Re: La crisi nel settore cucine

#331
Grazie lariosto!
Le colonne staccate sono state una necessità dovuta agli spazi disponibili (davanti la penisola c'è il tavolo e poi la zona soggiorno, come puoi capire è un ambiente unico :mrgreen: !), l'alternativa sarebbe stata evitare la penisola, proseguire con il piano lungo il muro e finire la cucina con 2 colonne anziché 3, per ragioni di spazio (una frigo, una forno, e avrei comunque dovuto prevedere la dispensa nella parete su cui adesso posano le colonne! Quindi avrei perso il piano d'appoggio derivante dalla penisola e non avrei guadagnato la parete libera! :evil: )
Riguardo il contrasto colori invece era esattamente quello che volevamo :wink: , considera che anche il tavolo della cucina è bianco cangiante e sarà bianca anche la parete attrezzata (con dei piccoli inserti rossi), quindi avevo bisogno di staccare un po'!!! Ovviamente è una questione di gusti, ma al di là del lato estetico (che è ovviamente soggettivo) sto apprezzando molto la facilità di pulizia dell'okite e della kerlite usata nel rivestimento delle pareti!
Comunque grazie dell'apprezzamento, questa cucina è stato un parto veramente sofferto ma il risultato fortunatamente è proprio quello che cercavamo!!! :mrgreen:

Re: La crisi nel settore cucine

#332
Riesumo questa discussione giusto per portare qualche primo dato del 2012.

Mi permetto un unico e veloce pensiero. Se sei un operatore del mondo del mobile e stati soffrendo la crisi è evidente che se continui a produrre/proporre quello che hai sempre prodotto/proposto sempre nello stesso identico modo, la crisi la soffrirai sempre di piu' fino probabilmente a chiudere.

Penso che "combattere" la crisi ci sia bisogno di cambiamento, di innovazione, di qualità (sia di prodotto che di servizi) di proposte nuove magari divulgate con sistemi nuovi. Sicuramente questo comporta dei costi o maggior impegno, ma tant'è, se non si vuole morire commercialmente ....

Da newsletter di settore (E-duesse)


Nel 2012 acquisti di mobili e arredo in calo quasi del 20%
2.400 le aziende del settore chiuse, per un totale di 8 mila posti di lavoro in meno

L’acquisto di mobili e arredamenti ha registrato nel 2012 una flessione del 19,7%. Contestualmente, sono venute meno circa 2.400 aziende del settore, pari a circa 8 mila posti di lavoro perduti. Sono i dati riportati nella nuova vetrina del quotidiano il “Giornale”, intitolata “L’Italia che arreda” e che dallo scorso venerdì verrà pubblicata con scadenza quindicinale per dare voce “alla filiera del legno-arredamento, una delle eccellenze del made in Italy”. La prima uscita, oltre ai dati segnalati, contiene un’intervista a Giovanni Anzani, presidente di Assarredo, che sottolinea come il settore del mobile sia stato “trascinato al ribasso dalla crisi dell’edilizia e dal blocco dell’erogazione dei mutui, che hanno profondamente inciso sull’indotto sulla casa. Servono interventi mirati e urgenti che ridiano respiro al mercato”. Sulla stessa scia l’intervento di Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, pubblicato nella stessa pagina. Parlando delle detrazioni negate dal Parlamento uscente, Snaidero sottolinea che l’alleanza creatasi in tale occasione “fra i principali soggetti del mondo produttivo e commerciale conferma un deciso cambio di passo nelle strategie comunicative e di lobby portate avanti da FederlegnoArredo per supportare le aziende della filiera alle prese con la peggiore crisi dal dopoguerra. Mi auguro che il prossimo Governo terrà conto delle nostre istanze dimostrando finalmente un reale interesse allo sviluppo di politiche industriali per troppi decenni dimenticate, ma senza le quali il nostro Paese sarà destinato a un inevitabile declino”.
Frigoriferi, CAPPE, schienali cucina, pannelli d'arredo, ante, TUTTO DECORATO E/O VERNICIATO anche PERSONALIZZATO!
sito web -----> http://www.coolors.it
FOTO REALIZZAZIONI NUOVA PAGINA FACEBOOK -----> https://www.facebook.com/CoolorsItalia

