Mirco ha scritto:Le schede elettroniche le conosco eccome. Quei sensori di temperatura non stanno sulla scheda principale, ma sono montati al centro della bobina, da tutt’altra parte. Sulla scheda principale ci sono una manciata di € di componenti in più, dedicati alla ricezione del segnale. A regolare la potenza in base alla temperatura, ci pensano poche righe di programma software nel microprocessore centrale, che c’è già.
Bene se sui Miele c’è in più il sensore a infrarossi, ma 1000€ in più è un furto gratuito. Esattamente come per gli atri costruttori è il sovrapprezzo per le zone flexy, che come hardware interno aggiuntivo, non hanno veramente quasi niente.
Il primo scopo dei costruttori è alzare al massimo profitto aggiungendo il meno possibile di hardware, e nei piani a induzione gli riesce benissimo!!
La sensazione è che davvero tu non conosca molto...
una cosa è la gestione dei moduli di potenza che alimentano le bobine. questa, anche se esiste con componentistica qualitativamente e dimensionalmente diversa, è piuttosto standardizzata. Resta il fatto che i componenti NON sono tutti uguali e per questo molti produttori per evitare surriscaldamenti attraverso l'elettronica riducono sensibilmente la potenza dopo poche decine di secondi mentre altri mantengono piena potenza anche per 10 minuti. Se hai dubbi basta un prodotto attivo e una pinza amperometrica per verificare.
La differenza principale però la fanno i moduli di controllo e il software di gestione. I reparti di ricerca e sviluppo delle varie aziende investono migliaia di euro (talvolta anche diverse centinaia di migliaia) per garantire il miglior risultato possibile, anche se questo viene ottenuto con un circuito che contiene componenti da pochi euro. Il valore intrinseco dei componenti di un PC di un televisore o di un telefono è comunque di poche decine di euro (talvolta anche meno) ma la differenza non sta solo nel marketing e nel design: i costi di ricerca e sviluppo, i brevetti, le innovazioni hanno costi elevatissimi e se vogliamo che le Aziende continuino ad innovare e migliorare la nostra vita questi costi vanno coperti. Ragionare in termini di valore intrinseco dei componenti è perlomeno superficiale, quando si ha a che fare con prodotti con un qualche contenuto tecnologico.
Nel caso specifico del TempControl nel primo video si vede che c'è una scheda dedicata (niente a che vedere con il microprocessore centrale), con numerosi componenti (emettitore ad infrarossi per la taratura, più sensori con caratteristiche diverse e tolleranze molto strette,microprocessori per la gestione, alimentazione, schermatura placcata oro per garantire riflettività costante nel tempo, perfino una ventola dedicata per il raffreddamento). Questa scheda non si trova in nessun altro prodotto, ci sono numerosi brevetti internazionali che la tutelano e direi che rientra a pieno titolo tra le innovazioni con costi di ricerca e sviluppo più elevati. Per questo un costo più elevato, almeno nei primi anni di vita del prodotto, è pienamente giustificato. A brevetti scaduti è anche ragionevole che la stessa tecnologia divenga disponibile a poche decine di euro.