Direttiva europea case Green, cosa cambia per le nostre case

- 23 luglio 2024

Cosa sono le Case Green e cosa prevede la direttiva europea

È ufficialmente legge la direttiva europea “Case Green”, ovvero EPBD – Energy Performance of Building Directive.
Con questa normativa, entrata in vigore già lo scorso maggio, l’Unione Europea intende dare una svolta ecologica alle nostre abitazioni.
Le Case Green sono infatti costruzioni efficienti dal punto di vista energetico, con consumi di energia legati a fonti rinnovabili.
La direttiva intende riqualificare in tal senso l’intero settore immobiliare europeo.
Ciascun stato membro dell’Unione avrà due anni di tempo per recepirne i contenuti.
In una prima fase saranno coinvolti almeno 5 milioni di fabbricati, residenziali e non.
Gli obiettivi:

  • zero emissioni per tutti i nuovi edifici a partire dal 2030, con il raggiungimento di un parco edilizio europeo climaticamente neutrale;
  • miglioramento energetico degli immobili esistenti;
  • riduzione dei consumi energetici di almeno il 55% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori entro il 2050;
  • progressivo abbandono dei combustibili fossili fino ad arrivare al divieto totale dal 2040.
Un capitolo ancora da definire riguarda la possibilità di incentivi per gli interventi migliorativi, destinati in particolare a famiglie che vivono in condizioni economiche vulnerabili.

Come variano le classi energetiche delle case

Uno dei punti di forza della direttiva europea Case Green è il cambiamento delle classi energetiche delle abitazioni.
Fino ad oggi si parlava di classi dalla A alla G, cioè dalla migliore alla peggiore dal punto di vista energetico.
Con il testo della nuova normativa del Parlamento Europeo, per gli edifici residenziali le cose cambiamo poiché dovranno raggiungere:

  • la classe di prestazione energetica E entro il 2030;
  • la classe di prestazione energetica D entro il 2033.
Le costruzioni interessate sono quelle più vecchie, con maggiori lacune energetiche e dunque bisognose di una riqualificazione che possa portare a minori consumi e anche a minori spese in bolletta.
Da ricordare però che gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere realizzati a emissioni zero già a partire dal 2028.
A livello di tempistica, discorso leggermente diverso per quanto riguarda gli edifici non residenziali e quelli pubblici: in questi casi, la classe E dovrà essere raggiunta entro il 2027, la classe D entro il 2030. Ma tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

In cosa consiste il piano nazionale ristrutturazione

Tra i temi importanti che la direttiva europea Case Green mette in campo c’è quello del piano nazionale di ristrutturazione.
Ogni stato membro dell’Unione dovrà adottarne uno per la riduzione progressiva dei consumi energetici degli edifici presenti sul suo territorio, residenziali e non. In autonomia potrà decidere a quali dare la precedenza per raggiungere zero emissioni e dunque la neutralità climatica entro il 2050.
Secondo l’Enea nel suo Rapporto annuale sulle “Prestazioni energetiche del parco edilizio certificato” risalente al 2023, il 54,2% delle case italiane ha prestazioni energetiche carenti, anche se negli ultimi anni c’è stato un miglioramento complessivo, grazie agli incentivi come il superbonus 110%.
L’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili, sottolinea che il 74,1% del residenziale italiano è stato costruito prima che entrasse in vigore qualsiasi normativa sul risparmio energetico e dunque gli interventi per efficientarlo saranno massicci.
Rimane sempre un grosso quesito sul come reperire risorse sufficienti per riqualificare gli edifici in modo da dare una mano all’ambiente e al nostro portafoglio.

Cosa prevede la direttiva sullo stop alle caldaie a gas

Non è lontano lo stop per le caldaie a gas e per quelle alimentate con altri combustibili fossili: secondo la direttiva sulle Case Green non potranno più essere installate dal 2040.
Inoltre, dal primo gennaio del 2025 non ci saranno più sussidi per le caldaie autonome che funzionano con queste fonti non rinnovabili. Quindi il divieto è già in atto.
La direttiva chiede agli stati membri di identificare modalità per sostituire progressivamente tali tipi di caldaie.
Le soluzioni saranno probabilmente pompe di calore, impianti solari termici e fotovoltaici, che peraltro sono previsti negli edifici di nuova costruzione.
Al momento, se la normativa europea identifica a partire dal 2027 la possibilità di installare impianti solari per gli edifici pubblici e non residenziali esistenti, ancora non si sa bene quando questa condizione dovrà diventare la normalità per le strutture residenziali.
Da appuntare: la direttiva Case Green, non prevede sanzioni né obblighi di ristrutturazioni. E dunque non c’è il divieto di vendita e affitto per case che non siano in linea con la sostenibilità ecologica.

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