Re: La crisi nel settore cucine

#334
Peppezi ha scritto:"Ma quale crisi, i ristoranti sono pieni e gli aerei in overbooking" cit. S.B.
Senza volerlo avvallare (sia mai...) questa frase era stata detta quanto la crisi era quasi accennata e certo l'innalzamento dell'iva e l'imu non hanno aiutato le vendite del 2012. Ancor più delle tasse ha aggravato la crisi il panico che è stato generato forse a ragione forse no ma certo chi aveva i soldi li ha tenuti da parte inficiando ulteriormente le vendite e creando a sua volta una spirale negativa senza fondo (ditte non vendono poi dipendenti dapprima in cassa poi licenziati poi ditte ko ed ancora più sfiducia e avanti).
C'è da dire inoltre che è praticamente tutto il mondo che non va bene e ci sono diversi esempi nello stesso settore del mobile anche nella "considerata-florida" Germania.... non si scappa...
Il settore continua a colpevolizzare le banche per la mancanza di erogazione dei mutui (a ditte e a privati)... che dire... una bella badilata di m_rda alle banche non ci sta mai male ma come giustamente diceva Coolors bisogna un po' anche rimboccarsi le maniche e pensare vie nuove: chi per il passato è stato accorto in tal senso oggi soffre nettamente meno.... chi invece ha smesso di fare mobili per fare "poesie" o "finanza creativa" o "si è solo seduto sul suo prodotto" soffre di più.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#335
Secondo me è perfetta l'analisi credito/mutui -> immobili -> mobili. Non fa una piega. Ci sono già incappato svariate volte, tutto sfumato per colpe di finanziarie, mutui, prestiti. Oggi il modulo online delle finanziarie è diventato un terzo grado, figuriamoci un mutuo. E la cosa che fa incazzare è che le banche comprano soldi quasi all 0% e rivendono al 12%, quasi usura, anzi senza quasi. Abbiamo sistemato i conti con il sangue, ora c'è da capire se c'è ancora sangue per stare in piedi. Io non la vedo tanto bene, comunque vada, ma certe affermazioni ascoltate da gente che ha perso lavoro e dignità fanno ribrezzo. Mettere la polvere sotto il tappeto non è servito a nulla e secondo me, chi drammatizza alla fine ha detto tutto. Ieri ho fatto un giro a Lissone, no comment.
L'Ottocento - Stosa - Minimal Cucine
Ripariamo cucine a gas...a domicilio :D

Re: La crisi nel settore cucine

#336
qsecofr ha scritto:
Peppezi ha scritto:"Ma quale crisi, i ristoranti sono pieni e gli aerei in overbooking" cit. S.B.
questa frase era stata detta quanto la crisi era quasi accennata
La fantomatica frase è stata detta a novembre 2011. Riprendo da Repubblica:
"L'ITALIA È FORTE, LA CRISI NON ESISTE
Nei suoi ultimi tre anni di governo, l'ex presidente del Consiglio nega fino al paradosso l'esistenza della crisi e della recessione. A maggio 2009 dichiara: "Il momento peggiore è passato, ci sono chiari segni di miglioramento". Al G20 di Cannes, il 4 novembre 2011, in piena tempesta europea sull'Italia, aggiunge: "Siamo un'economia forte, la terza del mondo. Il nostro stile di vita è quello di un Paese benestante, i consumi non diminuiscono, i ristoranti sono pieni, negli aerei non si riesce a prenotare".
Era falso già nel 2009 (anno di attribuzione da parte di Berlusconi durante la ricostruzione con Santoro): per Eurostat allora il Pil italiano crolla del 5,5%. È ancora più falso nel 2011: la Borsa di Milano cede in un anno il 25,6%, secondo Confcommercio chiudono 9 mila ristoranti, l'Istat certifica un -16,5% nei viaggi aerei". E le cucine chiudevano con un -14 e con un ultimo bimestre a -25!!!
Operatore professionale, nel forum a titolo personale. Credo che "piccolo e non sia sempre bello" e quindi prediligo aziende più strutturate quali Scavolini, Snaidero, Valcucine, Ernestomeda...e tante altre.

Re: La crisi nel settore cucine

#337
ale241 ha scritto:Che discussione lunghissima!
Il mercato delle cucine si sta riducendo quest'anno del 18%, l'anno scorso ha perso un 14%, rispetto al 2000 si è passati dai 790.000 pezzi ai 520.000 del 2011 con un bel -34%! E' insomma successo un disastro che ha fatto sparire attori dal mercato e che ne farà sparire ancora tanti altri. Il panorama competitivo a livello distributivo e produttivo, non sarà più lo stesso.
Ma già leggendo i bilanci di molte aziende non dico solo 5, ma addirittura 10 anni fa, spesso si potevano intravedere importanti segnali di difficoltà. Quello che sta avvenendo con rapidità negli ultimi 5 anni è una forte accelerazione di un'importante selezione che stava avvenendo da tempo.
La situazione italiana sia a livello produttivo che distributivo era ed è spesso ipertrofica e chiaramente si poteva prevedere che sarebbe stata oggetto di una profonda modificazione. Il processo è stato rallentato da una forte propensione all'acquisto di prodotti d'arredamento, da un'importante sviluppo del mercato immobiliare e da una situazione di equilibrio economico fondata sulla piccola impresa e su un livello di evasione, anche in questo settore, decisamente importante.
La crisi finirà, ma i livelli produttivi dubito torneranno ad essere più quelli di una volta, ci saranno meno attori, forse più grandi, perché la selezione avrà operato duramente e non sempre giustamente.
Ad aggravare il dato aggiungerei che di quelle 500.000 ancora vendute, praticamente la metà sono nella grande distribuzione.
Dopotutto se si gira negli show room non entra anima viva. In effetti ci sarebbe da fare analisi di ore...
Ah si si credo anch'io che i livelli di fine '90 inizi 2000 non si toccheranno più! Cmq la selezione naturale premierà chi non starà dietro la scrivania a sperare che qualcosa accada.
Operatore del settore, iscritto per il solo piacere di parlare di piani cucina.

