vedere con l’indipendenza della razione e l’ergonomia, cioè la capacità di un materasso di reagire solo ove viene sollecitato.
Un materasso a molle ha una elasticità elevatissima ma, se parliamo di molleggio tradizionale ha una trasmissione del movimento da una parte all’altra del materasso, elevatissima!
Altro consumo scrive
Durata Per verificare se il materasso regge il passare del tempo (10 anni) lo ab¬biamo sottoposto alla pres¬sione di un rullo da 140 chili, che ha fatto avanti e indietro 30 mila volte. Alla fine della prova di durata abbiamo verificato i danni.
Questo test è molto discutibile perchè non tiene conto di alcuni fattori: ad esempio i materassi commercializzati sottovuoto sono sottoposti già nel confezionamento ad una elevata perdita percentuale di spessore.
Questo li agevola in sede ti test poiché, essendo già preconsumati subiranno uno schiacciamento o una perdita di portanza inferiore.
Per spiegare il concetto uso un esempio numerico:
se il materasso in partenza avesse avuto una rigidità di 10 e per assurdo, avesse perso mettendolo sottovuoto il 50% della stressa, passando ad un grado di rigidità 5, e una volta sottoposto al test si fosse ridotta di un altro 20% passando a 4, risulterebbe migliore di un materasso con rigidità 10 di partenza, quindi pari al primo, che avendo perso il 40% della stessa si troverebbe a 6, quindi superiore al primo campione ma con una perdita percentuale doppia!
Inoltre questa provano non tiene conto del comfort finale del materasso le sole prestazioni “meccaniche” del prodotto non possono rendere. Di fatto non è stata analizzata la quantità “comodità del materasso” viene persa con il test ma semplicemente la perdita di portanza.
Da evidenziare che questo test non corrisponde alle norme uni iso 3385:1997, di norma adottate in questo genere di prove, che rappresenta la perdita percentuale di spessore di portanza subita da un campione dopo essere stato sottoposto a compressione del 50% rispetto allo spessore iniziale per 75.000 cicli con una frequenza di 60 cicli/minuto e non si capisce quindi la sua validità a livello sperimentale.
Segnalo inoltre che tra i fattori di valutazione viene indicato un parametro “memoria” che risulta alquanto confuso e pare una derivazione di un concetto di “memoria di forma” tipica dei prodotti in memory.
Premesso che questo niente ha a che vedere con i prodotti in lattice che in questo senso dovrebbero avere una capacità pari a zero pare che qui l’abbiano confusa con la ergonomia.
Anche in questo caso andrebbe visto il sistema di valutazione poiché un solo prodotto (ikea) prende un voto negativo (un pallino) mentre gli altri sono tutti alla pari a tre.