La Targetti in occasione del cinquantenario della PH Artichoke propone in edizione limitata una versione Gold, dello storico lampadario danese.
Ideato nel 1957-58 da Poul Henningsen per uno dei luoghi più affascinanti e noti di Copenhagen, il ristorante Langelinie Pavillonen, sito sul lungomare cittadino con vista sulla scultura della Sirenetta, l’ Artichoke fu la geniale risposta di Henningsen ai committenti che richiedevano un’illuminazione speciale, che mantenesse una forte carica decorativa anche ad apparecchio spento. Il lampadario ebbe un grande successo commerciale non solo in Scandinavia, ma in tutto il mondo, utilizzato soprattutto in grandi spazi e in locali pubblici e di rappresentanza, tanto che la versione originale in foglie di rame non è mai uscita di produzione.
La PH Artichoke è un apparecchio straordinario quanto complesso, ancora attuale dopo 50 anni di vita, dall'inusuale struttura derivata da un ideale carciofo composto di 72 foglie di lamiera curvata, aggregate da 12 archetti di acciaio. Il lampadario - in cui è racchiusa un'unica lampadina ad incandescenza da 200/500W - è molto pesante (circa 22 Kg), e le versioni prodotte attualmente sono in 4 dimensioni diverse, da 44 cm, 72 cm, 60 cm e 84 cm (diametro), nelle finiture in rame spazzolato, acciaio inossidabile tagliato al laser o acciaio spazzolato, bianco, vetro soffiato (recentissima, la Glass).
Le 'foglie' schermano la sorgente luminosa e, nel medesimo tempo, riflettono la luce sulla loro superficie superiore creando tutta una serie di effetti unici; le stesse foglie così disposte (sovrapposte e sfalsate) costituiscono un corpo che emette una luce diffusa e perfettamente calibrata a 360° senza mai consentire la visione diretta della sorgente e quindi eliminando qualsiasi effetto sgradevole di abbagliamento, secondo le teorie di Henningsen, tese nella direzione d’una morbidezza e d’una atmosfera luminosa particolarmente calda.
La storia della Poulsen – recentemente acquisita dal gruppo italiano Targetti Sankey – inizia col fondatore Louis Poulsen ai primordi dell’illuminazione, nel 1892, alle prese con le primissime lampadine elettriche.
La produzione all’inizio riguarda lampade ad arco al carbonio ma la svolta avviene all’inizio degli anni ‘20, grazie a Poul Henningsen, leggendaria e poliedrica personalità, architetto e precoce light designer danese (pure critico d'arte, editore, giornalista, editore..) che per primo trasformò le lampade dell’epoca che irradiavano luce fredda e poco confortevole in una sorta di miracolo estetico e funzionale. Partendo dalla considerazione che gli apparecchi allora disponibili sul mercato avevano grossi limiti in termini sia di qualità della luce che di dispersione del flusso luminoso, progettò apparecchi che consentissero di ottenere una luce calda, morbida, avvolgente come quella delle candele e delle lampade a petrolio. Vivendo a Copenhagen poi, Henningsen osservava spesso l’interno delle case e quanto queste fossero deprimenti. Sue le parole: "..L'arredo, lo stile d’una abitazione sono nulla a confronto con l'importanza del posizionamento della luce. L'illuminazione non costa molto, ma richiede cultura.." Nella progettazione delle sue lampade, risultato di infiniti test e misurazioni, nulla è lasciato al caso: il lavoro più grosso è l’ addomesticamento della lampadina attraverso lo studio della riflessione e la progettazione di schermi curvi, ad anello, in lamiera ed in semplice finitura opaca capaci di eliminare l’effetto fastidioso dell’abbagliamento e che determinano distribuzione della luce e quantità dei riflessi. Gli studi di Poul Henningsen principiano nel 1924 quando si cimenta nella sua prima lampada multi-schermo (Paris Lamp), che presenta all'Expo parigina del '25 dove è subito apprezzata e premiata.
Quella con Poul Henningsen (predilette la sua serie di lampade PH dagli architetti razionalisti, tanto che sono presenti sui soffitti del capolavoro di Mies Van der Rohe, Villa Tugendhat a Brno) è stata la prima di una lunga serie di partnership che la Poulsen ha sviluppato con altri grandi architetti/designer, tra cui Arne Jacobsen e Verner Panton, mentre oggi collaborano con la casa danese, tra gli altri, firme quali Louise Campbell, Ross Lovegrove e Norman Foster.
Di seguito, nella Tugendhat House, a Brno, di Mies, visibili le sospensioni Ph5 della Poulsen..:
..e poi lo stupefacente ristorante Langelinie Pavillonen, per il quale Henningsen realizzò l' Artichoke..
Infine, il Ph Septima (1927-31), da cui è derivato l' Artichoke:
Sulla Artichoke, Poul Henningsen e la Poulsen..
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