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da il medico della casa
Ciao renzospedicato,
è da un pò che ti facevi vivo, bentornato. Nel caso allo studio, il calcestruzzo è soggetto prevalentemente all'aggressione operata dagli agenti atmosferici, così come la quasi totalità delle opere esposte all'esterno. Come tu mi insegni, il calcestruzzo è un materiale che deve essere impermeabile. Poiché se non lo fosse, la sua resistenza (dovuta appunto alle abbondanti porosità che lo rendono permeabile), sarebbe talmente bassa da richiederne la demolizione in quanto non più capace di assolvere alle funzioni strutturali per le quali era stato previsto.
Sullo stesso calcestruzzo inoltre, sono generalmente presenti delle abbondanti quantità di solfato sodico (gesso), che vengono aggiunte al clinker in cementeria in ragione massima del 7%. La sua funzione è quella di stabilizzatore della reazione di presa nel calcestruzzo in fase di idratazione. Un'altra conseguenza è quella della formazione di ettringite primaria che ha delle importanti conseguenze sulla presa del cls, ma non ha le conseguenze dannose dell'ettringite secondaria, cioè di quella derivante da solfati apportati dall'ambiente.
Quindi il calcestruzzo ha sempre, delle quantità rilevanti di solfati al suo interno, ma ciò non significa che queste siano dannose o pericolose.
Il terreno ben raramente potrà apportare rilevanti quantitativi di solfati al calcestruzzo controterra, nonostante questo sia privo di impermeabilizzazione. E' più probabile il contrario, cioè che l'eccesso si sali solfatici presenti sul calcestruzzo, possa migrare sul terreno che ne è quasi sprovvisto.
Se viene seguita la procedura che ho indicato, i sali presenti all'interno della massa di calcestruzzo, semplicemente restano in loco, e non hanno alcun effetto sulla superficie, poichè non è possibile una loro precipitazione. E seppure dovesse avvenire, questa verrebbe immediatamente dilavata dall'acqua piovana.
Perciò sia le efflorescenze che le subflorescenze, in questo caso non sono un problema. Il degrado del calcestruzzo non è da mettere in relazione a questi effetti.
Gli accorgimenti che hai citato, sono generalmente adottati sui muri in pietra o in mattoni fuoriterra e protetti dalla pioggia. Qui abbiamo invece del calcestruzzo controterra ed i criteri di intervento sono completamente diversi.
In Italia vige la UNI-EN 1504 che stabilisce in maniera dettagliata quali siano le modalità di protezione di riparazione del calcestruzzo, dove queste cose sono spiegate molto bene.
A presto
Il medico della casa
Milano
Salute e sicurezza domestica
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