Tra le caratteristiche necessarie ai materiali a cui ricorre la bioarchitettura rientrano la naturalità, l'atossicità, la capacità di far "respirare" la casa, assicurando il giusto grado di umidità agli ambienti, la coibenza termica. La sostenibilità di un materiale è inversamente proporzionale al dispendio di energia e alla produzione di rifiuti nel corso del suo ciclo vitale. Tra i materiali per opere strutturali, vivamente sconsigliato è l'uso del cemento armato in grandi quantità, date le sue caratteristiche. Non favorisce infatti la traspirabilità, trattiene l'umido, ha un'alta conducibilità e necessita di additivi chimici di forte impatto ambientale. Può essere sostituito con il cemento puro, una volta assicuratisi che sia esente da radioattività e da additivi. Unito ad elementi quali le fibre di legno mineralizzate o l'argilla espansa, si può utilizzare nei blocchi per muratura, ottenendo buone prestazioni termiche
Il legno, insieme all'argilla è un materiale adatto anche a pavimentazioni e rivestimenti, per i quali la bioarchitettura consiglia anche il linoleum, costituito da un impasto omogeneo di olio di semi di lino, resine mineralizzate, vegetali e glicerofosfatiche, mescolate a farina di legno e sughero. Una volta pressato sulla juta, il composto viene lasciato essiccare per alcune settimane e dà come risultato un materiale isolante, facilmente pulibile, resistente ed economico. Prodotto da Inkuitalia, N.o.r.d. Bio Parkett è un pavimento costituito da uno stratificato di legno dolce, incollato con colle bianche e prive di formaldeide. Lo strato nobile proviene da essenze tagliate nel rispetto dei metodi di riforestazione programmata. La tecnologia interviene solo nella fase di lavorazione, per assicurare al prodotto stabilità, ottima posabilità, giunti perfetti. Le tavole, disponibili in dodici diverse essenze, vengono prelavorate con una leggera bisellatura lungo gli incastri, che accentua la profondità del pavimento posato. Un trattamento alcalino produce un effetto anticante attraverso lo sbiancamento della parte tenera del legno e un'ossidazione della vena più dura. A questa fase segue l'applicazione di oli vegetali, che assicurano al pavimento un'elevata resistenza alle macchie di caffè, vino e sporco. Per il trattamento e la finitura di legno, ferro e intonaco i produttori di materiali bioedili propongono un ritorno alle materie prime, reinventate ed attualizzate grazie alla chimica dolce, nel pieno rispetto della salute umana ed ambientale: resine di pino e larice, olio di lino, di soia e di mais, cere, gomme e collanti (gomma arabica, lattice di gomma, dragonite), alcool coloranti, tutti di origine vegetale.
Anche l'uso eccessivo del ferro può causare effetti negativi: favorisce infatti l'"effetto Faraday", ossia lo squilibrio del campo elettromagnetico naturale proveniente dal suolo e dal cosmo ed agisce da antenna nei confronti dell'inquinamento artificiale causato dalle linee ad alta tensione, dai satelliti, dagli impianti radio e TV. Secondo alcune ricerche tutto ciò interferisce con il corretto funzionamento degli organismi e può provocare processi di degenerazione cellulare. La bioarchitettura consiglia quindi la costruzione di edifici non troppo alti e dotati di murature portanti, realizzate ad esempio in argilla, materiale abbondantemente presente sul territorio, dotato di traspirabilità ed ottimo isolante acustico. L'argilla cruda è capace di accumulare ed irraggiare successivamente calore all'interno delle abitazioni, oltre a mantenere un giusto grado di umidità, mentre quella cotta è ideale per le tegole del tetto. Il ricorso alla pietra è preferibile solo se destinato ad interventi decorativi limitati, a causa dell'impatto ambientale conseguente all'escavazione. La calce garantisce una buona traspirabilità alle murature se usata per legare intonaci o aggiunta alle pitture e, se di origine naturale, può in alcuni casi prendere il posto del cemento. Il legno è la materia prima più rinnovabile e destinata dalla bioarchitettura a molteplici usi. Dotato di una grande capacità termocoibente, è anche il materiale igroscopico (capace di assorbire umidità dall'aria e poi rilasciarla) per eccellenza. Va utilizzato nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, preferendone quindi le specie locali a più rapida ricrescita (pino, abete, pioppo) o i tagli provenienti da attività di riciclaggio. Per sfruttarne appieno tutte le qualità, il legno andrebbe tagliato nelle fasi di luna piena, fatto stagionare secondo metodi naturali e controllato nel suo grado di umidità per evitare l'insorgenza di eventuali deformazioni e funghi. Nel trattamento del legno si deve ricorrere a materiali protettivi di origine vegetale o animale, quali resine, oli, cera d'api.
