Redazione - 02 gennaio 200502 gennaio 2005
Progetto ambizioso per il bagno Alessi che prende spunto dalla psicoanalisi infantile per creare una nuova idea di bagno. Come orientarsi nella scelta.
Redazione - 02 gennaio 200502 gennaio 2005
Nell’ultimo quarto di secolo, lavorando con i migliori talenti del design internazionale, Alessi si è progressivamente trasformata in una sorta di laboratorio di ricerca nel campo delle arti applicate. Da vent’anni la cucina è il teatro della grande maggioranza dei progetti portati a termine dall’azienda, che ha contribuito a fare di questo ambiente una zona aperta al ricevimento, agli amici, al gioco. Ora il marchio ha deciso di iniziare un’operazione simile anche per un altro locale domestico di origini più recenti, luogo ideale per l’espansione dell’immaginario del pubblico. Il progetto per il bagno Alessi ha preso spunto dal pensiero dello psicanalista Franco Fornari, secondo il quale l’eros infantile viene evocato nel neonato a partire da due momenti fondamentali in cui il volto e il sorriso della madre catturano il suo sguardo: la poppata e il bagnetto, i due gesti che scandiscono a ritmo alterno i primi mesi di vita di ciascuno di noi.
E così il bagno Alessi come luogo di pulizia, fonda la sua premessa su una perdita antica, avvenuta quando l’accudimento della mamma ha cominciato a ridursi ed ognuno di noi ha dovuto iniziare a pensare alla propria toeletta in modo autonomo. L’inizio di questa autonomia viene solitamente associato a un senso di freddo e di solitudine e al ricordo di una mano insaponata e frettolosa che ci strofinava il volto. Anche lo spazio e l’attenzione che vengono dedicati al bagno nell’ideologia attuale dell’arredamento possono essere letti come un ritorno del rimosso, ossia come un tentativo di recupero di una cultura materna disposta a concedere uno spazio privilegiato alle manifestazioni meno pregiate della nostra corporeità. Così il bagno ci fornisce i simboli per mediare dentro di noi il conflitto tra codici affettivi che rimandano alle parti meno pregiate del nostro io: la voglia di regredire e la necessità di crescere, tra il codice della madre, incentrato sulla contemplazione/esibizione del proprio corpo, e il codice del padre, che ruota attorno alla prestazione e allo stimolo alla crescita. Questo scenario assume in chi vi entra molti e diversi livelli di significazione, che rimandano con evidenza all’universo del sogno.