
Qui una nota sulla mostra romana e di seguito due righe sul 'Leonardo' del nostro Novecento, con una stretta successione di date ed eventi, anche per comprendere la 'pasta' dell'artista, con info reperite dai siti:
http://www.adnkronos.com/IGN/Cultura/?id=3.0.2576276178
http://www.munart.org/index.php?p=6
http://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Munari
Milanese, nato nel 1907, Bruno Munari si trasferisce prestissimo con i suoi genitori a Badia Polesine, ma a diciotto anni torna a Milano e, nel 1925, grazie all'aiuto dello zio ingegnere, comincia a lavorare come grafico. Le sue prime creazioni pubblicate su varie riviste dell’epoca risalgono al 1926 e sono firmate "bum".. Come tanti artisti suoi coetanei, cresce nella 'scuola' del movimento futurista e, tra il 1927 e il 1933 partecipa alle collettive della galleria di Lino Pesaro, oltre che alle grandi mostre del regime, come le Biennali e le Quadriennali. Da subito, la sua attività artistica si fa debordante e spazia dalla pittura al collage, alla grafica, all'architettura, al design, alle opere polimateriche. In antitesi all' aeropittura futurista, in cui folate di cubismo a piccole dosi non scardinano l'impianto convenzionalmente e piattamente realistico, nel 1930 crea la sua prima Macchina aerea (la prima, sotto, riedita da Danese nel '72 in 10 esemplari), che anticipa la serie delle Macchine inutili, costruzioni del tutto astratte, sospese o appoggiate a terra. Erano costruite con materiali leggeri e poveri, come cartoncini, dipinti a tinte piatte, bastoncini di legno di balsa, talvolta una palla di vetro e fili di seta, per potersi muovere con un soffio d'aria.
Dice Munari delle sue Macchine..: [..] Quasi tutti i miei amici ebbero in casa loro una mia macchina inutile che tenevano però in camera dei bambini, proprio perché era una cosa ridicola e da poco, mentre in soggiorno tenevano sculture di Marino Marini e pitture di Carrà e Sironi. Certo che in confronto a una pittura di Sironi, dove si vede l'unghiata del leone, io, col mio cartoncino e i fili di seta non potevo essere preso sul serio..[tratto da Bruno Munari, da Arte come mestiere, Laterza] L'artista faticò non poco per poter esporre le sue Macchine, mentre realizzazioni molto simili come i Mobiles di Calder, sculture aeree simili alle sue, ebbero invece un enorme successo (ultima immagine in basso)..





Per sbarcare il lunario comincia assieme al socio Castagneri e col marchio R+M l'attività di grafico pubblicitario, mentre nel 1933 Munari allestisce la sua prima personale alla Galleria delle Tre Arti, a Milano. L’anno seguente compare tra i firmatari del Manifesto tecnico dell’aeroplastica futurista e nel 1935 realizza una serie di dipinti astratti. Nella seconda metà degli anni trenta entra in rapporto con gli astrattisti del Milione, galleria in cui esporrà gli Oggetti metafisici (1940) e col gruppo di Valori Primordiali, firmandone il Manifesto.
Dal '42 inizia a teorizzare le sue Macchine inutili e nel '47 comincia a costruirle in serie. Dal 1939 continua con successo l'attività di grafico per la Mondadori ed è art-director della rivista Tempo.
Nel secondo dopoguerra (1948), è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta), accanto a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. A partire dal 1949 inizia a comporre i Libri illeggibili.
Dal 1952 comincia a produrre giocattoli in gommapiuma, portaceneri cubici, lampade di maglia e firma il Manifesto del Macchinismo.
Negli anni '50 le sue ricerche visive lo portano a creare i la bellissima serie dei Negativi-positivi , quadri astratti con i quali l'autore lascia libero lo spettatore di scegliere la forma in primo piano da quella di sfondo. Nel 1951 presenta le Macchine aritmiche al Museo d'Arte Moderna di Stoccolma, e, sempre degli anni '50 compone i famosi Libri illeggibili in cui il racconto è puramente visivo. Nel 1954 utilizzando le lenti Polaroid costruisce oggetti d'arte cinetica noti come Polariscopi grazie ai quali è possibile utilizzare il fenomeno della scomposizione della luce a fini estetici. Nel 1953 presenta la ricerca Il mare come artigiano recuperando oggetti lavorati dal mare, mentre nel 1955 crea una sorta di museo immaginario delle Isole Eolie dove nascono le ricostruzioni teoriche di oggetti immaginari, composizioni astratte al limite tra antropologia, humour e fantasia.
Nel 1958 modellando i rebbi delle forchette crea un linguaggio di segni per mezzo di Forchette parlanti (un richiamo forse all'informale segnico di Capogrossi e alle sue famose forchette iterate) e nello stesso anno presenta le Sculture da viaggio , rivisitazione rivoluzionaria del concetto di scultura, non più monumentale ma portatile appunto, da viaggio, a disposizione dei nuovi nomadi del mondo globalizzato di oggi. Nel 1959 crea I fossili del 2000 che con vena umoristica fanno riflettere sull'obsolescenza della tecnologia moderna.
Nel 1962, nel negozio Olivetti di Milano, organizza la prima Mostra di Arte Programmata, mentre numerose aziende di primaria importanza decidono di affidargli veste grafica e pubblicità (Campari, Pirelli, Einaudi, Domus, Bompiani, La Rinascente, Olivetti, Danese, Regione Lombardia, Swatch, ecc..)
A partire dagli anni '70 approfondisce i suoi interessi in ambito didattico sopratutto per i ragazzi, e contribuisce al rinnovamento teorico e pratico dell’insegnamento artistico creando la prima struttura abitabile trasformabile, L'Abitacolo, sotto, mentre nel '77 realizza il primo Laboratorio per l'Infanzia alla Pinacoteca di Brera.
Da allora la sua fama si è diffusa in tutto il mondo. Gli sono state conferite molte onorificenze; numerose scuole in Europa, USA (dove insegna al MIT di Cambridge) e Asia lo hanno insignito di vari titoli e ovunque si tengono mostre a lui dedicate.
Nel 1998 Bruni Munari si spenge a Milano.
Infine, qualche opera/oggetto creato dal milanese, sparsi disordinatamente:
Abitacolo(1971), Robots; Rosso/Giallo; Sedia per visite brevissime(1945), Zanotta; Libro invisibile; Zizì(1953), Pigomma; Scultura da viaggio (1951); Negativo/positivo (1995-96); Fotomontaggio (1938) e Forchetta parlante (1958)..










ingresso: da martedì a domenica ore 9-19; chiuso lunedì.
Info: 060606