Redazione - 09 gennaio 201609 gennaio 2016
Il bagno e la cucina, le stanze per le quali gli italiani spendono di più in arredo di design. Ma quando la domanda incontra la realtà?
Redazione - 09 gennaio 201609 gennaio 2016
Quasi la metà degli italiani dai 18 anni in su (23.9 milioni) richiede per l’arredamento un adeguato contenuto di design in casa. E solo il 31 per cento è soddisfatto del design della propria abitazione. Circa 7 adulti su 10, ovvero 9.2 milioni di connazionali, risultano addirittura totalmente scontenti. Lo ha rilevato l’indagine demoscopica presentata al Cersaie 2007 dal titolo: La democratizzazione del design: il nuovo buon gusto di massa svolta da
La domanda di design in casa è propria della metà della popolazione italiana adulta (23.9 milioni su 48.5 di ultra 17enni) e i segmenti più coinvolti sono quelli dei 18 - 44enni, delle donne, dei diplomati e laureati, degli accedenti ad internet, dei lettori di quotidiani, mensili e libri, di coloro che vanno al cinema e viaggiano all’estero, dei residenti nelle città con oltre 30 mila abitanti (con la ricca provincia che batte, seppur di poco, le metropoli), di coloro che vivono nel nord ovest, nelle regioni “rosse”, nelle aree urbane del Sud. L’ambiente bagno di oggi esprime energicamente lo spirito del nostro tempo. Ed è soprattutto nel bagno che il design riconferma una visione progressista degli stili di vita. La cabina doccia ad esempio, riflette un universo tecnico in continua evoluzione e si fa interprete di bisogni diversificati. La doccia come luogo dello “stare” e non solo del “transitare”.
“Questo straordinario favore per il design in casa coincide inoltre con la sintesi concreta di estetica e funzione” sottolinea il Prof. Finzi di Astra Ricerche. “L’aumentata domanda di bello e di ben fatto è una delle espressioni della nuova cultura di massa, che ha sfondato nell’ultimo decennio il muro della classe media allargata, conquistandola con forza: design non solo considerato come forma ma forma e contenuto, stile e tecnologia con, possibilmente, un’originalità distintiva sobria ed essenziale.
Tutto ciò deriva anche dal diffondersi della tecnologia nella vita quotidiana degli italiani (portatili e cellulari) che ha educato moltissime persone a convivere con oggetti vivi e utili con un alto contenuto di design in casa di livello evolutivo”. E il bagno? 6 milioni di italiani amerebbero disporre di una vasca da bagno, più di 10 milioni di una cabina doccia funzionale, di design, esteticamente piacevole ed arredante, 16.3 milioni di un idromassaggio. Il tutto in spazi non troppo ristretti, luminosi, allegri, adatti all’“auto-coccolamento”. Ad oggi il bagno, dopo la cucina, è il luogo dove gli italiani spendono di più per l’arredo. E sempre ad oggi, 1.6 milioni di italiani non ne ha ancora uno e un adulto su tre soffre di limitazioni nell’accesso all’acqua calda e fredda, circa un terzo lo vorrebbe ben aerato, meno angusto e più luminoso, il 38 per cento con sanitari più efficienti.
Sono dunque tre i dati-chiave che emergono dalla ricerca promossa dalle due aziende bresciane TDA e Cima: il boom della domanda collettiva di design in casa (quasi raddoppiata dal 1998 al 2007), l’insufficienza della dotazione in merito (adeguata solo per il 40 per cento dei desideranti), le forti opportunità di mercato per tutte quelle imprese che saranno in grado di colmare, a prezzi sostenibili, il forte divario tra le aspettative collettive e la realtà attuale. Il design deve saper esprimere lo spirito del nostro tempo, il nuovo modo di intendere il corpo e lo spazio. Nel panorama del design contemporaneo, il sistema doccia gioca un ruolo ormai centrale ed è interessato da una grande effervescenza creativa. Una doccia ben attrezzata, diventa uno strumento per la riconquista di equilibrio tra mente e corpo. Le qualità tecnico-funzionali devono fondersi con forme armoniose. Le ritualità della cura del corpo hanno bisogno di infinite combinazioni in cui esprimersi e concretizzarsi. Il “confort” della doccia deve indicare il piacere di stare, o più esattamente, la capacità di rispondere alle nostre aspettative.