Iva Pellet, aliquota ferma al 22 per cento

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- 07 agosto 2016

Pellet legno

Avete presenti quei cilindretti venduti in sacchetti di vario peso (a partire da 15 kg) e fatti con materiale naturale, ovvero gli scarti della lavorazione del legno? Ebbene, si tratta del pellet. La segatura e il cippato vengono sottoposti a un processo di compressione e ridotti, appunto, a forma di cilindretti. Il pellet è definito dalla norma UNI EN 14588 un "biocombustibile addensato, generalmente in forma cilindrica, di lunghezza casuale tipicamente tra 5 mm e 30 mm, e con estremità interrotte, prodotto da biomassa polverizzata con o senza additivi di pressatura". Viene utilizzato per il riscaldamento domestico e residenziale, ma anche per alimentare caldaie di grossa taglia e nei grandi impianti delle centrali termoelettriche. Requisito fondamentale è che il legno vergine coincidente con la materia prima non contenga sabbia o composti chimici come residui di vernici, colle o impregnanti che bruciando potrebbero poi essere nocivi. Il pellet è senza dubbio la più valida alternativa ai tradizionali combustibili da riscaldamento: si trova e si trasporta con facilità grazie al suo ingombro minimo, è ecologico, economico e sicuro. Inoltre non sporca e non crea polvere nel momento in cui viene manipolato. La qualità principale del pellet è data dalla sua elevata resa termica (superiore all'80%) e dal suo bassissimo residuo finale di ceneri (0,58%). Per tutti questi motivi la vicenda legata all’Iva Pellet, che vedremo nei prossimi paragrafi, ha fatto molto discutere.

Iva Pellet 2016

Il pellet presenta numerosi vantaggi che si possono meglio comprendere con i seguenti esempi: 2,0 kg di pellet sostituiscono 1 litro di olio combustibile; dalla combustione di 1 tonnellata di pellet restano circa 4 kg di cenere, quindi una quantità decisamente ridotta. Sostituendo il combustibile con i pellet si riducono le emissioni di CO2 di 2,5 kg per ogni litro di olio combustibile non utilizzato; 2 metri cubi di legno danno 5 metri cubi di trucioli, i quali a loro volta forniscono 1 tonnellata di pellet. Per riscaldare una casa unifamiliare servono in media fra le 5 e le 8 tonnellate di pellet per ogni stagione fredda. Il consumo, però, dipende dalle dimensioni degli ambienti, dall’isolamento e dall’efficienza della caldaia. Nella bozza iniziale della Legge di stabilità 2016, approvata dal Governo il 15 ottobre 2015, era previsto il taglio dell’aliquota Iva Pellet dal 22 al 10%. La differenza per il consumatore? Cinquanta centesimi di euro per ogni sacco da 15 kg e di circa 31-35 euro per ogni tonnellata. Naturalmente tutti coloro che utilizzano il pellet per riscaldare la casa e per l’acqua sanitaria, ma anche chi desiderava commutare il proprio impianto a gasolio o a metano con una nuova caldaia a biomasse, nella fattispecie proprio il pellet, aveva accolto con entusiasmo tale notizia. Notizia che coincideva con una sorta di sorpresa annunciata, dal momento che già qualche settimana prima il presidente del Consiglio Matteo Renzi si era pronunciato sull’argomento, affermando che l’Iva al 22% sui combustibili a biomassa è stato un clamoroso errore che andava corretto. La tendenza italiana e europea, infatti, è quella di tornare a incentivare le energie rinnovabili e tutte quelle forme di combustibili che tendono a ridurre l’emissione di CO2 per la produzione energetica.

Iva Pellet Legge di stabilità 2016

Il pellet, bruciando, inquina molto meno del metano e del gasolio; le emissioni di CO2 delle caldaie a pellet sono pressoché nulle ed anche i residui di cenere sono ridotti al minimo. Pare conseguenziale, quindi, che debba essere facilitato l’acquisto di questo combustibile anche in termini economici. “Pare”, appunto. E invece, con il passaggio alla Commissione Bilancio del Senato della Legge di Stabilità 2016, la decisione di tagliare l’aliquota Iva Pellet dal 22 al 10% (al pari di legna da ardere in tondelli, ceppi, ramaglie o fascine e cascami di legno, compresa la segatura) è saltata. L’imposta è rimasta ferma al 22%, portando un gettito nelle casse dello Stato di circa 90 milioni di euro da destinare ad altre misure. Quando la notizia è stata ufficializzata, naturalmente, si è sollevato un polverone. Si sono accese le polemiche. Ma non è cambiato nulla.

Pellet Iva

Iva pellet: passando dal combustibile agli apparecchi per il riscaldamento della casa, ricordiamo che (come ha chiarito anche l’Agenzia delle Entrate) chi acquista una stufa a pellet può usufruire dell’Iva agevolata al 10% ma solo quando essa viene utilizzata per riscaldare il liquido che alimenta il sistema di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria, oppure come parte della prestazione di servizi se installata nell’ambito di una ristrutturazione. In altre parole, se la stufa a pellet funge da impianto generatore di calore (fluido termovettore) verso un fluido che poi circola nell’impianto di riscaldamento (ad esempio con pannelli radianti a pavimento o radiatori), l'Agenzia delle Entrate ritiene che possa essere assimilata a una caldaia e di conseguenza l'applicazione dell'Iva segue il metodo previsto per i beni di valore significativo.

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