Re: La crisi nel settore cucine

#338
I dati relativi alla GD, almeno fino al 2011 vedevano la quota mantenersi nel complesso stabile tra il 25/30% a numero di cucine. E' chiaro che alcuni soggetti crescevano, ma altri erano nel frattempo spariti dal mercato come Aiazzone, Emmelunga, Semeraro, ecc.
La distribuzione tradizionale aveva nel frattempo tenuto almeno la quota.
Operatore professionale, nel forum a titolo personale. Credo che "piccolo e non sia sempre bello" e quindi prediligo aziende più strutturate quali Scavolini, Snaidero, Valcucine, Ernestomeda...e tante altre.

Re: La crisi nel settore cucine

#339
Buongiorno, volevo intromettermi nel discorso perchè ci sono dentro, ho un negozio di cucine a milano, premetto che il negozio esiste dal 1907 ed è sempre nella stessa posizione da appunto 105 anni! io non tratto "marchi" ma aziende di cucine (arredo 3 per esempio) che non hanno prezzi folli .... anzi. Mi ritengo una persona professionale nel mio settore avendo fatto tutta la trafila che parte dalla bottega artigiana quindi falegname, alla progettazione, vendita e assistenza al cliente, diciamo che il nostro negozio è conosciuto proprio per il "servizio", beh fino al 2011 si è lavorato abbastanza bene, ma nel 2012 e questo inizio del 2013 è proprio uno schifo! sentivo parlare di non stare seduto alla scrivania, oppure di inventarsi qualcosa, di lasciare i progetti gratis ai clienti, preventivi dettagliati ecc.. beh io esco alle 7 di mattina e torno a casa alle 20:30 di sera dal lunedi al sabato, esco a prendere misure per qualsiasi cliente anche se non lo chiede (gratis), faccio disegni, render, progetti (gratis che però non dò assolutamente, va bene pirla ma non completamente), vado a casa di clienti che hanno comprato una cucina anche più di 2 anni fa (quindi non più in garanzia, garanzia? garanzia di cosa poi?) per regolare cerniere o sostituirle (gratis), ho aperto un sito di e-commerce di elettrodomestici con margini di guadagno da fame. beh con questo non voglio vantarmi, anzi, ci sarà molta gente che farà cosi, ma di tutto questo non vedo un ritorno in questi periodi. non so bene cos'altro fare, qui le spese sono altissime (affitto, dipendenti, spese condominiali ecc..) e non vedo vie di uscita! so che bisogna tenere duro ma sinceramente mi sono un pò rotto, spero soltanto di non dover chiudere, sarebbe davvero un peccato!

