Scusa se non quoto tutto ma lo sfarfallio è veramente fastidiosoSil70 ha scritto: ecco...a questo punto la domanda nasce spontanea!

Vediamo se riesco a spiegarti cosa penso. Per i credenti nulla questio. Il matrimonio è un riconoscimento della propria unione davanti a Dio. E quindi per chi crede penso e voglio sperare che senta la mancanza di questo riconoscimento la famosa "benedizione dell'unione".
Per chi non crede resta l'unione di fatto o l'unione civile. Questa società ha bisogno di un riconoscimento formale in qualche modo per poter garantire certi diritti-doveri. Ha bisogno di potersi basare su qualcosa che non siano le sole parole delle parti in causa. Da una parte il convivente innamorato da sempre della propria compagna e dall'altra magari la famiglia della compagna che non l'ha mai potuto sopportare e non vede l'ora di privarlo di tutto quello che può (se potesse anche dei ricordi e del tempo che hanno passato insieme!). Come si può dall'esterno giudicare chi ha ragione? Ecco che serve qualcosa di inequivocabile su cui ci si possa basare per riconoscere quell'unione. Non consiglio il matrimonio perché per me ognuno deve essere libero di fare quello che crede e di vivere la vita come meglio si sente. Penso però che in questo mondo ci sono delle regole anche se sbagliate e per ottenre certe cose alcune si devono rispettare altre si possono aggirare. Quindi, secondo me, con strumenti come il testamento si possono raggiungere gli stessi risultati. Il problema è che la nostra società è basata su dei principi persino la costituiozne richiama l'istituto del matrimonio. E' difficile cambiare una mentalità sedimentata anche perché andrebbe cambiata la mentalità delle persone.