Piacermi, sì abbastanza.paprina ha scritto: vi piacete??
Vi volete bene davvero??
Per volermi bene, dipende.. a volte sono molto esigente con me stesso, a volte mi accontento di più.
Diciamo che sono contento, ma non pienamente soddisfatto.
no, è piuttosto inutile come pensiero ^^paprina ha scritto: ogni tanto pensate"se fossi come la ferilli, la hilton" o non so chi altro
è meglio cercare di migliorarsi un po’ che desiderare di essere un’altra persona.
sinceramente, sono interessato a quello che pensano gli altri di me, purchè non sia un’analisi superficiale.paprina ha scritto: vi chiedete mai come vi vedono gli altri e in che modo vorreste che vi vedessero??
non modifica granchè la mia opinione di me stesso, ma può farmi felice o ferirmi facilmente.
così raccogliendo un po’ di pareri.. esteticamente oscillo tra il “bel ragazzo” e il “né brutto ne bello” a seconda di chi mi giudica.
so di non essere sensuale o fighetto, né cerco di sembrarlo perchè mi sentirei ridicolo.
il fascino come impressione estetica non mi appartiene, so che in alcuni casi affascino per il mio modo di parlare, di pormi con gli altri e per gli argomenti che espongo, e non posso negare che mi faccia molto piacere.
Mi riallaccio al discorso di internet, per le mie impressioni è un mondo dove c’è una demarcazione nettissima tra la superficialità e la profondità. E’ estremamente facile offendere o chiudere i ponti con le persone senza dare una spiegazione, incoraggiati dal non doverti guardare in faccia. Io non l’ho mai fatto perché lo ritengo codardo, la correttezza per me rimane anche qui. Ma capita eccome.
E’ anche più facile mostrarsi per come si è in profondità, per certi aspetti comunicare.. ma non è sufficiente, assolutamente. La vedo come dare una “prima impressione” di come si è dentro.. ma non credo che ci si possa mostrare completamente per come realmente si è.. o quantomeno è molto difficile per gli altri capirlo. Insomma la scrittura può andare bene come primo approccio ma la voce, il guardarsi negli occhi, la sensazione “a pelle” sono passaggi indispensabili per la reciproca comprensione. Questo per la mia esperienza.
Per quanto riguarda l’essere quelli che si è.. io l’ho presa persa nel volermi mostrare diverso. Non ci riesco e in fondo non è neppure quello che voglio. Mi sento a mio agio a essere spontaneo e a non indorare la pillola, al non curare come appaio nei minimi termini. Ho avuto dei dispiaceri per questo? eccome. e li considero facenti parte del gioco, costruirsi una maschera alla lunga non paga.
Pero’ così come non voglio essere una persona diversa, sono disposto a migliorarmi, non ho mai preteso che una persona a me legata debba accettare senza fiatare i miei difetti ed errori.. bisogna anche sapersi venire incontro.. se posso combattere qualche mia debolezza ed essere una persona migliore, è una forma di rispetto nei riguardi di questa persona, ma soprattutto di me stesso. Altrimenti nel rapporto che crescita c’è?