Il benessere di tutti noi è strettamente legato alle condizioni microclimatiche dell'ambiente domestico in cui viviamo. Gli studi relativamente recenti condotti sugli effetti dell'inquinamento indoor, hanno dimostrato che la qualità dell'aria nei luoghi confinati dipende per il 75% dalle modalità costruttive degli edifici e che molti agenti inquinanti possono essere in alcuni casi cancerogeni. In ogni periodo dell'anno dovrebbe essere possibile assicurare alla nostra casa un benessere ambientale, che dipende da temperatura, irraggiamento termico, umidità e movimento dell'aria. La temperatura in casa non deve subire variazioni repentine, indipendentemente dalle condizioni esterne: alle nostre case va quindi assicurato un buon grado di isolamento e di inerzia termica. Negli ambienti costruiti gli esseri viventi producono diversi litri d'acqua sotto forma di vapore acqueo, che vanno smaltiti per diffusione e per ventilazione. La bioarchitettura consiglia quindi materiali isolanti e coibenti igroscopici, resistenti a fuoco, muffe, funghi, insetti, privi di una protezione sintetica. Esistono ottimi materiali coibenti di origine vegetale, animale e minerale. Tra i primi il sughero, prodotto da una quercia che ha la capacità di riprodurre nell'arco di dieci anni la corteccia asportata. Dalla polpa della corteccia si ottiene un granulato che si utilizza come materiale coibente nelle intercapedini di murature, pavimenti e coperture. Grazie al calore e alla compressione il granulato di sughero da forma a pannelli con forte potere coibente. I pannelli di sughero non devono però contenere collanti sintetici, che riducono le qualità del materiale e contengono formaldeide.
La nascita di una certa sensibilità riguardo alla qualità ecologica e alla bioarchitettura, da qualche anno a questa parte sta contribuendo alla valorizzazione di un nuovo concetto di abitare sano: per raggiungere un reale benessere è necessario recuperare una nozione domestica basata sulla scelta oculata e responsabile di prodotti, materiali, arredi e finiture. Un mobile può essere definito bioecologico quando è progettato per contribuire al benessere di chi ne farà uso e realizzato con il minimo impatto ambientale possibile. Spesso l'arredo e i suoi componenti emettono sostanze inquinanti, derivate dai materiali di origine sintetica utilizzati nella produzione. Il bioarredamento propone mobili rivisitati nella loro funzione di oggetti semplici e destinati a durare nel tempo, ma soprattutto capaci di non alterare il microclima dello spazio che andranno ad occupare.
Artimestieri produce arredi ed accessori con una particolare attenzione alla relazione con la bioarchitettura: non solo oggetti per sfruttare lo spazio, o pezzi di design dall'alto valore estetico, ma capaci di integrarsi positivamente con la qualità globale della vita, nell'ambiente domestico e di lavoro. Completamente realizzato senza l'utilizzo di parti metalliche, il tavolo Amico è dotato di un sistema di regolazioni multiple che gli consente di adattarsi a qualunque condizione lavorativa o di studio. Il piano di lavoro inclinato offre una visione agevole e completa senza che la colonna vertebrale sia costretta in posture innaturali. Provvisto di comodi ferma libri a scomparsa e di una comoda mensola sottostante, è rivestito di linoleum naturale. Completamente e facilmente smontabile, è disponibile in diverse colorazioni naturali. Della stessa linea anche la sedia ergonomica, che permette di regolare la distanza tra sedile e appoggio per le ginocchia, adattandosi così a tutte le stature. Imbottita con schiuma di lattice naturale, è rivestita con foderine lavabili e intercambiabili. Tavolo e sedia hanno una struttura in essenza di abete massiccio, con particolari in faggio provenienti da zone dove gli alberi crescono stabilmente e da tempo. Per le finiture si ricorre a una prima mano di impregnante a base di olio di lino, solvente d'arancio e resine del legno e ad una seconda mano di cere naturali d'api e carnauba.
Con un sistema di incastri a secco, che evitano l'uso di colle o parti metalliche, Artimestieri realizza anche una serie di letti tra cui il modello Tao, in essenza di faggio, che può essere allestito con tre differenti basi: l'attuale tatami, la base Dolcerisveglio in doghe in faggio collocate su elementi flessibili in puro lattice naturale e fibra di cocco, oppure la Green, realizzata in massello di abete e dotata di doghe in multistrato di faggio montate elasticamente su supporti in gomma.
Il legno massello, i multistrati di betulla e faggio sono i materiali che il marchio Totem utilizza per produrre mobili e complementi progettati coniugando la bioarchitettura con la ricerca. Particolare attenzione viene rivolta dall'azienda agli aspetti di costruzione e montaggio: i mobili sono venduti in un comodo kit contenente le istruzioni per l'assemblaggio e una confezione di olio di finitura. L'obiettivo è quello di ottenere un prodotto facile da gestire, flessibile ed adattabile alle più svariate esigenze. Le operazioni di montaggio, infatti, sono semplici e non richiedono l'uso di utensili, colle o accessori metallici. Per la zona giorno Totem propone il tavolo Snello, con piano in multistrato di faggio o betulla naturale, rivestito in linoleum colorato e disponibile in diverse misure e forme (quadrato, rettangolare e tondo). Nel salotto trovano posto il divano e la poltrona della linea Rondine, realizzati in multistrato di pioppo con imbottitura in cotone e completamente smontabili, per trasformare il divano in un letto d'emergenza, eliminando i due braccioli e i cuscini. Da abbinare al sistema modulare Multiplo, progettato per la composizione di librerie, credenze e pareti divisorie. Data la sua versatilità e flessibilità dimensionale è adatto per essere posizionato anche all'interno di nicchie, vani sottoscala e altri spazi di risulta. La distanza tra i ripiani è di 37 cm, tra un ripiano e l'altro può essere posizionata un'altra mensola per i CD o altri piccoli oggetti. La libreria componibile può essere integrata anche con cassetti.