Gli ecovillaggi sono luoghi abitati completamente autonomi nella produzione dell’energia e nel riciclare i rifiuti. Tutto ciò può sembrare fantascienza e, invece, è realtà e il primo ecovillaggio, di nome ReGen e totalmente autosufficiente, sorgerà in Olanda, ad Almere, cittadina alle porte di Amsterdam. Le stime affermano che sarà pronto entro la fine del 2017 e, così, un borgo antico di 15.000 mq sarà trasformato in quello che potrebbe essere l’abitare del futuro, nel pieno rispetto della ecosostenibilità. Il villaggio si propone, quindi, come modello di assoluta autosufficienza energetica e per il quale il riciclo sarà alla base di tutto il vivere, dall’energia elettrica, alla produzione di cibo, fino allo smaltimento dei rifiuti e al riciclaggio di questi ultimi. ReGen è realizzato secondo lo standard Passivhaus, ossia “case passive”: si tratta di edifici che ricavano la maggior parte del loro fabbisogno dell’energia tramite riscaldamento e raffrescamento ambientale interno, massimizzando l’efficienza energetica. Nel villaggio sono previsti, inoltre, un centro agricolo, uno per la gestione dei rifiuti, impianti di energia pulita e non mancheranno vie di trasporto e aree per l’intrattenimento e per le attività quotidiane.
Ma come funzionano gli ecovillaggi? A ReGen, ad esempio, dagli scarti alimentari si otterrà del compost, fondamentale per la coltivazione di frutta e verdura, favorendo un’agricoltura biologica al 100% e ad alto rendimento e utilizzando anche le foreste urbane per la coltivazione di alberi da frutto. Per quanto riguarda l’elettricità, invece, essa verrà generata grazie a una combinazione di energie, quali geotermica, solare, eolica e da biomasse. L’acqua utilizzata sarà quella piovana, che verrà anche re-distribuita per giardini, orti stagionali e sistemi idroponici. Infine, un impianto di biogas trasformerà in energia i rifiuti non compostabili. Il progetto ReGen si ispira a un documento dell’Onu del 2013, il quale sostiene che gli ecovillaggi siano la giusta soluzione per incrementare la sostenibilità ambientale e per migliorare il mondo. ReGen quindi, si propone come parte di un piano ben più ampio e molto ambizioso, che vedrà la realizzazione di più ecovillaggi non solo nei Paesi Bassi, ma in tutto mondo.
In Italia si può parlare di ecovillaggi? Sì, anche si tratta di qualcosa di diverso rispetto al progetto ReGen. Infatti, gli ecovillaggi italiani riguardano più gli stili di vita che i sistemi di edilizia e di impianti moderni completamente eco-sostenibili. Si parla, quindi, di comunità che scelgono di adottare modelli abitativi in linea con il totale rispetto della natura, attraverso soluzioni a zero impatto ambientale e utilizzo di energie rinnovabili. Ad esempio, l’alimentazione si basa sulla permacultura o altre forme di agricoltura biologica, mentre, per quanto riguarda gli insediamenti, si tratta di case antiche in pietra già esistenti o quelle in lamellare di legno coibentato. In Italia ve ne sono diversi, di villaggi ecologici, specialmente al Centro (Toscana in testa) e al Nord, anche se non mancano esempi in Puglia, Sicilia e Calabria. Alcuni di questi ecovillaggi sono anche delle comunità i cui abitanti vivono a stretto contatto tra loro e con l’essenziale, in opposizione ai frenetici e consumistici stili di vita contemporanei. Molti di questi villaggi sono improntati sulla spiritualità e su idee politiche basate sulla difesa dell’ambiente e della multiculturalità. Ma vi sono delle eccezioni, come, ad esempio, il Villaggio Verde di Cavallirio (NO), in foto, dove, fin dagli anni ’80, si vive solo secondo la sostenibilità ambientale e la ricerca di se stessi, in armonia con la natura, nel rispetto delle necessità individuali e delle idee di ogni singolo abitante.