Io sapevo che marche come Dada e Poliform avevano cucine di qualità, poi ho scoperto Valcucine. E ora ho scoperto altre marche mai sentite prima: Arredo3, Copat, Comprex, Arrital... tutte mai sentite prima
ho visto i rispettivi siti e sembrano ovviamente di qualità alta.
Qualcuno di voi ha esperienza diretta o anche indiretta? qualche marche che consigliate o sconsigliate in particolare? c'è qualcosa che caratterizza una marca rispetto ad un altra? ha senso affidarsi ad una marca meno conosciuta in un settore come questo? o è meglio puntare sui "classici"?
io ho esigenze semplici: cucina lineare di 4 metri, vorrei che fosse principalmente funzionale, cioè fatta per chi la cucina la usa e non un semplice oggetto di design.
ogni suggerimento è ben accetto, grazie in anticipo
Re: info su marche mai sentite: Arrital, Comprex, Arredo3, Copat etc
#2Arredo3 qualità alta????lorcar ha scritto: ↑28/10/23 10:20Io sapevo che marche come Dada e Poliform avevano cucine di qualità, poi ho scoperto Valcucine. E ora ho scoperto altre marche mai sentite prima: Arredo3, Copat, Comprex, Arrital... tutte mai sentite prima
ho visto i rispettivi siti e sembrano ovviamente di qualità alta.
Qualcuno di voi ha esperienza diretta o anche indiretta? qualche marche che consigliate o sconsigliate in particolare? c'è qualcosa che caratterizza una marca rispetto ad un altra? ha senso affidarsi ad una marca meno conosciuta in un settore come questo? o è meglio puntare sui "classici"?
io ho esigenze semplici: cucina lineare di 4 metri, vorrei che fosse principalmente funzionale, cioè fatta per chi la cucina la usa e non un semplice oggetto di design.
ogni suggerimento è ben accetto, grazie in anticipo
Per il resto, affidarsi ad un marchio meno conosciuto ma che sia sempre sul mercato di fascia alta, è una scelta che devi fare tu parlando col il rivenditore e scegliendo quello che ti ispira più fiducia e il cui progetto è più centrato sulle tue esigenze. A contrario di quel che si pensa, il bollino sulla scatola incide poco sulla perfetta riuscita del progetto. Proprio per questo ritengo sempre giusto farsi più di un'idea rivolgendosi a tutti i player del mercato in zona che forniscono un prodotto nella fascia di prezzo che puoi spendere.
Legno Concept Store Perugia
www.legnoconceptstore.com
Gaggenau. - Neff. - Roscults. - Valdesign. - Alf DaFrè.
www.legnoconceptstore.com
Gaggenau. - Neff. - Roscults. - Valdesign. - Alf DaFrè.
Re: info su marche mai sentite: Arrital, Comprex, Arredo3, Copat etc
#3Ciao!
Credo che lorcar intendesse dire che se uno guarda le foto pubblicate (quasi) tutte le cucine appaiono di fascia alta..
A me pare che uno dei problemi del comparto dell'arredo sia che ad eccezione degli addetti ai lavori e di qualche appassionato il pubblico sia molto confuso. Un esempio che si fa sempre è il confronto con le auto: ad uno serve cambiare la macchina ed in base al suo budget si reca da un concessionario piuttosto che da un altro perché le aziende sono universalmente conosciute e se la disponibilità è 20 non è che va dalla Maserati. Comunque, per tornare alla domanda, cos'è che distingue un marchio da un altro? A pari qualità: nella fascia bassa direi poco e niente, nella media l'ufficio marketing e nell'alta lo stile (inteso come design: minimalista, borghese -qualunque cosa significhi-, opulento-bling bling et cetera). Ne esiste anche un'altissima o vertiginosa, ma sospetto il suo target non segua i forum, certamente non in italiano.