Re: La crisi nel settore cucine

#340
mobili villa ha scritto:Buongiorno, volevo intromettermi nel discorso perchè ci sono dentro, ho un negozio di cucine a milano, premetto che il negozio esiste dal 1907 ed è sempre nella stessa posizione da appunto 105 anni! io non tratto "marchi" ma aziende di cucine (arredo 3 per esempio) che non hanno prezzi folli .... anzi. Mi ritengo una persona professionale nel mio settore avendo fatto tutta la trafila che parte dalla bottega artigiana quindi falegname, alla progettazione, vendita e assistenza al cliente, diciamo che il nostro negozio è conosciuto proprio per il "servizio", beh fino al 2011 si è lavorato abbastanza bene, ma nel 2012 e questo inizio del 2013 è proprio uno schifo! sentivo parlare di non stare seduto alla scrivania, oppure di inventarsi qualcosa, di lasciare i progetti gratis ai clienti, preventivi dettagliati ecc.. beh io esco alle 7 di mattina e torno a casa alle 20:30 di sera dal lunedi al sabato, esco a prendere misure per qualsiasi cliente anche se non lo chiede (gratis), faccio disegni, render, progetti (gratis che però non dò assolutamente, va bene pirla ma non completamente), vado a casa di clienti che hanno comprato una cucina anche più di 2 anni fa (quindi non più in garanzia, garanzia? garanzia di cosa poi?) per regolare cerniere o sostituirle (gratis), ho aperto un sito di e-commerce di elettrodomestici con margini di guadagno da fame. beh con questo non voglio vantarmi, anzi, ci sarà molta gente che farà cosi, ma di tutto questo non vedo un ritorno in questi periodi. non so bene cos'altro fare, qui le spese sono altissime (affitto, dipendenti, spese condominiali ecc..) e non vedo vie di uscita! so che bisogna tenere duro ma sinceramente mi sono un pò rotto, spero soltanto di non dover chiudere, sarebbe davvero un peccato!
Figurati gridi di allarme come il tuo li sento tutti i giorni, sono il primo a dire che i clienti che entrano negli show room sono calati vistosamente, ma dico anche che: fra chi sta dietro una scrivania e chi invece, come mi sembra di capire sei tu, è intraprendente chi si salverà sarà certamente il secondo
Operatore del settore, iscritto per il solo piacere di parlare di piani cucina.

Re: La crisi nel settore cucine

#341
Io non voglio prendere le parti di nessuno ma certo il pessimismo non aiuta nessuno. Le banche sono ladrone: è ovvio... tuttavia ci sono molte ditte e molti privati ai quali obiettivamente non vanno prestati i soldi per evidenti motivi: in praticolare ho meglio la situazione delle ditte e ci sono ditte che perdono ogni anno milioni di euro con tassi di indebitamento assurdi: prestargli ancora soldi è un'inutile accanimento terapeutico e del resto non è tanto una questione di tasso di interesse quanto di solvibilità che spesso è veramente scarsa....

Non voglio neanche stare a consigliare il mobiliere o la ditta di fare questo o fare quest'altro: ne ho già abbastanza di mio per stare ad inventarmi le mie strategie: che ogniuno veda cosa può fare e cosa ha fatto ma per tanti che si danno e si sono dati tanto da fare c'è anche una buona fetta di mercato di gente che si è seduta con il riscaldamento spento con i mobili in radica degli anni 70 fuori ad aspettare il cliente al quale offrire il prezzo piendo di listino + montaggio + spese di trasporto + iva in uno stanzino semioscuro con un "rendering" fatto con la penna biro su un cartone ondulato: imho non basta.... e non credo manco che un contributo come quello chiesto dalla federlegno possa risolvere queste situazioni: anzi forse finiscono per salvare certi rami secchi che prima cadono meglio è.
Pax tibi Marce

Re: La crisi nel settore cucine

#342
coolors ha scritto:
Mi permetto un unico e veloce pensiero. Se sei un operatore del mondo del mobile e stati soffrendo la crisi è evidente che se continui a produrre/proporre quello che hai sempre prodotto/proposto sempre nello stesso identico modo, la crisi la soffrirai sempre di piu' fino probabilmente a chiudere.

Penso che "combattere" la crisi ci sia bisogno di cambiamento, di innovazione, di qualità (sia di prodotto che di servizi) di proposte nuove magari divulgate con sistemi nuovi. Sicuramente questo comporta dei costi o maggior impegno, ma tant'è, se non si vuole morire commercialmente ....
Quoto tutto, il nocciolo è proprio questo:
lo schema che ha funzionato egregiamente per decine di anni non regge più.
Come il calzolaio, come il negozietto di elettronica, come Blockbuster, come il Dodo.
O ci si trova in una nicchia dove si riesce a ricavare uno "spazio vitale" solo per poche realtà che rappresentano l'eccellenza, o si cambia mestiere.
You can tell the ideals of a nation by its advertisements

Re: La crisi nel settore cucine

#343
aggiungo anche un'altro dato: c'è più offerta di quanta non sia la richiesta. non perchè sia cambiata la situazione, ma proprio perchè l'offerta (i negozi di arredamento insomma...) sono molti rispetto alla reale necessità. un pò come nel settore auto... si fa di tutto per far rottamare ma... insomma...

per fortuna però il settore del mobile non mi sembra messo così male come il settore auto.

quoto chi dice che sopravviverà solo chi si evolve.
"Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori"

Re: La crisi nel settore cucine

#344
lariosto77 ha scritto: per fortuna però il settore del mobile non mi sembra messo così male come il settore auto.

sian li... tranne per la produzione che per l'auto è affidata alla fiat mentre nel legno è polverizzata in centinaia di piccole imprese: meglio per molti aspetti, peggio a livello di creazione di un marchio riconoscibile internazionalmente.
Pax tibi Marce