Scusate.. qui il punto non è stabilire chi ha ragione e chi ha torto, chi è maleducato e chi solo "sprovveduto", chi è un venditore "onesto" (quanto ho odiato negli ultimi anni questo aggettivo così abusato!!!) e chi per professione rifila m...a.
Mi pare che il problema sia lo "scollamento" tra le ragioni dell'esistenza stessa di un forum (ma potrebbe essere un libro.. come una trasmissione televisiva.. come un corso di laurea..) che si propone di fare approfondimento su certe tematiche (per carità, qualcuno potrà anche considerarle effimere e non degne di tanta attenzione) e le motivazioni che portano l'utente medio a consultarlo e a formulare certe richieste.
Francamente, pur essendo incappata in innumerevoli fregature, non voglio in alcun modo ergermi a giudice della moralità altrui: i "venditori" che mi hanno frodato (e anche per stabilire questo grazie a Dio ci sono ancora i tribunali) potrebbero essere stati "costretti" per sopravvivenza o essere a loro volta vittime dei grossisti.. Mi piacerebbe solo un mondo in cui leggi e giustizia tutelano realmente il consumatore, senza che questi debba diventare tuttologo o debba improvvisarsi censore morale di marchi e rivenditori.
Qualcuno invece, talvolta anche in maniera aggressiva, vorrebbe la strada facile, il forum che ti classifica le cucine, il blog che con lo spot più efficace ti dice chi votare, il canale YouTube che ti rivela come fare soldi senza sprecare tempo e fatica.. un po' come il compagno di liceo che la sera alle 9 ti telefonava per copiare la versione di latino che non aveva avuto tempo di fare..
Insomma stiamo facendo semplicemente i conti con l'analfabetismo funzionale che la "cultura della furbizia" da una parte e la facilità di accesso alle informazioni in assenza di capacità critiche dall'altra hanno portato ormai a livelli pandemici.
(Lo so, quanto ho scritto è molto più pesante di quanto scritto fino ad ora nei confronti di Anya
![Sad :(](./images/smilies/icon_sad.gif)
).