E com'è che un marchio si posiziona in una fascia piuttosto che in un'altra? Ahimè la discriminante è il prezzo, che però come -quasi- sempre, è lo specchio di qualcosa. Esempio (molto semplificato), visto che si citava Dada: Van Duysen disegna una cucina, l'ufficio tecnico si mette al lavoro per verificarne la fattibilità (quelle ante a listelli di legno, quelle maniglie e quei profili in metallo vanno anche costruiti e tenuti insieme) l'ufficio acquisti trova i fornitori per la breccia Capraia e per i legni speciali, gli operai, che sono artigiani altamente specializzati e lavorano su macchinari a controllo numerico del valore di milioni di euro, partono con la realizzazione di un prototipo. Si studia come far aprire un'anta a 180° senza far danni e nascondendo la cerniera, come illuminare una mensola nella maniera più elegante, come sostenere piani in pietra da 13 cm. di spessore. Intanto a Giussano lo showroom aziendale annesso alla fabbrica ha subìto un restyling completo, anzi, una vera e propria ricostruzione, nel mondo s'investe in nuovi flagship store. Nella migliore delle ipotesi va via un annetto, poi arriva Eurocucina e tutti vedranno le novità (qualche privilegiato nel suddetto showroom). Dopo sei mesi PincopalloKitchen esce con qualcosa di esteticamente molto simile (certo, la pietra non sarà la breccia che comunque è anche delicatissima quindi forse anche meglio, il tono dell'eucalipto sarà un po' più scuro o un po' più chiaro ma insomma) con accorgimenti tecnici più o meno raffinati, di buona se non ottima qualità generale, che costerà la metà o poco più. Compulsando pinterest tutto ciò è invisibile. Ma soprattutto: interessa a chi deve acquistare due colonne e quattro basi se va bene laccati? Dato per acquisito che è il progetto che fa la cucina, che un rivenditore non dico bravo ma appena sufficiente dovrebbe saper rilevare le misure degli angoli e montare o far montare i mobili come si deve e non al risparmio della mezz'ora, cos'è che conta nel prodotto?
A oggi, per me, su tutto la sostenibilità, che è ovviamente l'uso di materiali riciclabili ma anche di impatto ragionevole nella produzione e nel futuro smaltimento che, per inciso, dovrebbe essere il più lontano possibile, dal momento che il prodotto realmente sostenibile è quello che non diventa spazzatura dopo dieci anni (o meno). Guarderei le certificazioni: FSC per i legni; iso 14001:2015 sugli standard di gestione ambientale; conformità allo standard di emissioni di formaldeide CARB P2 TSCA Title VI (quello indispensabile in California, per intenderci) per i pannelli in MDF e LDF-truciolare (che non è mica il demonio in sé, dipende da com'è fatto).
Aggiungerei per chi non è particolarmente interessato al fattore ambientale che il fatto che un'azienda s'impegni nel conseguimento di questi obiettivi significa che sta facendo degli investimenti, e questo generalmente è un buon segno.
Tornando alla discriminante più appariscente, ossia il vil denaro: posto che nessuno ha tempo da buttare nel visitare cento punti vendita (e nemmeno sarebbe correttissimo nei confronti di chi in quei punti vendita ci lavora e tempo da buttare ne ha ancor meno) facendosi un giro su siti tipo mobili design occasioni dove i negozianti pubblicano la merce che hanno in esposizione un'idea ce la si fa. C'è di tutto, da cucine che fra composizione e finiture rivelano inesorabilmente la loro età a roba più attuale, ma soprattutto ci sono i prezzi di listino di partenza, una base da cui partire per cominciare a scremare.
Credo che lorcar intendesse dire che se uno guarda le foto pubblicate (quasi) tutte le cucine appaiono di fascia alta..
A me pare che uno dei problemi del comparto dell'arredo sia che ad eccezione degli addetti ai lavori e di qualche appassionato il pubblico sia molto confuso. Un esempio che si fa sempre è il confronto con le auto: ad uno serve cambiare la macchina ed in base al suo budget si reca da un concessionario piuttosto che da un altro perché le aziende sono universalmente conosciute e se la disponibilità è 20 non è che va dalla Maserati. Comunque, per tornare alla domanda, cos'è che distingue un marchio da un altro? A pari qualità: nella fascia bassa direi poco e niente, nella media l'ufficio marketing e nell'alta lo stile (inteso come design: minimalista, borghese -qualunque cosa significhi-, opulento-bling bling et cetera). Ne esiste anche un'altissima o vertiginosa, ma sospetto il suo target non segua i forum, certamente non in italiano.
