Conosciuto con lo pseudonimo Le Corbusier, da lui scelto nel 1920 in onore di un proprio antenato, Charles-Édouard Jeanneret fu architetto, scultore, pittore, padre della moderna urbanistica e maestro del Movimento Moderno insieme a Mies van der Rohe, Gropius e Wright.
Un talento geniale ed eclettico, a cui il MAXXI Architettura di Roma dedica la mostra "L’Italia di Le Corbusier" a cura di Marida Talamona, che resterà aperta fino al 17 febbraio 2013. Esposti per i visitatori oltre seicento disegni, schizzi, acquerelli, dipinti e fotografie originali, in un percorso che vuole documentare come l'Italia abbia influito sulla formazione e sull'opera di Le Corbusier: dai primi viaggi nel nostro Paese, che il Maestro del Moderno visitò per la prima volta nel 1907, fino ai progetti che non furono poi realizzati per il Centro Calcolo Olivetti di Rho e per l’Ospedale di Venezia negli anni Sessanta.
Nell'indagine sulle figure e i personaggi del XX e XXI secolo portata avanti dal MAXXI Architettura di Roma, nell'approccio a Le Corbusier il suo legame con l'Italia aiuta a comprendere la poliedricità quanto mai attuale della sua figura, come ci spiega il Direttore del museo Margherita Guccione. Un architetto, urbanista, designer, pittore, scultore e homme de lettres, che ha saputo rivoluzionare il modo di pensare l'architettura in tutto il mondo.
La mostra "L’Italia di Le Corbusier" propone documenti diversi, tra cui testimonianze di viaggi, studi, scambi culturali e aspirazioni personali. E ancora gli schizzi dei monumenti italiani sui carnets de voyage o la riproduzione settecentesca della pianta di Roma Antica di Pirro Ligorio della quale Le Corbusier riprodusse un frammento per illustrare la sua Leçon de Rome. In parallelo una ricca documentazione fotografica racconta un Le Corbusier più inedito, che dialoga e si confronta con artisti e architetti suoi contemporanei, restituendoci la completezza della sua statura intellettuale e l’eccezionalità del suo pensiero.