Se fosse stato un ritratto su commissione di una giovane donna.... questa sarebbe stata una "ricca"... ritratta con vesiti e gioielli più importanti. A quei tempi farsi fare un ritratto non era alla portata di tutti.
Xiao, in questo caso potrebbe essere senz'altro così, ma nell'ottocento non sempre non ostentare gioielli significava essere d'estrazione umile.
Anzi, delle volte è vero il contrario. L'assenza di monili e di abiti vistosi, favoriva la percezione delle doti caratteriali e di austerità della persona effigiata.
Semmai l'ostentazione è più sofisticata, sottesa. Ci si esibiva con qualche attributo che rivelava l'attività del personaggio, gli interessi, i titoli, proprietà e viaggi compiuti (paesaggio alle spalle).
Ho in mente come esempio i ritratti dimessi ma franchi, della nobiltà della campagna padana di Giuseppe Carnovali noto come il Piccio (1804-1873), in cui alla mancanza di qualche attributo sopperisce potenziata l'indagine espressiva - ci si aspetta solo che parlino i suoi personaggi dipinti - unita ad qualità pittorica eccezionale.
E d'esempio, per comprendere i gusti dei committenti, è un testo molto in voga nell'800,
Le vite parallele di Plutarco, in cui è descritto il gesto di Cornelia, donna di grande cultura, all'epoca ritenuta la figura di madre ideale, per le virtù, a lei attribuite, di austerità e carattere: notissimo l'episodio, della sua risposta ad una matrona che ostentava le sue pietre preziose - 'haec ornamenta mea'/ecco i miei gioielli - mostrando i figli Tiberio e Caio.
Comunque, per tornare alla donna ritratta, l'abito ed i colori, così come sono stati interpretati dall'autore sconosciuto, li trovo molto eleganti. La donna, nella sua apparente semplicità del vestire, ispira al contrario finezza, grazia, gusto, nobiltà d'animo.
Tienila comunque la cornice, può rappresentare un indizio in più.
Si potrebbe rintracciare la provenienza della cornice, se è originale (il motivo del passe-partout promette), per risalire all'artista.
Perdona il giro largo.