- 06 gennaio 2014

Imu: definizione e storia

Lo scorso anno, il governo Monti, nel tentativo di risollevare le sorti dell'Italia dalla crisi galoppante, ha rimesso la tassa sulla prima casa. La tassa abolita era la famosa ICI precedentemente eliminata dal governo Berlusconi. La nuova tassa ha preso il nome di IMU che poi è la acronimo di Imposta Municipale Unica, così denominata perchè sostituisce Ici e Irpef sui redditi fondiari. Introdotta dal cosiddetto federalismo fiscale, era prevista per il 2014 ma poi si decise di anticiparla già al 2013 per poter iniziare un recupero vantaggioso per le casse governative. Si è trattato di un vero e proprio fulmine a ciel sereno ed ha colpito particolarmente coloro che avevano diversi immobili di proprietà ma anche chi aveva soltanto una casa per abitarci. La tassa, quindi, riguarda sia la prima casa, sia le seconde, le terze ecc e sia la rivalutazione delle rendite catastali. All'interno dell'IMU sono previste anche la TARES e la proroga delle detrazioni fiscali dal 36% al 55%. Vediamo adesso come calcolare questa tassa così impopolare e cosa comporta per chi è obbligato a pagarla.

Imu: maggiori dettagli

L'aliquota base per quanto riguarda la prima casa è pari al 4 per mille. Ci sono comunque delle detrazioni pari a 200 euro più altri 50 euro per ogni figlio che non abbia superato i 26 anni a patto che risieda nella casa per cui è richiesta la detrazione. Tali detrazioni, però, erano previste solo per gli anni 2012 e 2013 ed inoltre non possono superare le 400 euro. Dato che si tratta di un'imposta municipale, spetta al sindaco la decisione di aumentare o ridurre tale tassa dello 0,2% ragion per cui il suo valore va dal 2 al 6 per mille. Se invece il comune stabilirà di aumentare la detrazione, non potrà, allo stesso tempo, aumentare la tassa. Per quanto riguarda l'aliquota sulle altre case, si tratta del 7,6%. Anche qui i comuni hanno la facoltà di aumentare la percentuale dell'aliquota addirittura fino allo 0,3%. Per fortuna di chi le possiede, fino ad ora, i comuni non possono alzare la cifra in base al numero di case possedute dalla stessa persona. In questo caso siamo di fronte ad una vera e propria ingiustizia perchè viene penalizzato colui che possiede il giusto e premiato il multiproprietario che magari ha le proprietà affittate e ne ricava un utile annualmente. Per quanto concerne la rivalutazione delle rendite catastali, esse costituiscono la base imponibile su cui poi viene calcolata l'IMU. Le rendite catastali sono state rivalutate del 60% per cui il coefficiente moltiplicatore è pari addirittura al 160 contro il 100 precedente. Anche qui siamo in presenza di una misura non esattamente equa perchè in questo modo non si tiene conto di fattori molto importanti come la posizione dell'immobile, la sua età e altre caratteristiche rilevanti ai fini della valutazione di una casa. In caso di trasferimenti e compravendite e per quanto riguarda l'Irperf, sarà sempre il coefficiente dell'IMU ad essere preso in considerazione. 

Imu: come calcolarla

Cerchiamo ora di capire come funziona il calcolo di questa tanto odiata tassa. Facendo un esempio pratico sarà facile avere un'idea più completa. Prendiamo un proprietario di quattro case ognuna delle quali rende 500 euro al tasso più alto quindi addizionate dello 0,2% per la prima casa e dello 0,3% per le altre.  Per quanto riguarda la prima casa avremo 500 euro da moltiplicare per 1,05 e poi per 160. Il risultato è 84.000 euro. A questo punto l'IMU sarà uguale al 4 per mille di 84.000 che è equivalente a 336, cifra da cui va sottratta la detrazione di 200 euro. Il risultato finale sarà di 136 euro. Per quanto riguarda la seconda casa il calcolo sarà il seguente: La rendita catastale è pari a € 500 x 1,05 x 160 = € 84.000. Da qui si può concludere che la cifra da pagare sarà l'aliquota Imu 10,6‰ di € 84.000 = € 890,4. Per fare un conto totale, moltiplichiamo ora questa cifra per 3 e aggiungiamo 136 (il valore IMU prima casa). Otterremo 2807,6 euro. Non è difficile calcolare l'IMU e si potrebbe procedere da soli senza l'aiuto di un esperto o di un commercialista. Se poi preferite affidarvi a gente del mestiere, fate pure anche se, ovviamente, in questo caso, oltre alla salatissima tassa, dovrete pagare anche il lavoro di chi vi aiuterà nell'impresa. Per quanto concerne l'innalzamento o l'abbassamento della suddetta tassa, è bene informarsi presso il comune dove sorge l'immobile onde evitare di incorrere in errori che potrebbero costarvi ulteriori spese ed inutili fastidi.   Prima Foto: Tasse 

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