Redazione - 22 aprile 201522 aprile 2015
Dispersioni termiche verso l'esterno e formazione di condensa sono le principali conseguenze del ponte termico, causa di notevole disagio. Ecco come risolvere il problema
Redazione - 22 aprile 201522 aprile 2015
Innanzitutto, cos’è esattamente un ponte termico? Si tratta di un fenomeno che si verifica nell’ambito di un edificio in quelli che sono i suoi punti di discontinuità, che si delineano come vie privilegiate per la trasmissione del calore.
Nei punti di discontinuità, le caratteristiche termiche del manufatto sono evidentemente diverse rispetto a quelle immediatamente circostanti e possono rappresentare una discontinuità sia di genere costruttivo che geometrico.
Discontinuità costruttive ad esempio, si possono verificare quando una struttura è realizzata in materiali eterogenei, come un'intelaiatura in cemento armato abbinata a laterizi, o una struttura in acciaio accostata a cristalli, nei punti di contatto tra i due materiali.
Invece le discontinuità di tipo geometrico si verificano, ad esempio, in corrispondenza degli spigoli tra le pareti, tra muro e solaio o tra muro ed infisso.
In foto, ponti termici evidenziati dai raggi infrarossi.
Quali sono le conseguenze di un ponte termico?
Innanzitutto le dispersioni termiche verso l'esterno che possono rappresentare sino al 30% del totale, mentre un altro effetto del ponte termico è la formazione di condensa, che ha luogo quando l'umidità relativa interna si combina con la temperatura superficiale dell'involucro edilizio che ha un punto di rugiada più basso.
La formazione di muffe invece, dannosa alla salute, dipende dal raffreddamento delle aree immediatamente circostanti, poiché tali generi di funghi proliferano laddove trovano le condizioni favorevoli con determinati valori di umidità e basse temperature.
La diversa dilatazione termica di materiali differente a contatto tra loro porta infine a piccoli movimenti che possono provocare distacchi e formazione di crepe, con il degrado conseguente dell’intera facciata.
La presenza di un ponte termico è sovente dovuto a difetti costruttivi, per cui basta conoscerli per porvi rimedio in fase di ristrutturazione anche se, chiaramente, l'ideale è adottare le opportune contromisure sin dalla fase di progettazione. I ponti termici si possono individuare con la tecnica fotografica a infrarossi (vedi foto).
La soluzione per eliminare il ponte termico è rappresentata dalla realizzazione di un rivestimento isolante passante, come il cosiddetto cappotto interno o esterno o dallo sviluppo di una facciata ventilata. La coibentazione deve tuttavia essere studiata in modo ottimale ed eseguita a regola d'arte. L'isolamento in particolare deve essere continuo e occorre prestare particolare attenzione ai punti aggettanti. Per essere sicuri che sia stata applicata una buona coibentazione, al termine dei lavori si può disporre una misurazione agli infrarossi oppure un blower-door-test, ossia la verifica dell'impermeabilità all'aria dell'involucro edilizio.
Con l'entrata in vigore della legge n. 10 del 1991 si è iniziato a coibentare sul serio gli edifici, ma è soltanto a partire dal 2005, con il D.Lgs. n. 192 che applicava una direttiva europea, che la legge italiana ha imposto severi limiti alle dispersioni termiche degli edifici obbligando, quindi, a realizzare adeguati isolamenti termici agli edifici.
Anche per gli infissi esistono soluzioni, come ad esempio i vetri termoisolanti, i serramenti realizzati con materiali a bassa conducibilità termica, l'inserimento di guarnizioni nei punti di battuta tra infisso e tamponatura e così via.
In foto, i danni causati dalla permanenza di un ponte termico