E com'è che un marchio si posiziona in una fascia piuttosto che in un'altra? Ahimè la discriminante è il prezzo, che però come -quasi- sempre, è lo specchio di qualcosa. Esempio (molto semplificato), visto che si citava Dada: Van Duysen disegna una cucina, l'ufficio tecnico si mette al lavoro per verificarne la fattibilità (quelle ante a listelli di legno, quelle maniglie e quei profili in metallo vanno anche costruiti e tenuti insieme) l'ufficio acquisti trova i fornitori per la breccia Capraia e per i legni speciali, gli operai, che sono artigiani altamente specializzati e lavorano su macchinari a controllo numerico del valore di milioni di euro, partono con la realizzazione di un prototipo. Si studia come far aprire un'anta a 180° senza far danni e nascondendo la cerniera, come illuminare una mensola nella maniera più elegante, come sostenere piani in pietra da 13 cm. di spessore. Intanto a Giussano lo showroom aziendale annesso alla fabbrica ha subìto un restyling completo, anzi, una vera e propria ricostruzione, nel mondo s'investe in nuovi flagship store. Nella migliore delle ipotesi va via un annetto, poi arriva Eurocucina e tutti vedranno le novità (qualche privilegiato nel suddetto showroom). Dopo sei mesi PincopalloKitchen esce con qualcosa di esteticamente molto simile (certo, la pietra non sarà la breccia che comunque è anche delicatissima quindi forse anche meglio, il tono dell'eucalipto sarà un po' più scuro o un po' più chiaro ma insomma) con accorgimenti tecnici più o meno raffinati, di buona se non ottima qualità generale, che costerà la metà o poco più. Compulsando pinterest tutto ciò è invisibile. Ma soprattutto: interessa a chi deve acquistare due colonne e quattro basi se va bene laccati? Dato per acquisito che è il progetto che fa la cucina, che un rivenditore non dico bravo ma appena sufficiente dovrebbe saper rilevare le misure degli angoli e montare o far montare i mobili come si deve e non al risparmio della mezz'ora, cos'è che conta nel prodotto?
A oggi, per me, su tutto la sostenibilità, che è ovviamente l'uso di materiali riciclabili ma anche di impatto ragionevole nella produzione e nel futuro smaltimento che, per inciso, dovrebbe essere il più lontano possibile, dal momento che il prodotto realmente sostenibile è quello che non diventa spazzatura dopo dieci anni (o meno). Guarderei le certificazioni: FSC per i legni; iso 14001:2015 sugli standard di gestione ambientale; conformità allo standard di emissioni di formaldeide CARB P2 TSCA Title VI (quello indispensabile in California, per intenderci) per i pannelli in MDF e LDF-truciolare (che non è mica il demonio in sé, dipende da com'è fatto).
Aggiungerei per chi non è particolarmente interessato al fattore ambientale che il fatto che un'azienda s'impegni nel conseguimento di questi obiettivi significa che sta facendo degli investimenti, e questo generalmente è un buon segno.
Tornando alla discriminante più appariscente, ossia il vil denaro: posto che nessuno ha tempo da buttare nel visitare cento punti vendita (e nemmeno sarebbe correttissimo nei confronti di chi in quei punti vendita ci lavora e tempo da buttare ne ha ancor meno) facendosi un giro su siti tipo mobili design occasioni dove i negozianti pubblicano la merce che hanno in esposizione un'idea ce la si fa. C'è di tutto, da cucine che fra composizione e finiture rivelano inesorabilmente la loro età a roba più attuale, ma soprattutto ci sono i prezzi di listino di partenza, una base da cui partire per cominciare a scremare.